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KMC
Chi può fare il KMC?
Le prime esperienze osservazionali sull’efficacia del pelle a pelle eseguito dal padre nei neonati prematuri risalgono agli anni ’90 [1-2]. In due regioni della Germania, due osservazioni successive, nel 1997 e fra il 2000 e il 2003, hanno riguardato 31 neonati prematuri (età gestazionale fra 26 e 41 settimane, peso neonatale fra 1220 e 3720 grammi) trasferiti (18 back transfer e 13 in transfer) utilizzando il Kangaroo Mother Care (KMC) (2 in elicottero e i restanti in ambulanza). La distanza percorsa era compresa fra 2 e 400 chilometri. In 27 casi è stata coinvolta la madre, in un caso il padre, in 2 casi le infermiere e in un caso, infine, un medico. Durante il trasferimento i neonati ricevevano ossigeno, fluidi endovenosi o alimentazione tramite tubo nasogastrico, secondo le necessità. I parametri monitorati (frequenza cardiaca, respiratoria, saturazione di ossigeno e temperatura rettale) sono risultati stabili durante tutti i trasferimenti. I neonati non hanno mostrato pianto né agitazione. Questi risultati erano indipendenti dalla persona coinvolta nel trasferimento. I genitori hanno giudicato l’esperienza del trasporto-KMC tranquillizzante e piacevole [2].
Un trial controllato randomizzato (RCT) con disegno cross-over, condotto in tre terapie intensive neonatali (TIN) di terzo livello (centri-universitari) in Canada, ha confrontato l’effetto del KMC paterna con quella materna come contenimento del dolore nei neonati prematuri sottoposti a prelievo venoso da tallone [3]. Il dolore veniva rilevato tramite la scala PIPP (premature infant pain profile), una scala compresa fra 0 e 18 punti. Sono stati osservati 62 neonati prematuri (età gestazionale compresa fra 28-36 settimane) che si sapeva sarebbero stati sottoposti a due prelievi venosi da tallone intervallati da almeno 24 ore. Ogni neonato fungeva da suo controllo, essendo tenuto una volta dalla madre e una volta dal padre (l’ordine veniva deciso in maniera random). I risultati mostrano una differenza clinicamente marginale, con maggiore efficacia (statisticamente significativa) nel contenimento del dolore rilevato tramite PIPP della posizione KMC praticata dalla madre a 30″ e 60″, mentre nessuna differenza fra i due viene rilevata a 90″ e 120″; in confronto con il dolore rilevato in un altro studio dello stesso autore [4], quando il prelievo viene fatto tenendo il lattante in incubatrice, la posizione KMC paterna è comunque efficace (Tabella qui sotto). Il tempo medio perché la frequenza cardiaca torni ai livelli di base dopo il prelievo è di 204 secondi quando è la madre a tenere il lattante in posizione KMC e di 246 secondi quando è il padre. I genitori, indifferentemente padre e madre, si dichiarano soddisfatti dell’esperienza e desiderosi di ripeterla in futuro.
- Tabella. Punteggio PIPP, confronto fra KMC quando praticato dalla madre e quando fatto dal padre [3,4]
Lo stesso gruppo di ricercatori, nello stesso settinge con uno studio di disegno sovrapponibile al precedente, ha valutato l’efficacia del KMC praticato dalla madre in comparazione a quello praticato da un’altra figura femminile [5]. La differenza media (MD) è simile a quella rilevata nel confronto con i padri (MD comprese fra 1.1 e 1.7). Il dato interessante è quello della scarsa accettabilità di questa opzione: 42 di 82 (51%) madri, potenzialmente arruolabili, rifiutano l’idea di far praticare il KMC a un’altra figura femminile.
L’importanza di coinvolgere i padri nel KMC e, comunque, nell’accudimento dei neonati prematuri, è sottolineata dalle revisioni sistematiche (RS) che hanno valutato i fattori di ostacolo e quelli facilitanti l’implementazione del KMC secondo la prospettiva delle figure accudenti (madre, padre, professionisti) [6,7].
La prima, aggiornata ad agosto 2013, ha incluso 103 studi in lingua inglese, di cui 49 condotti in paesi con elevate risorse [6]. Fra i primi 5 fattori di ostacolo identificati dalle madri c’è la mancanza di aiuto nel praticare il KMC e nel condurre le altre attività connesse alla maternità, mentre il supporto dalla famiglia è fra i primi fattori facilitanti. I padri riferiscono che la mancanza di opportunità per praticare il KMC è un rilevante fattore di ostacolo.
La seconda RS, aggiornata ad agosto 2015, ha identificato 98 studi (16 dei quali condotti in Europa). I risultati sottolineano la difficoltà paterna a praticare il KMC in setting in cui il ruolo maschile e femminile nell’accudimento dei figli è molto asimmetrico [7].
- Fonte: http://jumelle.ca/fathers-and-partners/kangaroo-care-infants/
Benché i vantaggi del KMC dipendano grandemente dalla disponibilità della madre (dal momento che, oltre al contatto pelle a pelle, può provvedere direttamente anche all’alimentazione al seno), una RS aggiornata al 2015 di 12 studi (10 quantitativi e 2 qualitativi), pur non fornendo una stima riassuntiva di efficacia, riporta che il contatto pelle a pelle condotto dal padre ha i seguenti benefici rispetto alle cure fornite al prematuro non tenuto in pelle a pelle [8]: migliore controllo termico, contenimento del dolore, riduzione dello stress nel neonato e nel padre, riduzione del pianto, miglioramento dell’interazione padre-neonato e maggiore facilità nell’assunzione del ruolo paterno. Il contatto quindi va stimolato, sia per sostenere la madre e permetterle di riposare o sostituirla quando non disponibile, sia per favorire l’attaccamento fra padre e neonato.
Bibliografia
1. Ludington-Hoe SM, et al. Selected physiologic measures and behavior during paternal skin contact with Colombian preterm infants. J Dev Physiol 1992;18:223-32 [Medline]
2. Sontheimer D, et al. Kangaroo transport instead of incubator transport. Pediatrics 2004;113:920-3 [Medline]
3. Johnston CC, et al. Paternal vs maternal kangaroo care for procedural pain in preterm neonates: a randomized crossover trial. Arch Pediatr Adolesc Med 2011;165:792-6 [Medline]
4. Johnston CC, et al. Kangaroo care is effective in diminishing pain response in preterm neonates. Arch Pediatr Adolesc Med 2003;157:1084-8 [Medline]
5. Johnston C, et al. Alternative female kangaroo care for procedural pain in preterm neonates: a pilot study.Acta Paediatr 2012;101:1147-50 [Medline]
6. Seidman G, et al. Barriers and enablers of kangaroo mother care practice: a systematic review. PLoS One 2015;10:e0125643 [Medline]
7. Smith ER, et al. Barriers and enablers of health system adoption of kangaroo mother care: a systematic review of caregiver perspectives.BMC Pediatr 2017;17:35 [Medline]
8. Shorey S, He HG, Morelius E. Skin-to-skin contact by fathers and the impact on infant and paternal outcomes: an integrative review. Midwifery 2016;40:207-17