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Malattie caratterizzate da ulcere genitali

Quali le altre cause di ulcere genitali?

 

Ulcera molle

E' causata da Haemophilus ducreyi, diversamente distribuito in base all'area geografica, endemico nell'area Caraibica e Africa sub-Sahariana. La malattia è considerata un cofattore nella trasmissione dell'infezione da HIV, inoltre almeno 10% delle persone affette presenta una coinfezione con HSV o Treponema pallidum.

La diagnosi definitiva richiede l'identificazione del microrganismo in coltura, test non sempre disponibile in commercio. Una diagnosi clinica molto probabile può comunque essere formulata in caso di una opiù ulcere genitali dolenti, accompagnate da linfoadenopatia inguinale (segno patognomico se in forma suppurativa), in assenza di infezione da T. pallidum o HSV.

La terapia prevede la somministrazione di antibiotico e l'eventuale aspirazione o incisione con drenaggio del linfonodo fluttuante. I regimi di trattamento consigliati sono:

Azitromicina, 1g per os in monosomministrazione,
oppure
Ciprofloxacina, 500mg per os 2 volte al giorno per 3 giorni
oppure
Ceftriaxone*, 250mg IM in monosomministrazione
oppure
Eritromicina*, 500mg 3 volte al giorno per 7 giorni (unica terapia raccomandata in gravidanza e allattamento)

Se il trattamento è efficace, la sintomatologia dolorosa recede in 3 giorni e l'obiettività migliora in circa 7 giorni. In caso contrario occorre considerare: la correttezza dell'assunzione, la coesistenza con altre infezioni (anche HIV), la presenza di un ceppo resistente.

Il partner va esaminato in caso di contatto sessuale nei 10 giorni precedenti la comparsa dei sintomi.

 

 

Linfogranuloma venereo

E' causato da Chlamydia trachomatis, microrganismo universalmente distribuito.

La manifestazione clinica più comune del linfogranuloma venereo è una linfoadenopatia inguinale e/o femorale, di solito unilaterale, accompagnata raramente da una ulcera genitale nel sito di inoculazione, molto spesso già risoltasi al momento in cui il paziente giunge al controllo.

Il tampone della lesione o l'aspirato del contenuto linfonodale possono permettere l'esame colturale, l'immunofluorescenza o la ricerca degli acidi nucleici. La diagnosi può essere supportata dal test sierologico (si considera positivo un titolo anticorpale >1:64), e con l'esclusione delle altre cause di ulcere genitali.

La terapia prevede la somministrazione orale di antibiotico e l'eventuale aspirazione o incisione con drenaggio del linfonodo interessato per impedire la formazione di ulcere inguinali.
I regimi di trattamento consigliati sono:

Doxiciclina*, 100mg due volte al giorno per 21 giorni
in alternativa
Eritromicina, 500mg 4 volte al giorno per 21 giorni (unica terapia raccomandata in gravidanza e allattamento)

 

 

Granuloma inguinale (Donovanosi)

L'agente etiologico è il Calymmatobacterium granulomatis (anche noto come Klebsiella granulomatis), un batterio Gram negativo intracellulare. La malattia è endemica in India, Papua, Nuova Guinea, Australia, Africa del Sud.

Clinicamente si osserva una ulcera indolente, progressiva, facilmente sanguinante, non associata a linfoadenopatia.

La diagnosi è complessa (le colture sono difficili), essenzialmente clinica. La diagnosi definitiva è possibile con l'identificazione dei corpi di Donovani all'esame microscopico dei tessuti prelevati mediante biopsia della lesione.

La terapia si basa sulla somministrazione di antibiotici. Sono stati utilizzati diversi tipi di trattamento, ma esistono pochi studi controllati.
I regimi di trattamento consigliati sono:

Doxiciclina*, 100mg due volte al giorno per almeno 21 giorni e completa guarigione della lesione
oppure
Ciprofloxacina, 750mg per os 2 volte al giorno per almeno 21 giorni
oppure
Azitromicina, 1g/settimana per os per almeno 3 settimane
oppure
Eritromicina, 500mg 4 volte al giorno per almeno 21 giorni (unica terapia raccomandata in gravidanza e allattamento)

La somministrazione va continuata fino alla guarigione delle lesioni. In caso di mancata risposta alla terapia si può associare la somministrazione di gentamicina 1mg/kg IV ogni 8 ore.

 

Bibliografia

1. Centers for Disease and Control and Prevention. Sexually transmitted diseases treatment guidelines 2006. MMWR 2006;55(RR11):1-94 [Testo integrale]

 
 
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