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Dispositivi intrauterini - Modalità di utilizzo

È necessaria la profilassi antibiotica?

 

Una revisione sistematica  (RS) di trial controllati randomizzati RCT [2] che ha preso in esame l'efficacia della profilassi antibiotica prima dell'inserimento dello IUD (intrauterine device) sulla riduzione delle complicanze correlate (PID: pelvic inflammatory disease-malattia infiammatoria pelvica) e sulla sospensione delle metodo a tre mesi dall'inserzione, conclude che il rischio di infezione dopo l'inserimento rimane comunque basso e non modificato dalla profilassi: odds ratio-OR: 0.89; intervallo di confidenza al 95%-IC95%: 0.53, 1.51. La raccomandazione si applica anche alle donne considerate a rischio per endocardite batterica.
Inoltre il documento FSRH [1] indica che:

  • è necessario effettuare sempre la visita ginecologica prima dell'inserimento
  • la disinfezione della cervice non sembra diminuire il rischio di PID post inserimento
  • è opportuno documentare il consenso sia per l'inserzione che per la rimozione dello IUD
  • è necessario assicurare la presenza di un secondo operatore sanitario per la gestione delle complicanze in fase di inserimento (bradicardie da reazione vaso-vagale)
  • l'uso di lidocaina topica, misoprostolo o farmaci antiinfiammatori non steroidei (FANS) per agevolare l'inserimento e ridurre il dolore non è supportato da prove di efficacia
  • il blocco anestetico paracervicale non è indicato di routine, ma può essere offerto se è necessaria la dilatazione del canale cervicale
  • l'assunzione di FANS può essere indicata come terapia del dolore post inserzione.
 

Altre informazioni pratiche:

  • è importante informare le utilizzatrici che lo IUD non protegge da malattie a trasmissione sessuale; a questo scopo è necessario integrare la contraccezione con un metodo di barriera
  • l'uso di tamponi vaginali o dispositivi di raccolta del sangue mestruale non aumenta il rischio di espulsione dello IUD
  • lo IUD può essere inserito anche in donne molto giovani, indipendentemente dalla parità. Il documento UKMEC sottolinea che, in generale, la contraccezione con IUD nelle donne di età inferiore ai 20 anni presenta più vantaggi che rischi [3]
  • può essere programmata una visita di controllo dopo la mestruazione successiva all'inserimento, ma si raccomanda, in particolare, di informare la donna riguardo ai segni e sintomi di infezione, perforazione ed espulsione, offrendole una possibilità di accesso facilitato ai servizi in caso di problemi
  • le utilizzatrici dovrebbero ricevere istruzioni su come controllare la presenza dello IUD a intervalli regolari e a usare il condom se vi siano dubbi sulla sua localizzazione, fino a controllo specialistico
  • se è necessario sottoporsi a risonanza magnetica, è stato valutato che non vi è rischio di dislocazione dello IUD al rame per applicazioni di campo magnetico statico fino a 3 Tesla; nessuna precauzione è richiesta per le utilizzatrici di LNG-IUS
  • consigliare la rimozione dello IUD entro la dodicesima settimana, in caso di gravidanza insorta in portatrice di IUD, indipendentemente dalla volontà di proseguire o meno la gravidanza stessa [4].
 
 

Bibliografia

1. Faculty of Sexual & Reproductive Healthcare of the Royal College of the Obstetricians and Gynaecologists (FSRH). Intrauterine Contraception. London, 2015 (modificato settembre 2019). [Testo integrale]
2. Grimes DA, Lopez LM, Schulz KF. Antibiotic prophylaxis for intrauterine contraceptive device insertion. Cochrane Database Syst Rev. 2001;(2):CD001327. [Medline]
3. Faculty of Sexual & Reproductive Healthcare. UK Medical eligibility criteria for contraceptive use-UKMEC 2016. [Testo integrale] 
4. NICE. Long-acting reversible contraception Clinical guideline [CG30] 2005. Aggiornamento 2014. [Testo integrale]

 

Data di pubblicazione: 14.01.2019

 
 
  1. SaperiDoc
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