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CoVID-19 in età pediatrica

 

CoVID-19 è più grave nei bambini?

 

In breve
I bambini che contraggono il virus SARS-CoV-2 presentano una sintomatologia più lieve rispetto agli adulti. L'associazione fra CoVID-19 nei bambini e lesioni cutanee o malattia di Kawasaki è per il momento solo una ipotesi.


 

Dalle prime osservazioni condotte in Cina, CoVID-19 sembra relativamente raro nei bambini e con decorso meno grave rispetto agli adulti: circa 2.4% dei casi totali ha riguardato soggetti in età pediatrica (≤18 anni); 2.5% di questi ha sviluppato una malattia grave e lo 0.2% ha avuto un decorso molto grave [1,2]. 

Anche il sistema di sorveglianza statunitense, nell'analisi relativa ai casi registrati dal 12 febbraio al 2 aprile su 149.082 soggetti positivi con età nota, identifica un numero contenuto di positivi in età pediatrica e con un andamento meno grave rispetto a quello degli adulti [3]. Sono 2.572 i soggetti positivi di età inferiore a 18 anni (1.7% del totale): di questi ne vengono ricoverati 147 (5.7% del totale dei soggetti positivi in età pediatrica, rispetto al 10% dei positivi adulti), in gran parte bambini con meno di 10 anni. Si registrano tre morti fra i soggetti in età pediatrica, per i quali la causa di morte è però sconosciuta.

Osservazioni successive confermano questo dato: l'unico bambino contagiato dopo esposizione con un adulto positivo in uno chalet nelle Alpi francesi sviluppa una sintomatologia lieve, tanto da continuare a sciare durante le vacanze e tornare poi a scuola senza alcun problema, fino alla scoperta della positività del tampone naso-faringeo, eseguita sulla base del contact tracing [4].

Anche in ambiente a maggiore rischio, come una unità di dialisi pediatrica nel nord della Germania dove era stato identificato un professionista positivo a SARS-CoV-2, i tre casi di bambini dializzati risultati positivi al SARS-CoV-2 (età media 10 anni) hanno avuto un decorso favorevole: due sono rimasti asintomatici, il terzo ha sviluppato una sintomatologia lieve [5].

Per ora le segnalazioni sono puntiformi e non supportate da un sistema efficiente di diagnosi che permetta di identificare il denominatore, cioè la popolazione effettivamente positiva, per cui ogni conclusione ha il carattere della provvisorietà, ma la consistenza delle segnalazioni depone per una sostanziale benignità dell'evoluzione di CoVID-19, anche in bambini a rischio [6]. 

Una sorveglianza condotta durante due settimane negli ospedali di secondo e terzo livello di Madrid, sembra contraddire le conclusioni sopra riportate: il tasso di positivi fra i bambini sottoposti a tampone è pari a 11.2% (41/365 bambini testati), 60% quello dei ricoverati (25/41 dei bambini risultati positivi), 9.7% (4/41) quello dei bambini ricoverati in terapia intensiva e che ricevono supporto ventilatorio, in un caso con ventilazione meccanica [7]. L'apparente discrepanza è legata alla strategia di screening: il tampone veniva eseguito selettivamente ai bambini giunti in ospedale con sintomatologia respiratoria significativa e/o con condizioni di base che potevano aumentarne il rischio di una evoluzione sfavorevole, quindi, a una selezione non rappresentativa della popolazione pediatrica. 

Recenti segnalazioni suggeriscono una possibile manifestazione clinica specifica dell'età pediatrica: una vasculite dei piccoli e medi vasi tipo malattia di Kawasaki con possibile interessamento dei vasi cardiaci. Per ora si tratta di singoli report, amplificati e distorti dai media [8]. Il possibile interessamento cutaneo in corso di CoVID-19 è stato suggerito in una prima lettera relativa a 88 pazienti positivi visti in un ospedale di Lecco: l'autore segnala un interessamento cutaneo, prevalentemente localizzato al tronco, in 18 casi (20.4% dei casi); l'età dei pazienti non è riportata [9]. 

Il primo caso pediatrico di Kawasaki, invece, è quello di una bambina di 6 mesi, giunta in pronto soccorso per febbre e irritabilità, che ha successivamente sviluppato un rash cutaneo polimorfo, congiuntivite bilaterale, ipertrofia delle papille linguali, edema delle mani e degli arti inferiori [10]. La contemporanea presenza di opacità polmonare rilevata radiologicamente ha portato all'esecuzione del tampone naso-faringeo per SARS-CoV-2, risultato positivo. Il trattamento specifico della Kawasaki (immunoglobuline endovena e acido acetilsalicilico ad alte dosi) ha portato alla completa risoluzione del quadro senza compromissione cardiaca. 

