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Alimentazione

 

Che cosa è l'alimentazione complementare?

 
 

Agenzie di salute quali la Società Canadese di Pediatria [1], il Dipartimento di Salute Inglese (NHS) [2], l'Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) [3] e l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) [4] concordano nel definire alimentazione complementare (comunemente, ma erroneamente definito svezzamento) il processo che comincia quando il latte materno - o artificiale - non è più sufficiente da solo a soddisfare le esigenze nutritive del lattante ed è quindi necessario affiancare a questo altri alimenti. Il suo avvio, normalmente, coincide con un interesse verso il cibo da parte del lattante; la durata della transizione dal solo latte a una alimentazione simile a quella del resto della famiglia ha tempi variabili.

Periodo, modalità e tempi dell'inizio dell'alimentazione complementare e durata della transizione verso l'alimentazione di famiglia sono il risultato non solo di esigenze nutrizionali, ma anche di influenze culturali [5,6]. Ad esempio, è proprio della cultura occidentale moderna l'idea che il lattante ad un certo punto debba togliersi il vizio del latte (da cui il termine svezzamento o divezzamento). In alcune società l'alimentazione complementare inizia quando il lattante ha raggiunto quattro volte il peso della nascita (fra i 2 e i 3 anni), o ha trascorso una vita pari a sei volte la durata della gestazione (circa 4 anni), o quando compaiono i primi molari (fra 12 e 18 mesi). Aristotele indicava nei 12-18 mesi la durata ideale dell'allattamento. Nella tradizione ebraica l'epoca corretta per terminare la transizione all'alimentazione di famiglia è attorno ai tre anni [6].

Diverse culture e tradizioni, diversi modelli di alimentazione [6]. Le prove di efficacia disponibili ci aiutano a identificare la tempistica più adeguata per iniziare l'introduzione dei cibi in affiancamento al latte materno da offrire fino ai due anni di vita e oltre, in accordo con i desideri di mamma e bambino e ci indicano che ritardare l'introduzione di specifici cibi con lo scopo di prevenire le allergie è sbagliato,  così come anticiparlo per evitare presunti rallentamenti di crescita. Per la scelta dei singoli cibi e la modalità di offerta, in assenza di chiare prove di efficacia, il rispetto e la valorizzazione degli aspetti positivi delle diverse culture e tradizioni dovrebbero essere i paradigmi della comunicazione e della relazione fra professionisti e famiglie [7].

 
 
 

Bibliografia

1. Grueger B; Canadian Paediatric Society, Community Paediatrics Committee. Weaning from the breast. Paediatr Child Health 2013;18:210 [Medline]
2. NHS. Your baby's first solid food. Ultimo aggiornamento pagina: Maggio 2015 [Pagina web]
3. EFSA Panel on Dietetic Products, Nutrition and Allergies. Scientific opinion on the appropriate age for introduction of complementary feeding of infants. Parma, Italy, 2009 [Testo integrale]
4. The World Health Organization. Infant and young child nutrition - Global strategy on infant and young child nutrition, 2002.  Geneva [Testo integrale]
5. Gabrielle Palmer. Complementary feeding: nutrition, culture and politics. Pinter & Martin ed. Londra 2011
6. Stuart-Macadam P, Dettwyler KA, eds. Breastfeeding: biocultural perspectives. Aldine De Gruyter, New York, 1995
7. Volta A, et al. L'alimentazione complementare nelle popolazioni immigrate: indagine su tre gruppi linguistici della provincia di Reggio Emilia. Medico e Bambino 2011;30:535-6


Data di pubblicazione: 05.12.2016

 
 
  1. SaperiDoc
Direzione generale cura della persona, salute e welfare
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