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Infezione genitale da gonococco

Come identificare l'infezione?

 

Nella donna l’infezione genitale è spesso asintomatica (fino al 50% dei casi). Nei casi sintomatici possono essere presenti leucorrea, secrezione mucopurulenta endocervicale, algie pelviche e disuria (per coinvolgimento uretrale).
Il 10-20% delle infezioni da Neisseria gonorrhoeae non trattate evolve in malattia infiammatoria pelvica (PID), importante causa di dolore cronico pelvico, gravidanze ectopiche e sterilità.

Nell’uomo l’infezione è asintomatica in meno del 10% dei casi.
L’uretrite gonococcica provoca disuria e la comparsa di una secrezione mucopurulenta. Raramente (<1%) l’infezione può provocare epididimite e prostatite.

La maggior parte delle infezioni dell’orofaringe decorre asintomatica, ma la malattia può essere trasmessa all’area genitale con i rapporti sessuali orali, oppure progredire nella forma disseminata. La gonorrea faringea risponde comunque agli stessi farmaci impiegati nelle terapia della forma genitale.

La coinfezione con Chlamydia trachomatis è spesso presente e va quindi attentamente valutata. Nell’impossibilità di effettuare un test diagnostico o di poter attuare un follow up sulla paziente è raccomandata una terapia antimicrobica combinata, efficace anche nei confronti di questa infezione.

Nella diagnosi di laboratorio è possibile utilizzare diversi test:
 

  • l’esame colturale diretto con prelievo endocervicale e uretrale è sensibile (80-95%) e specifico per la diagnosi di infezione da Neisseria gonorrhoeae. E’ l’unico che permette di eseguire un eventuale antibiogramma.
  • l’esame al microscopio di campioni uretrali o cervicali, colorati con metodo Gram, è un metodo che permette di identificare il diplococco e porre diagnosi in tempi rapidi. Nell’uomo lo striscio su campione uretrale è più sensibile nei soggetti sintomatici (90-95%) che asintomatici (50-75%). Nella donna il test su campione endocervicale è più sensibile che su quello uretrale, ma è comunque un test meno sensibile (45-65%) e specifico che nell’uomo.
  • i test immunoenzimatici (EIA) e per la ricerca del DNA batterico rappresentano una valida alternativa all’esame colturale. I test che utilizzano tecniche di amplificazione dell’acido desossiribonucleico (nucleic acid amplification test, NAAT) sono più sensibili (>90%), probabilmente perché risentono meno della modalità di raccolta e trasporto del campione. Possono essere utilizzati su prelievi uretrali ed endocervicali, ma anche su campioni di urina. Presentano una specificità che non raggiunge il 100%, perciò occorre essere cauti nell’interpretazione di un esito positivo del test, da confermare eventualmente con un test colturale.