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Profilassi anti-D

Quando aumenta il rischio di immunizzazione Rh?

L'immunizzazione Rh durante la gravidanza è la conseguenza del passaggio di eritrociti fetali nella circolazione materna a seguito di una emorragia transplacentare (fetomaternal haemorrhages, FMH). Gli eventi sensibilizzanti sono condizioni cliniche che possono indurre una FMH e provocare immunizzazione materna, quali [1-4]:

  • procedure prenatali invasive: villocentesi, amniocentesi, funicolocentesi, interventi terapeutici intrauterini (chirurgici, laser, trasfusioni, inserimento di shunts)
  • aborto spontaneo
  • interruzione volontaria di gravidanza
  • emorragia antepartum/sanguinamento vaginali
  • gravidanza extrauterina
  • gravidanza molare
  • manovre di versione cefalica esterna
  • trauma addominale materno (aperto/chiuso)
  • morte fetale in utero

In seguito a tali eventi è possibile eseguire tempestivamente la profilassi anti-D attraverso la somministrazione di anticorpi IgG (la via intramuscolare è quella più comunemente utilizzata), per minimizzare il rischio di sensibilizzazione da parte del sistema immunitario materno nei confronti dell'antigene D presente sulla superficie degli eritrociti fetali. Tuttavia, non esistono studi controllati randomizzati sull'efficacia della profilassi anti-D per tutte queste situazioni, forse anche per questo le linee guida differiscono nelle indicazioni relative alla modalità di somministrazione della immunoprofilassi.
British Society for Haematology, a cui fa riferimento Royal College of Obstetricians and Gynaecologists [5], raccomanda l'immunoprofilassi entro 72 ore (eventualmente accettabile anche entro 10 giorni) dall'evento sensibilizzante, con dosaggi differenti in base all'epoca di gestazione:

  • entro la 12^ settimana: 250 UI (50 mcg) di immunoglobuline anti-D solo in caso di gravidanza ectopica, gravidanza molare, interruzione volontaria di gravidanza sia medica che chirurgica, ripetuti sanguinamenti vaginali di elevata intensità e/o associati a dolore addominale;
  • tra la 12^ e la 20^ settimane: 250 UI (50 mcg) di immunoglobuline anti-D. In caso di sanguinamenti ripetuti è raccomandata la ripetizione di 250 UI ad intervalli non inferiori a 6 settimane.
  • dopo la 20^ settimana: 500 UI (100 mcg) di immunoglobuline anti-D a cui associare test per FMH (prelievo materno attraverso cui calcolare la quantità di sangue fetale nella circolazione materna) per eventuale dose aggiuntiva. In caso di sanguinamenti cronici o intermittenti è raccomandata la ripetizione di 500 UI a intervalli di almeno 6 settimane, associata alla valutazione dell'entità della FMH ogni 2 settimane per eventuali dosi aggiuntive (125 UI intramuscolo per ogni mL di sangue fetale riscontrato nella circolazione materna) [1].

American College of Obstetricians and Gynecologists (ACOG) raccomanda la profilassi entro 72 ore, ma definisce comunque accettabile una profilassi fino a 28 giorni dall'evento sensibilizzante. Le dosi raccomandate sono:

  • entro la 12^ settimana: una dose tra 250 e 600 UI (50-120 mcg);
  • dopo la 12^ settimana: 1500 UI (300 mcg). In casi dubbi o in cui risulta difficile quantificare l'entità dello scambio materno-fetale (es. trauma addominale, morte intrauterina) deve essere eseguito il test per FMH per valutare la effettiva necessità e/o il corretto dosaggio delle immunoglobuline da somministrare;
  • dopo la 20^ settimana, nei casi di sanguinamenti cronici o intermittenti: 1500 UI (300 mcg) iniziali, seguiti da eventuali dosi aggiuntive calcolate sulla base della rilevazione dei valori di FMH da controllare ogni 2 settimane [2].

Society of Obstetricians and Gynaecologists of Canada (SOCG) raccomanda la profilassi entro 72 ore, ma definisce comunque accettabile una profilassi fino a 28 giorni dall'evento sensibilizzante.

  • entro la 12^ settimana: almeno 600 UI (120 mcg) di immunoglobuline anti-D;
  • dopo la 12^ settimana: 1500 UI (300 mcg) [3].

Bibliografia

1. Qureshi H et al. for British Society for Haematology. BCSH guideline for the use of anti-D immunoglobulin for the prevention of haemolytic disease of the fetus and newborn. Transfus Med 2014;24:8-20 [Testo integrale]. Ultimo accesso 29.03.2019
2. American College of Obstetricians and Gynecologists (ACOG). Prevention of RhD alloimmunization (ACOG practice bulletin; no. 181). Washington (DC): American College of Obstetricians and Gynecologists (ACOG); 2017 [Testo integrale]. Ultimo accesso 28.03.2019
3. Fung KFK et al for Society of Obstetricians and Gynaecologists of Canada. No.133-Prevention of Rh alloimmunization. J Obstet Gynaecol Can 2018;40:e1-10 [Medline].
4. Sperling JD et al. Prevention of RhD alloimmunization: a comparison of four national guidelines. Am J Perinatol 2018;35:110-9 [Medline].
5. Royal College of Obstetricians and Gynaecologists. Rhesus D prophylaxis, the use of anti-D immunoglobulin for (Green-top Guideline No. 22). URL: https://www.rcog.org.uk/en/guidelines-research-services/guidelines/gtg22/. [Ultimo accesso 27.02.2019]

Data di pubblicazione: 29.03.2019

 
 
  1. SaperiDoc
Direzione generale cura della persona, salute e welfare
Via Aldo Moro 21, Bologna