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Profilassi anti-D

Perché una profilassi anti-D prenatale di routine?

L'introduzione di raccomandazioni sulla somministrazione, in donne RhD negative, di immunoglobuline anti-D dopo il parto o dopo eventi potenzialmente sensibilizzanti in gravidanza - come ad esempio amniocentesi, prelievo dei villi coriali, perdite ematiche vaginali, manovre di versione esterna - (antenatal anti-D prophylaxis, AADP) ha ridotto drasticamente le complicanze legate alla malattia emolitica del neonato ed il rischio di alloimmunizzazione materna [1].

Sono state dimostrate la non totale adesione a queste raccomandazioni, la mancanza di tempestività nella somministrazione di una dose sufficiente di immunoglobuline anti-D e, in particolare, il mancato riconoscimento e il trattamento appropriato degli eventi potenzialmente sensibilizzanti. Una maggiore aderenza alle raccomandazioni potrebbe ridurre ulteriormente i casi di sensibilizzazione, ma non potrebbero essere comunque prevenuti i casi silenti [2].

Studi clinici controllati randomizzati hanno dimostrato che la profilassi anti-D prenatale di routine (routine antenatal anti-D prophylaxis, RAADP) riduce il rischio di immunizzazione, durante o immediatamente dopo la prima gravidanza, da 1.0% a 0.2% [3]. Anche se è poco probabile che un tale approccio comporti benefici o migliori l'esito della gravidanza in corso, un numero minore di donne avrà anticorpi anti-D nelle gravidanze successive.

L'introduzione di un programma di profilassi prenatale anti-D di routine in donne RhD negative [1, 4-6] potrebbe quindi ulteriormente limitare i casi di sensibilizzazione, anche se non eliminarli completamente. Infatti, benché il maggior numero di casi di emorragia feto-materna di entità sufficiente a produrre sensibilizzazione avvenga nel terzo trimestre, in alcuni casi la sensibilizzazione può avvenire anche prima della 28a settimana di età gestazionale, l'epoca alla quale è prevista la somministrazione della prima dose di profilassi prenatale anti-D [2].

In una analisi costo-efficacia, condotta in Regno Unito [7], sono stati considerati due diversi modelli di somministrazione della profilassi anti-D prenatale di routine. Il primo modello prevedeva l'offerta dell'intervento a tutte le gravide RhD-negative, il secondo solo alle primigravide; entrambi i modelli sono stati confrontati con il trattamento convenzionale post-partum e misurati come costo per anno di vita guadagnato e costo per anno di vita salvato, ponderato per qualità della vita (QALY). L'analisi ha deposto per un rapporto costo efficacia favorevole della profilassi profilassi anti-D prenatale di routine in tutte le gravide RhD negative.

Bibliografia

1. U.S. Preventive Services Task Force (USPSTF). Recommendation Statement. Screening for Rh (D) Incompatibility. Rockville, MD: Agency for Healthcare Research and Quality; 2004 [Testo integrale]
2. Jones ML et al. A review of the clinical effectiveness of routine antenatal anti-D prophylaxis for rhesus-negative women who are pregnant. BJOG 2004;111:892-902 [Medline]
3. Crowther CA, Middleton P. Anti-D administration in pregnancy for preventing Rhesus alloimmunisation. The Cochrane Database of Systematic Reviews 1999, Issue 2 [Riassunto]
4. National Institute for Clinical Excellence. Guidance on the use of routine antenatal anti-D prophylaxis for RhD-negative women. Technology Appraisal Guidance No. 41. London: National Institute for Clinical Excellence; 2002 [Testo integrale]
5. Society of Obstetricians and Gynaecologists of Canada. Prevention of Rh alloimmunization. J Obstet Gynaecol Can 2003;25:765-73 [Testo integrale]
6. Chilcott J et al. A review of the clinical effectiveness and cost-effectiveness of routine anti-D prophylaxis for pregnant women who are Rhesus-negative. Health Technol Assess 2003;7 [Testo integrale]
6. Chilcott J et al. A review of the clinical effectiveness and cost-effectiveness of routine anti-D prophylaxis for pregnant women who are Rhesus-negative. Health Technol Assess 2003;7 [Riassunto]
7. Chilcott J et al. The economics of routine antenatal anti-D prophylaxis for pregnant women who are rhesus negative. BJOG. 2004;111:903-7 [Medline]

 
 
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