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È disponibile il Rapporto sulla nascita in Emilia-Romagna nel 2016, quattordicesima edizione della elaborazione annuale dei Certificati di Assistenza al Parto (CedAP) [1]. Il documento descrive l'assistenza a gravidanza e parto in Emilia-Romagna e propone due approfondimenti: uno sulle disuguaglianze e uno sulla sorveglianza della natimortalità.
Nel 2016 vi sono stati 34.155 parti (34.790 neonati); risulta quindi confermata la progressiva diminuzione nel numero dei nati residenti in regione iniziata nel 2010 (-18.5%, fonte ISTAT). Il tasso di natalità scende a 7.8 nati per 1000 abitanti (era 9.8 nel 2009).
Di seguito alcuni degli elementi che emergono dal rapporto (disponibile in testo integrale all'indirizzo http://salute.regione.emilia-romagna.it/siseps/sanita/cedap/documentazione/pubblicazioni).
Popolazione
Dalle informazioni raccolte emergono il progressivo incremento della quota di madri con cittadinanza straniera (da 21.8% nel 2005 a 32.5% nel 2016); l'età media delle madri al momento del parto, pari a 32 anni (stabile rispetto negli ultimi tre anni), con una differenza tra italiane (media 33.1 anni) e straniere (media 29.7); la frequenza di madri non coniugate (nubili, separate, divorziate o vedove) pari a 38.6% e di madri nubili, con una frequenza aumentata da 22.3% nel 2005 a 36.3% nel 2016.
Per la prima volta si registra un lieve incremento della quota di madri con una scolarità bassa (licenza elementare o di scuola media inferiore) pari a 25.7%, pressoché stabile la quota di madri laureata o con diploma universitario pari a 32.2%; la scolarità dei padri risulta, nel complesso, inferiore a quella delle madri e in 17.1% dei casi entrambi i genitori hanno una scolarità bassa.
Ha un'attività lavorativa 63.0% delle madri, 8.9% risulta disoccupata o in cerca di prima occupazione (nel 2008 le occupate erano 70.6% e le disoccupate 4.0%).
Le donne alla prima gravidanza rappresentano 41.3% del totale. Considerando i precedenti concepimenti esitati in aborto o interruzione volontaria di gravidanza, le nullipare (donne al primo parto) costituiscono 50.9% del totale.
Il 17.1% delle donne che hanno partorito nel 2016 riferisce di essere stata fumatrice nei 5 anni precedenti la gravidanza e, fra loro, 38.2% ha continuato a fumare nel corso della gravidanza.
In base all'altezza e al peso pre-gravidico delle donne 18.9% delle madri risulta sovrappeso, 8.6% è obesa, 7.7% risulta sottopeso.
Gravidanza
Nel 2016 sono ricorse a tecniche di procreazione medico-assistita 2.6% delle donne (erano 1.0% nel 2006).
Fra le madri 47.0% utilizza prevalentemente servizi privati per l'assistenza in gravidanza, 47.9% si rivolge a consultori pubblici (dato in aumento negli anni) e 5.0% ad ambulatori ospedalieri. I servizi pubblici assicurano la maggior parte (86.6%) dell'assistenza alle donne con cittadinanza straniera.
Il numero medio di visite in gravidanza è 6.7 (stabile rispetto al 2015). Un numero di visite inferiori a 4, assunto quale indicatore di assistenza inadeguata, viene effettuato da 3.8% delle donne; una prima visita in gravidanza a una età gestazionale ≥12 settimane, anch'esso assunto quale indicatore negativo di assistenza, si osserva in 10.8% dei casi.
Le donne sottoposte ad almeno un'indagine prenatale invasiva (amniocentesi, villocentesi o funicolocentesi) sono 16.7% del totale (7.9% nelle donne di età ≤35 anni e 39.0% nelle donne di età superiore). Il dato - in decremento negli anni per entrambe le classi di età - è probabilmente da mettere in relazione a una crescente offerta di test di screening non invasivi (il test combinato è stato effettuato da 47.9% delle madri). Le donne che hanno effettuato un'indagine invasiva senza un precedente test combinato sono 12.3% del totale. Un corso di accompagnamento alla nascita è stato frequentato da 31.9% delle gravide (un ulteriore 13.8% lo aveva frequentato in una precedente gravidanza); la frequenza risulta superiore tra le donne al primo parto, italiane e con alta scolarità.
Parto
Nel 2016, 62.9% dei parti è avvenuto nei 9 punti nascita, su 27 operativi in regione, dotati di unità di terapia intensiva neonatale (UTIN); i punti nascita con meno di 500 parti/anno risultano 7 e hanno assistito 5.8% delle nascite. Il tasso di parti pretermine è 6.8%, quello di parti post-termine è 1.0%.
Escludendo dall'analisi i tagli cesarei senza travaglio, il parto è indotto in 26.7% dei casi, tasso lievemente superiore rispetto ai due anni precedenti; le indicazioni più frequenti risultano: la rottura prematura delle membrane (30.0%), la patologia materna (27.9%) e la gravidanza oltre il termine (22.3%). Tra i parti a esordio spontaneo del travaglio sono stati registrati 17.0% parti pilotati (augmentation). L'utilizzo di tecniche di contenimento del dolore in travaglio, sia farmacologiche che non farmacologiche, riguarda 92.2% dei parti con travaglio, in costante aumento dal 2007; l'analgesia epidurale è stata impiegata in 19.7% dei parti (nel 2007 in 6.9% dei casi).
Il tasso di tagli cesarei nel 2016 è pari a 26.1%, la metà circa dei quali elettivi, con marcata variabilità fra punti nascita; i parti vaginali operativi costituiscono 5.0% (in calo rispetto all'anno precedente).
Come di consueto, nel Rapporto i tagli cesarei sono analizzati attraverso le classi di Robson, per area, per volume di attività e per singolo punto nascita.
La episiotomia, rilevata per la prima volta nel 2015, è in calo e registrata in circa 8.2% dei parti vaginali (dati di incerta accuratezza).
Il tasso di parti plurimi è 1.8%, stabile negli ultimi quattro anni.
Neonato
Il tasso di neonati (vivi) di peso inferiore ai 2500 grammi è 7.1%, quello dei neonati di peso inferiore ai 1500 grammi è 1.0% (stabili rispetto all'anno precedente); la frequenza di macrosomia (definita come peso ≥4000 grammi) è 6.5%.
Almeno una manovra di rianimazione (ventilazione manuale, intubazione, massaggio cardiaco, somministrazione di adrenalina o altro farmaco) è stata praticata in 2.4% dei neonati.
Approfondimenti
Oltre alla analisi delle classi di Robson per punto nascita, gli Approfondimenti di questa edizione del Rapporto sono Disuguaglianze e percorso nascita e La sorveglianza della natimortalità in Emilia-Romagna.
1. Lupi C, et al. La nascita in Emilia-Romagna. 14° Rapporto suidati del Certificato di Assistenza al Parto (CedAP) - Anno 2016. Bologna:Regione Emilia-Romagna, 2017. [Testo integrale]
Data di pubblicazione: 05.12.2017