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Toxoplasmosi

Prevenire l'infezione materna

La diversa sieroprevalenza osservata nelle popolazioni studiate sembra dipendere da fattori ambientali e da stili di vita. La prevenzione dell'infezione congenita dipende dalla prevenzione dell'infezione nella donna in gravidanza e quindi dall'adozione di strategie e comportamenti che riducono l'esposizione ai fattori di rischio. Il tipo di raccomandazioni proposte dai vari autori si equivalgono e possono essere riassunte in pochi e chiari consigli, schematizzati nella tabella allegata in calce alla pagina [1,2].

In Europa, come in altri paesi, si è osservato negli ultimi anni un declino della prevalenza dell'infezione, legato probabilmente al consumo di carni congelate o provenienti da animali allevati all'interno, con il conseguente aumento della proporzione di gestanti suscettibili all'infezione. I recenti avvenimenti hanno condotto ad un ulteriore cambiamento delle abitudini alimentari, con un maggior consumo di carne di maiale e pollame rispetto alla bovina, un maggior numero di animali allevati al pascolo (allevamenti biologici) e un maggior utilizzo di piatti pronti, con un possibile aumento dell'esposizione a fattori di rischio.

Uno studio multicentrico europeo [3], che ha coinvolto anche due centri italiani, ha cercato di identificare e valutare l'esposizione a fattori di rischio in una coorte di donne infettate in gravidanza, rispetto ai controlli.
 
I fattori di rischio maggiormente associati all'infezione sono stati:

Evitare il consumo di carni crude o poco cotte potrebbe ridurre da solo il rischio d'infezione di 30-63%, evitare il contatto con il terreno di 6-17%.
 
Una più debole associazione è stata riscontrata con il consumo di salame e carne di maiale, la manipolazione di carne cruda nella preparazione dei pasti, bere latte non pastorizzato, il lavoro con gli animali. Benché in questo studio il contatto con i gatti non sia risultato un fattore di rischio significativo per l'infezione, le raccomandazioni riguardanti la convivenza con questi animali permangono.

Un ulteriore dato emerso è la scarsa informazione fornita alle donne nei centri di assistenza alla gravidanza. Nello stesso studio [3], le donne che non erano a conoscenza di nessun fattore di rischio per l'infezione rappresentavano il 2-51%, con differenze tra i vari centri.

Alla pagina Informazioni per le gestanti è disponibile un foglietto informativo in cui sono elencati i comportamenti efficaci nel ridurre il rischio di contrarre l'infezione.

Bibliografia

1. Jeffrey J, Lopez A, Wilson M. Congenital Toxoplasmosis. Am Fam Physician. 2003;67:2131-8 [Testo integrale]
2. Lopez A et al. Preventing congenital toxoplasmosis. Centers for Disease Control and Prevention. MMWR Morb Mortal Wkly Rep 2000;49:57-75 [Testo integrale]
3. Cook A J C et al. Sources of toxoplasma infection in pregnant women: European multicentre case-cpntrol study. BMJ 2000; 321: 142 - 147 [Testo integrale]

 
 
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