Una revisione retrospettiva dei casi di manifestazioni cutanee associate a positività per SARS-CoV-2 registrati in Francia nei mesi di marzo e aprile ha identificato 14 casi di persone positive con lesioni cutanee (7 di tipo infiammatorio e 7 vascolari), non tutte localizzate alle estremità. Più numerosi i casi di lesioni cutanee sospette non associate a positività del tampone [11]. 

In Spagna, uno studio retrospettivo sempre condotto nei mesi di marzo e aprile ha identificato 346 pazienti che si sono recati in ambulatorio a causa della comparsa di lesioni cutanee. Di questi 132 hanno acconsentito a partecipare allo studio. L'età  media dei pazienti è di 19.9 anni (range: 1, 51 anni): 54 soggetti (40.9%) sono stati contatti stretti di pazienti con CoVID-19, 28 soggetti (21.2%) sono stati a contatto con professionisti della salute, in 19 casi (14.4%) è stata fatta diagnosi clinica di CoVID-19, pur in assenza di qualunque interessamento polmonare, e solo in due degli undici casi in cui è stato eseguito un tampone nasofaringeo per la ricerca di SARS-CoV-2, l'esito è stato positivo [12]. L'ipotesi è che l'interessamento vascolare, probabilmente dovuto ad alterazioni della coagulazione, sia una manifestazione tardiva dell'infezione (16 dei 19 pazienti con diagnosi clinica di CoVID-19 sviluppano i sintomi cutanei mediamente 9 giorni dopo i sintomi respiratori). 

I casi sono quindi per ora sporadici e non chiaramente associati all'infezione da SARS-CoV-2. Registri di casi di CoVID19 con interessamento dermatologico sono in corso di attivazione per una valutazione più appropriata negli USA [8] così come in Italia.

 

Bibliografia

1. World Health Organization. Report of the WHO-China Joint Mission on Coronavirus Disease 2019 (COVID-19). 16-24 febbraio 2020 [Testo integrale]
2. Dong Y et al. Epidemiology of COVID-19 among children in China. Pediatrics 2020 Mar 16:e20200702 [Medline]
3. CDC COVID-19 Response Team. Coronavirus Disease 2019 in Children — United States, February 12-April 2, 2020. MMWR Morb Mortal Wkly Rep 2020 Apr 10;69(14):422-426 [Testo integrale]
4. Danis K et al; Investigation Team. Cluster of coronavirus disease 2019 (Covid-19) in the French Alps, 2020. Clin Infect Dis 2020 Apr 11:ciaa424 [Medline]
5. Schwierzeck V et al. First reported nosocomial outbreak of severe acute respiratory syndrome coronavirus 2 (SARS-CoV-2) in a pediatric dialysis unit. Clin Infect Dis 2020 Apr 27:ciaa491 [Medline]
6. Munro APS, Faust SN. Children are not COVID-19 super spreaders: time to go back to school. Arch Dis Child 2020 May 5:archdischild-2020-319474 [Medline]
7. Tagarro A et al. Screening and Severity of Coronavirus Disease 2019 (COVID-19) in Children in Madrid, Spain. JAMA Pediatr. 2020 Apr 8:e201346.  [Testo integrale]
8. Basatneh R, Vlahovic TC. Addressing the Question of Dermatologic Manifestations of SARS-CoV-2 Infection in the Lower Extremities: A Closer Look at the Available Data and its Implications. J Am Podiatr Med Assoc 2020 Apr 20 [Testo integrale]
9. Recalcati S. Cutaneous manifestations in COVID-19: a first perspective. J Eur Acad Dermatol Venereol 2020 Mar 26 [Testo integrale]
10. Jones VG et al. COVID-19 and Kawasaki Disease: Novel Virus and Novel Case. Hosp Pediatr 2020 Apr 7:hpeds.2020-0123 [Testo integrale]
11. Bouaziz JD et al. Vascular skin symptoms in COVID-19: a french observational study. J Eur Acad Dermatol Venereol 2020 Apr 27 [Testo integrale]
12. Fernandez-Nieto D et al. Characterization of acute acro-ischemic lesions in non-hospitalized patients: a case series of 132 patients during the COVID-19 outbreak. J Am Acad Dermatol 2020 Apr 24:S0190-9622(20)30709-X [Testo integrale]

 
 
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