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Rischi associati alla contraccezione con estroprogestinici

Depressione e suicidio

 

In breve
L'apparente associazione fra assunzione di contraccettivi ormonali e depressione e/o suicidio rilevata in alcuni studi osservazionali sembra dipendere dalla pre-esistenza di disturbi mentali, essere più frequente fra le giovani adolescenti ed essere inficiata dalla mancanza di correzione per alcuni fattori confondenti, quali il livello socio-economico delle utilizzatrici


Le modificazioni del tono dell'umore in senso depressivo sono state invocate quali possibili cause di sospensione della contraccezione ormonale. Una revisione narrativa [1], dopo avere rilevato i limiti della ricerca in quest'ambito - dovuti alla mancanza di studi prospettici, alla variabilità dei metodi di valutazione del tono dell'umore e all'aver assemblato in un'unica coorte diverse tipologie di contraccettivi - conclude che:

  • la maggior parte delle donne che assumono contraccettivi ormonali combinati (combined hormonal contraceptive -CHC) non sperimenta variazioni del tono dell'umore e l'incidenza di effetti collaterali è bassa;
  • i contraccettivi che contengono un progestinico "meno androgenico" (ad esempio desogestrel) potrebbero condizionare in misura minore il tono dell'umore, così come la somministrazione continuativa;
  • le donne precedentemente affette da disturbi del tono dell'umore possono sperimentare un peggioramento della sintomatologia in corso di assunzione di CHC, fatto che potrebbe essere dovuto più ai fattori che hanno condizionato la scelta del metodo che al metodo stesso.

La possibile associazione tra utilizzo di contraccettivi ormonali e depressione o suicidio è stata indagata da due studi prospettici di coorte [2,3] condotti dallo stesso autore in Danimarca su registri nazionali di popolazione.
Limitatamente al rischio depressione, il primo studio [2] ha monitorato, tra il 2000 e il 2013, donne tra 15 e 34 anni di età residenti, escludendo i casi con pregressa diagnosi di depressione, malattia psichiatrica, cancro, trombosi o pregressa assunzione di farmaci antidepressivi e trattamento per infertilità. Sono stati valutati i seguenti esiti: prima prescrizione di farmaci antidepressivi e prima diagnosi di depressione presso un ospedale psichiatrico nel gruppo di utilizzatrici di CHC.
Su un campione di 1.061.997 donne, il rischio di prima prescrizione di antidepressivi è risultato sempre aumentato, con stime del rischio leggermente differenti in base al tipo di contraccettivo utilizzato:

  • utilizzatrici di CHC rispetto alle non utilizzatrici rischio relativo-RR: 1.23; intervallo di confidenza 95%-IC 95%: 1.22, 1.25
  • utilizzatrici di contraccettivi orali contenenti solo progesterone RR: 1.34; IC 95%: 1.27, 1.40
  • utilizzatrici di anello vaginale contenente etonorgestrel RR: 1.60; IC 95%: 1.55, 1.69
  • utilizzatrici di IUD a rilascio di levonorgestrel RR: 1.40; IC 95%: 1.31, 1.42.

Il rischio varia con l'età: per le adolescenti (15-19 anni) il RR di prima prescrizione di antidepressivi è pari a 1.8 (IC 95%: 1.75, 1.84) per i COC e RR: 2.2 (IC 95%: 1.99, 2.52) per i contraccettivi orali contenenti solo progesterone. Nello stesso campione, il rischio di prima diagnosi di depressione è simile a quello di prescrizione di antidepressivi e si riduce con l'aumentare dell'età.
Lo studio suggerisce quindi che la sintomatologia depressiva potrebbe essere un effetto indesiderato correlato all'assunzione dei contraccettivi ormonali, in particolare tra le adolescenti.
Per l'esito suicidio [3], sono state prese in considerazione donne senza diagnosi psichiatrica, che al momento dell'arruolamento avessero compiuto 15 anni e che in precedenza non avessero fatto uso di antidepressivi o di contraccettivi ormonali. L'osservazione ha riguardato gli anni dal 1996 al 2013.
In quasi 500.000 donne, seguite per circa 8 anni, con età media di 21 anni, si sono verificati 6999 primi tentativi di suicidio e 71 casi di suicidio). Lo studio riporta un aumentato rischio di tentato suicidio nelle utilizzatrici di contraccettivi estroprogestinici rispetto alle non utilizzatrici (hazard ratio aggiustato per livello di istruzione e altre patologie ginecologiche HR:1.91, IC 95%: 1.79, 2.03), mentre non viene riportata una associazione statisticamente significativa per il suicidio. Il rischio è risultato maggiore fra le adolescenti. Lo studio non riporta informazioni relative ad alcuni fattori di confondimento potenzialmente associati all'esito [4], in particolare:

  • non è chiaro se il gruppo di confronto sia rappresentato da donne sessualmente attive utilizzatrici di contraccezione non ormonale
  • non sono presenti dati relativi a utilizzo di alcool, sostanze di abuso, livello socio-economico.

Infine risulta difficile comprendere il peso di questa informazione in assenza di una stima del rischio di base: l'articolo non riferisce infatti quale sia il tasso di tentativi di suicidi e di suicidi nelle adolescenti danesi negli anni dello studio. È quindi difficile valutare la trasferibilità di questa informazione.

 

Bibliografia

1. Schaffir J, et al. Combined hormonal contraception and its effects on mood: a critical review. Eur J Contracept Reprod Health Care 2016;21:347-55. [Medline]
2. Skovlund CW et al. Association of hormonal contraception with depression. JAMA Psychiatry 2016;73:1154-62. [Medline]
3. Skovlund CW et al. Association of hormonal contraception with suicide attempts and suicides. Am J Psychiatry 2018;175:336-42. [Medline]
4. Berlin I et al. Comment on the association of hormonal contraception with suicide attempts and suicides. Am J Psychiatry 2018;175:683. [Medline]

Data di pubblicazione: 03.01.2019

 
 
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