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Newsletter (numero 20.1)

 
 

Obiettivo

Descrivere con uno studio retrospettivo le caratteristiche del CoVID-19 in età pediatrica in USA.

 

Metodo

 

Risultati principali

Sono stati analizzati i dati di 149.760 casi di CoVID-19 con conferma di laboratorio occorsi tra il 12 febbraio e il 2 aprile 2020. Dei 149.082 (99.6%) casi con età nota, 2.572 (1.7%) erano in soggetti minori di 18 anni. Solo per una piccola percentuale di casi erano riportati dati relativi a sintomi (9.4%), condizioni sottostanti (13%), e ricoveri (33%). Sulla base dei dati disponibili 73% dei pazienti pediatrici aveva febbre, tosse o respiro corto rispetto al 93% degli adulti nello stesso periodo; 5.7% di tutti i pazienti pediatrici (20% di quelli con dato disponibile), sono stati ricoverati, valore inferiore rispetto a tutti gli adulti (10%) o con dato disponibile (33%). Limitatamente ai dati pediatrici l'età media era 11 anni (range 0-17 anni); 398 (15%) casi si sono verificati in bambini minori di 1 anno, 682 (27%) nella fascia 10-14 anni, 813 casi (32%) in ragazzi 15-17 anni. 57% era di sesso maschile. In 184 (7.2%) casi con informazioni sull'esposizione, 16 (9%) erano associati a viaggi e 168 (91%) a contatto in famiglia o in comunità con un caso positivo. Per quanto riguarda i singoli sintomi il 56% ha presentato febbre, 54% tosse e 13% respiro corto, confrontato rispettivamente al 71%, 80%, e 43% degli adulti. Mialgia, faringodinia, cefalea e diarrea sono risultati meno frequenti. 147 bambini (range stimato = 5.7%-20%) sono stati ricoverati, di cui 15 (0.58%-2.0%) in ICU. Il rischio di ricovero era più elevato nei bambini minori di 1 anno (15%-62%).  In 80/345 (23%) casi pediatrici con informazioni disponibili era presente una condizione preesistente; le più comuni sono risultate patologia polmonare cronica, compresa asma (40 casi), patologia cardiovascolare (25 casi) e immunosoppressione (10 casi). Si sono verificati 3 morti (in accertamento la relazione con CoVID-19).

 

Conclusioni

I dati confermano il decorso più lieve nei bambini, e il ricovero più comune nei pazienti di età minore di 1 anno. La maggior parte dei bambini di cui è stata registrata l'informazione presenta i segni e sintomi caratteristici di CoVID-19.  
Trattandosi di un flusso di dati gli autori sottolineano l'importanza di modificare la strategia di sorveglianza CoVID-19 per evitare di sovraccaricare i dipartimenti di salute locali, integrando il sistema con una raccolta di informazioni più esaustive su sottogruppi di pazienti in diversi setting di cura.

 

 

