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Validità dei test

Sensibilità e specificità

In medicina, per individuare o escludere una condizione patologica, si fa affidamento a test diagnostici o di screening. I test, in misura variabile, presentano dei limiti sia nella capacità di riconoscere tutti i malati che nell'individuare tutti i sani.

La sensibilità [1] di un test è la capacità del test di identificare i soggetti che presentano la malattia e corrisponde alla proporzione di soggetti realmente ammalati identificati come tali dal test. La sensibilità è importante quando l'obiettivo è quello di non farsi sfuggire i casi di malattia, come nel caso di malattie gravi rapidamente evolutive, in cui un intervento tempestivo può essere cruciale.
Se un test molto sensibile risulta negativo, si può ragionevolmente ritenere che la malattia non c'è e non occorre generalmente procedere con ulteriori esami.

La specificità [1] di un test è la capacità del test di identificare i soggetti che non presentano la malattia e corrisponde alla proporzione di soggetti realmente sani che sono identificati come tali dal test.
La specificità è importante quando è necessario essere sicuri della diagnosi fatta, come nel caso di una diagnosi che indichi un intervento di chirurgia demolitiva.
Se un test molto specifico risulta positivo, si può ragionevolmente ritenere che la malattia è presente e si può generalmente procedere con i trattamenti previsti.

In generale test molto sensibili sono poco specifici (possono più facilmente produrre falsi positivi). Viceversa, test molto specifici sono in generale poco sensibili (possono più facilmente produrre falsi negativi)

Come si calcola la sensibilità e la specificità di un test
Consideriamo un test i cui risultati vengano usati per classificare i pazienti in due gruppi (positivi, negativi). Definiamo come gold standard la valutazione riconosciuta da tutti come la migliore disponibile. Compariamo i risultati ottenuti applicando il test considerato con quelli ottenuti con il gold standard.
Prendiamo ad esempio uno studio condotto in Brasile (vedi schema in fondo alla pagina). In un campione di 981 donne veniva eseguito, per la diagnosi di lesioni della cervice uterina, il Pap test. I risultati del Pap test venivano comparati con la diagnosi istologica dopo biopsia (il gold standard) [2].
Quale è la capacità del Pap test nell'individuare le lesioni della cervice uterina? Possiamo calcolare la proporzione di donne con cervice normale e patologica (cioè con o senza la lesione della cervice uterina come valutato attraverso la biopsia) rispettivamente con Pap test normale e anormale. In questo caso ci sono 730 donne con cervice normale e 251 donne con cervice alterata.

Sensibilità = proporzione di donne affette correttamente identificate con il test = a/(a+c) = 125/251= 0.498 = 49,8%
Specificità = proporzione di donne non affette correttamente identificate con il test = d/(b+d) = 644/730= 0.882 = 88,2%

Quindi in un campione di donne valutate con il Pap test, il 49,8% delle donne con cervice alterata avrà un Pap test patologico: la sensibilità del test in questo studio è dunque inferiore al 50%, ovvero più del 50% delle donne con lesione cervicale avrà un risultato al Pap test negativo.

D'altro canto l'88,2% delle donne con cervice normale avrà un Pap test normale: la specificità del test in questo studio è dunque dell'88.2%, quindi solo poche donne senza lesione cervicale avranno un risultato al Pap test positivo.

Dal momento che la sensibilità e la specificità sono proporzioni, si possono calcolare i relativi Intervalli di Confidenza.

Sensibilità e specificità di un test: è tutto quello che ci occorre conoscere di un test?
La sensibilità e la specificità sono caratteristiche intrinseche del test che ne descrivono la capacità diagnostica. Dati sulla sensibilità e specificità vengono di solito fornite dai produttori dei test, o si possono reperire in letteratura consultando studi di validazione.

Nella pratica quotidiana, però, la domanda che interessa il clinico non è tanto: "se una donna è malata quanto è probabile che il test risulti positivo o viceversa se una donna è sana quanto è probabile che il test risulti negativo" ma: "se un test risulta positivo, quanto è probabile che la donna abbia davvero la malattia? oppure se un test risulta negativo, quanto è probabile che la donna sia veramente sana?" Il clinico infatti ha a che fare con persone di cui non conosce a priori lo stato di salute o di malattia, ma di cui possiede dei dati (risultati di esami di laboratorio, o di esami fisici, etc.) sulla cui base deve risalire allo stato di salute della persona stessa.

Torniamo all'esempio prima illustrato: abbiamo bisogno di sapere in caso di Pap test positivo quanto è probabile che la donna abbia una cervice uterine alterata e viceversa in caso di Pap test negativo quanto è probabile che la donna non abbia la cervice alterata. In altre parole vogliamo sapere quanto il Pap test sia capace di predire la presenza di una cervice alterata. Tali misure sono il valore predittivo positivo e il valore predittivo negativo.

 

sensibilità e specificità
 
 
 

Data di pubblicazione: 11.12.2008

  1. SaperiDoc
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