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Nausea e vomito gravidici

Quali i farmaci sicuri nell'iperemesi gravidica?

Nausea e vomito sono i sintomi più frequentemente sperimentati nella gravidanza iniziale: 85% delle gravide presenta nausea, 50% vomito. In 5% dei casi si rende necessario un trattamento dell'alterazione idro-elettrolitica. Questi sintomi possono, frequentemente, causare assenza dal lavoro o incapacità di attendere alle proprie occupazioni.

Esiste una diffusa tendenza a considerare nausea e vomito come un corollario della gravidanza iniziale, per il quale non sono disponibili trattamenti sicuri; le prove di efficacia ci forniscono invece efficaci possibilità terapeutiche.

The Cochrane Library comprende una revisione sistematica sull'efficacia dei trattamenti farmacologici per nausea e vomito gravidici aggiornata ad agosto 2003 [1]; precedenti revisioni sistematiche erano apparse nel 2000 [2] e 2002 [3].

L'analisi dell'efficacia degli antistaminici (doxilamina, dimenidrinato, difenidramina, idrossizina, ciclizina) dimostra una buona capacità di riduzione della nausea, senza effetti teratogeni significativi. Questi farmaci sono da ritenersi efficaci e sicuri anche se, come atteso, il loro uso si associa a sonnolenza.
La prometazina è un antistaminico fenotiazinico ed è considerata tra i farmaci di prima scelta per il trattamento della nausea e del vomito gravidico dal National Institute of Clinical Excellence britannico [5]. In una revisione sistematica non si è osservato un aumento del rischio di malformazioni fetali in seguito al su utilizzo in gravidanza (rischio relativo 1.00, intervallo di confidenza al 95%:0.84-1.18) [3].

L'associazione dell'antistaminico doxilamina (25/12.5 mg) con piridossina (10 mg), che anni fa venne ritirata dal commercio su decisione del produttore (Debendox), è stata riabilitata dagli studi successivi (oltre 20 studi epidemiologici e due metanalisi). Attualmente è commercializzata in Canada (Diclectin) o ricreabile utilizzando i singoli principi attivi se disponibili in commercio [6].

La proclorperazina, una fenotiazina, ha mostrato efficacia terapeutica, senza effetti teratogeni dimostrati e viene consigliata come farmaco di seconda linea [5-7].
La trimetobenzamide, anch'essa una fenotiazina, sarebbe efficace e sicura, da sola o associata a vitamina B6.

La vitamina B6 è efficace nel ridurre la nausea, non il vomito, con un probabile effetto dose dipendente: più alte dosi avrebbero migliore effetto nei casi con sintomatologia più marcata [3].

Non esistono studi controllati sull'efficacia di domperidone e metoclopramide per il trattamento del vomito gravidico. L'assunzione di metoclopramide nel primo trimestre di gravidanza non ha mostrato un'associazione con malformazioni fetali e risulta la molecola più impiegata nella pratica clinica [5,6].

Sull'antiemetico serotonino 5-HT antagonista ondansetron disponiamo solo di prove limitate: sembra essere efficace sull'iperemesi gravidica senza associazione con effetti avversi, ma ulteriori studi sono necessari per confermare questi dati [5]. La US Food and Drug Administration lo ritiene un farmaco sicuro come la proclorperazina e la American Gastroenterological Association ne consiglia l'impiego in gravidanza [8].

Tra i procinetici, la cisapride non avrebbe mostrato effetti teratogeni in un campione limitato, ma non disponiamo di studi controllati sulla sua efficacia in gravidanza [1].

I corticosteroidi sarebbero scarsamente efficaci nell'iperemesi gravidica, mentre si associano ad un rischio lievemente aumentato di palatoschisi. Uno studio clinico controllato randomizzato ha dimostrato che la associazione di corticosteroidi, per via parenterale e per via orale, ad una terapia di prometazina e metoclopramide non riduce la re-ospedalizzazione per vomito in gravide affette da iperemesi nella prima metà della gravidanza [4].

Tradizionalmente i consigli dietetici hanno costituito uno dei principali approcci al trattamento di nausea e vomito gravidici, raccomandando di fare piccoli pasti frequenti, di evitare cibi grassi, di preferire bevande fredde, acide o dolci. Le revisioni sistematiche, tuttavia, non hanno evidenziato prove d'efficacia per il trattamento dietetico.

Per la messa in pratica del trattamento farmacologico è importante ricordare che:

è indicato sicuramente in caso la donna presenti segni di disidratazione e/o chetonuria, ma anche quando la sintomatologia è persistente, marcata e impedisce le attività quotidiane;
gli antiemetici antistaminici, come la prometazina, sono considerati il trattamento di prima linea, in caso di fallimento metoclopramide e proclorperazina rappresentano la scelta successiva [5,7];
il dosaggio deve essere corretto ed assunto regolarmente, per raggiungere adeguate concentrazioni ematiche;
la vitamina B6 è efficace nel ridurre la nausea, meno efficace sul vomito [3].


La tabella disponibile in calce contiene indicazioni sulle posologie efficaci dei farmaci presi in esame.

 

Data di pubblicazione: 11.12.2008

 
 
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