Altri studi sull'argomento

Un report nazionale cinese ha descritto 2.143 pazienti pediatrici con CoVID-19 (34.1% con conferma di laboratorio, 65.9% sospetti) dal 16 gennaio all'8 febbraio 2020: 94 (4.4%) erano asintomatici, 1091 (50.9%) con sintomatologia lieve e 831 (38.8%) con sintomatologia moderata. La percentuale di casi gravi è risultata maggiore nei bambini minori di 1 anno (10.6%). Deceduto un ragazzo di 14 anni. La maggior parte aveva un contatto documentato con un caso infettato o faceva parte di un focolaio familiare. Da segnalare che si sono verificati più casi gravi tra i pazienti sospetti rispetto ai confermati, rimane quindi da determinare il ruolo di altri patogeni [1].
Una revisione sistematica su CoVID-19, nei database MEDLINE e Embase tra 1 gennaio e 18 marzo 2020 che ha incluso 45 articoli rilevanti, in gran parte provenienti dalla Cina, ha confermato questi dati: i bambini rappresentano 1%-5% dei casi diagnosticati di CoVID-19, hanno una sintomatologia più lieve rispetto agli adulti e la morte è estremamente rara. Il quadro clinico è simile agli adulti, con prevalenza di febbre e sintomi respiratori, ma pochissimi bambini hanno sviluppato polmonite grave. L'aumento degli indici infiammatori è meno comune e la linfocitopenia rara [2].
In Spagna è stato costituito un registro dei casi pediatrici confermati dal 2 marzo al 16 marzo 2020, in 30 ospedali di 2° e 3° livello nell'area di Madrid, durante le prime 2 settimane di epidemia con lo scopo di avere una panoramica della proporzione dei casi confermati su quelli testati e sulla gravità di CoVID-19 nei bambini minori di 18 anni. 41/365 bambini testati (11.2%) sono risultati positivi, rappresentando lo 0.8% dei 4.695 casi confermati. L'età media dei pazienti testati era 3 anni e l'età media dei pazienti positivi era 1 anno.  25/41 bambini con COVID-19 confermato (60%) sono stati ricoverati, 4/41 (9.7%) in terapia intensiva (PICU) e 4/41 (9.7%) hanno richiesto supporto respiratorio più consistente delle nasocannule; di questi solo 1 aveva una patologia preesistente (wheezing ricorrente). Nessun paziente è deceduto. Le diagnosi iniziali sono state: infezione delle vie aeree superiori (34%), febbre senza localizzazione d'organo (27%), polmonite virale (15%), bronchiolite (12%), gastroenterite o vomito (5%), polmonite batterica (5%), e crisi d'asma (2%). 2 pazienti (5%) avevano una coinfezione con influenza B. Quindi si conferma il dato della bassa incidenza nei soggetti minori di 19 anni, mentre il dato sui ricoveri è risultato molto superiore a quello cinese, a causa della diversa strategia diagnostica usata (tamponi eseguiti solo ai bambini arrivati in ospedale con sintomi di CoVID-19 o con comorbidità e alto rischio di complicanze) [3].
In Corea, dove i bambini (età minore o uguale a 19 anni) rappresentano il 18% della popolazione totale, dal 19 al 2 marzo 2020 sono risultati positivi 201 bambini, rappresentando il 4.8% di tutti i casi confermati. Tra tutti i casi pediatrici il 15.9% ha riguardato la fascia 0-9 anni. La maggior parte dei casi ha presentato un decorso clinico lieve [4].
La ridotta suscettibilità dei bambini minori di 10 anni è confermata anche da uno studio di popolazione in Islanda dove nel gruppo target (sintomatici provenienti da aree a rischio o contatti con persone infette) 38/564 (6.7%) sono risultati positivi rispetto ai 1183/8635 (13.7%) di età >10 anni. Nel gruppo screening di popolazione la differenza è risultata ancora più marcata: risultano positivi 0/848 bambini rispetto a 100/12.232 (0.8%) di età >10 anni [5]. Le ipotesi sulla ridotta suscettibilità dei bambini all'infezione da SARS-CoV-2 sono riassunte nel BOX 1 [6].
Nell'ambito dello screening di popolazione eseguito in 2 tempi a Vo' Euganeo, dal 23 febbraio al 8 marzo 2020, sono stati testati rispettivamente 2.812 (85.9%) e 2.343 (71.5%) abitanti. Nella prima sorveglianza 73/2812 soggetti sono risultati positivi (2.6%) e nella seconda 29/2343 (1.2%); nessuno dei 234 bambini Effetti indiretti della pandemia di CoVID-19 sono registrati anche in Italia: una serie di casi riporta che 12 bambini, giunti tardivamente in ospedale per la paura dei genitori del contagio, hanno avuto un ritardo diagnostico e di trattamento con esiti gravi. I casi sono stati segnalati nella settimana dal 23 al 27 marzo in 5 centri italiani. 6/12 sono stati ricoverati in terapia intensiva e 4 sono morti. Tutti erano CoVID-19 negativi. Interessante sottolineare che negli stessi centri nello stesso periodo nel 2019 non erano state registrati morti e in tutto l'anno il numero totale di morti variava da 0 a 3 per ospedale [8].

 

Che cosa aggiunge questo studio

Conferma la più bassa incidenza di CoVID-19 e la minor gravità clinica in età pediatrica.

 

Commento

Validità interna
Disegno dello studio: non è specificato quale test sia stato utilizzato per la diagnosi di CoVID-19 e quali indicazioni siano state seguite; gli stessi autori segnalano che i protocolli potevano essere differenti nelle varie giurisdizioni. Solo in una minoranza di casi erano disponibili dati per alcune variabili significative, quindi i risultati potrebbero essere falsati. Da segnalare inoltre che per la breve durata del follow up potrebbero mancare informazioni su esiti a distanza.
Esiti: gli esiti, pur non definiti in modo preciso trattandosi di una raccolta dati in fase di emergenza, sono rilevanti.
Conflitti di interesse: non presenti.

Trasferibilità
Popolazione studiata: la popolazione studiata non si differenzia da quella italiana. Si tratta di una quota di bambini che all'inizio dell'emergenza ha ricevuto la diagnosi per quadro sintomatologico grave e/o esposizione a caso accertato di CoVID-19.
Tipo di intervento: la sorveglianza è fattibile anche in Italia ed infatti è attualmente coordinata dall'Istituto Superiore di Sanità (ISS) che integra dati microbiologici ed epidemiologici forniti dalle regioni e dal Laboratorio Nazionale di Riferimento per SARS-CoV-2 dell'ISS. I dati vengono raccolti attraverso una piattaforma web dedicata ed include tutti i casi di COVID-19 diagnosticati dai laboratori di riferimento regionali.

 
 

Scheda redatta dal gruppo di lettura ACP di Milano:
Ambrogina Pirola, Valeria D'Apolito, Francesco Peja, Valentina Decimi, Maria Luisa Melzi, Claudio Ronconi, Ferdinando Ragazzon, Gian Piero Del Bono, Patrizia Rogari, Riccardo Cazzaniga, Francesca Sala, Laura Martelli, Lucia Di Maio, Maria Antonietta Pelagatti, Alessandra Sala, Casagranda Sara, Maddalena Migliavacca, Federica Zucchetti, Aurelio Nova, Chiara Vimercati, Laura Gualtieri, Sara Fedeli, Elena Groppali, Martina Saruggia, Federica Zanetto.

 
 
 
  1. SaperiDoc
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