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Gonorrea

Come prevenire l’infezione?

 

La prevenzione primaria di Neisseria gonorrhoeae (NG), analogamente alle altre infezioni sessualmente trasmesse (IST), si basa sull’utilizzo di adeguati dispositivi di protezione a ogni rapporto sessuale (preservativi maschili o femminili e preservativi per il sesso orale) e sull’accurata igiene di ciò che entra in contatto con le mucose genitali e che può essere di uso condiviso, come i sex toys.
Ulteriori strategie per la riduzione del rischio di infezione prevedono la promozione dell’informazione e delle misure di prevenzione al fine di educare alla salute sessuale, ad esempio attraverso una maggiore consapevolezza delle regole del sesso sicuro quali la riduzione del numero dei partner, il consumo consapevole di alcool e l’astensione dall’uso di sostanze stupefacenti [1]. La prevenzione secondaria prevede lo screening della popolazione con fattori di rischio. Alcune agenzie di salute raccomandano lo screening in gravidanza nelle donne con fattori di rischio per IST [2-3].
Le revisioni sistematiche (RS) condotte dall’agenzia statunitense Agency for Healthcare Research and Quality (AHRQ) [4] e dall’Istituto Superiore di Sanità per la redazione della Linea Guida nazionale sulla gravidanza fisiologica [2] non hanno identificato studi comparativi sull’efficacia dello screening per gonorrea in gravidanza. Fra i potenziali danni di uno screening universale per gonorrea sono compresi i risultati falsi positivi e falsi negativi, anche se questi sembrano essere molto rari negli studi inclusi nella RS statunitense [4]. Non sono stati identificati studi che abbiano valutato i danni psicologici legati allo screening o gli effetti dello screening sulla percezione del rischio e sui comportamenti a rischio [2]. Prove indirette di efficacia indicano che l’identificazione e il trattamento precoci della gonorrea in donne in gravidanza con fattori di rischio per infezione potrebbero ridurre le complicanze ostetriche correlate [4].
Il rapporto beneficio/danno dello screening per gonorrea risulta infatti favorevole nella popolazione di donne sessualmente attive di età <25 anni, incluse quelle in gravidanza, e nelle donne di età ≥25 anni con aumentato rischio di IST [2]. L’accuratezza dei test diagnostici per la gonorrea è risultata molto alta per tutte le sedi anatomiche genito-urinarie di prelievo [4]. Alla luce di queste conoscenze, la linea guida italiana ha emesso la seguente raccomandazione forte, basate su qualità delle prove molto bassa [2]:

lo screening della Neisseria gonorrhoeae, deve essere offerto alle donne in gravidanza con fattori di rischio riconosciuti, alla prima visita prenatale e nel terzo trimestre.

Bibliografia

NHS. Health A to Z. Overview: Gonorrhoea. National Health Service; 2021. Ultimo accesso 18.12.2024
2. Istituto Superiore di Sanità Gravidanza fisiologica. PRIMA PARTE. Sezione 2 – Screening delle infezioni in gravidanza 2023. Linea guida 1/2023 SNLG. [Testo integrale] Ultimo accesso 15.01.2025
3. US Preventive Services Task Force. Screening for Chlamydia and Gonorrhea: US Preventive Services Task Force Recommendation Statement. JAMA 2021;326:949-56.
4. Cantor A et al. Screening for Chlamydial and Gonococcal Infections: a systematic review update for the U.S. Preventive Services Task Force. Rockville, MD: Agency for Healthcare Research and Quality (US); 2021 Sep. (Evidence Synthesis, No. 206.) [Medline]
5. Istituto Superiore di Sanità Gravidanza fisiologica. PRIMA PARTE. Appendice X – Fattori di rischio per le infezioni nelle donne in gravidanza. Linea guida 1/2023 SNLG. [Testo integrale] Ultimo accesso 15.01.2025

Contenuto aggiornato al: 31 gennaio 2025