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I Rapporti Nascita

La nascita in Emilia-Romagna 2019

 
 

È disponibile il Rapporto sulla nascita in Emilia-Romagna nel 2019, 17esima edizione della elaborazione annuale dei Certificati di Assistenza al Parto (CedAP) [1].  Nel 2019 i parti sono stati 31.123 (31.600 neonati), dato che conferma il calo progressivo del numero dei nati: negli ultimi dieci anni, la riduzione delle nascite è risultata pari al 25,5%, un trend confermato dai dati ISTAT. Il tasso di natalità scende a 6,9 nati per 1.000 abitanti (era 9,8 nel 2009).

Di seguito alcuni degli elementi che emergono dal rapporto (all'indirizzo http://salute.regione.emilia-romagna.it/siseps/sanita/cedap/documentazione/pubblicazioni sono disponili il testo completo e gli allegati).


Popolazione
La quota di madri con cittadinanza straniera è pari a 33,5%, stabile rispetto al 2018 (33,2%); l'età media delle madri al momento del parto è pari a 32 anni (pressoché stabile negli ultimi 5 anni), con una differenza tra italiane (età media 33 anni) e straniere (età media 30 anni); la frequenza di madri non coniugate (nubili, separate, divorziate o vedove) è pari a 40,5%, rappresentate in gran parte dalle madri nubili (38,4%).


 

Resta stabile la quota di madri con una scolarità bassa (licenza elementare o di scuola media inferiore) pari a 24,8%, mentre è in leggero aumento la quota di madri laureata o con diploma universitario, (34,9% nel 2019, era 33,8% nel 2018); la scolarità dei padri risulta, nel complesso, inferiore a quella delle madri e in 16,7% dei casi entrambi i genitori hanno una scolarità bassa.
Ha un'attività lavorativa 63,1% delle madri, 9,8% risulta disoccupata o in cerca di prima occupazione (nel 2008 - prima delle conseguenze della crisi economica - le occupate erano 70,6% e le disoccupate 4,0%).
Le donne alla prima gravidanza rappresentano 40,1% del totale. La quota di donne con età ≥35 anni al primo parto è pari al 27,1%, in graduale aumento nel tempo (era 22,5% nel 2007).
Riguardo agli stili di vita, il 5,6% delle donne durante la gravidanza ha continuato a fumare, il 20,4% era sovrappeso, il 9,6% obesa.

Gravidanza
Sono ricorse a tecniche di procreazione medico-assistita 3,1% delle donne, dato stabile rispetto al 2018, ma più che raddoppiato nell'ultimo decennio (erano 1,6% nel 2009).
Fra le madri, 53,9% è stata seguita dai consultori pubblici, 40,6% da professionisti privati e 5,4% da ambulatori ospedalieri pubblici. I servizi pubblici hanno seguito la maggior parte delle donne con cittadinanza straniera (89,2% di questa popolazione) e oltre 2 donne italiane su 5 (44,3%).
Il numero medio di visite in gravidanza è 6,8. La percentuale di donne che ha avuto un numero di visite inferiore a 4 e una prima visita in gravidanza dopo la 12esima settimana di età gestazionale (indicatori di accesso non appropriato dei servizi in gravidanza) sono state rispettivamente 3,2% e 9,9%.
Il test combinato - non invasivo - è stato effettuato da 60,4% delle madri, mentre le donne che hanno eseguito almeno un'indagine prenatale invasiva (amniocentesi, villocentesi o funicolocentesi) sono 7,7% del totale, in diminuzione negli anni probabilmente per una crescente offerta di test di screening non invasivi. Le donne che hanno effettuato un'indagine invasiva senza un precedente test combinato sono 4,2% del totale, in calo rispetto all'anno precedente.
Le donne che hanno frequentato un corso di accompagnamento alla nascita sono state il 35,1%; un ulteriore 14,9% lo aveva frequentato in una gravidanza precedente.

Parto
Il 66,3% dei parti è avvenuto nei 9 punti nascita dotati di unità di terapia intensiva neonatale; i punti nascita con meno di 500 parti/anno sono 5 e hanno assistito 5,4% delle nascite. Il tasso di parti pretermine è 6,2%, quello di parti post-termine è 1,1%. Escludendo dall'analisi i tagli cesarei senza travaglio, il parto è indotto in 31,6% dei casi, tasso in aumento negli anni (era 24,9% nel 2009). Le indicazioni più frequenti risultano: la patologia materna (31,4%), la rottura prematura delle membrane (29,6%), e la gravidanza oltre il termine (19,1%). Tra i parti a esordio spontaneo del travaglio sono stati registrati 15,3% di parti pilotati farmacologicamente (augmentation).
L'analgesia epidurale è stata impiegata in 24,8% delle donne con travaglio di parto, in netto aumento rispetto al 2009 (9,5%). L'episiotomia è registrata in circa 5,5% dei parti vaginali. Il tasso di parti plurimi è 1,5%. Il tasso di tagli cesarei, in calo negli ultimi dieci anni (era 29,9% nel 2009), è pari a 24,2%, di cui poco più della metà (51%) elettivi. Persiste una ampia variabilità fra punti nascita nel ricorso all'intervento. Come di consueto, nel Rapporto i tagli cesarei sono analizzati attraverso le classi di Robson, per area, volume di attività e singolo punto nascita. In caso di parto vaginale (compreso quello operativo) il 93,9% delle donne ha accanto a sé al momento del parto una persona di fiducia, la frequenza cala a 22,3% in caso di parto con taglio cesareo.
Escludendo i parti cesarei, i parti vaginali operativi, i parti con travaglio indotto o pilotato e l'episiotomia, la frequenza di parti senza alcun intervento - considerati quindi fisiologici nel loro decorso - è pari a 43,0%.

Neonato
Il tasso di neonati (vivi) di peso inferiore ai 2.500 grammi è 6,6%, quello dei neonati di peso inferiore ai 1.500 grammi è 1,1% (pressoché stabile rispetto all'anno precedente); la frequenza di macrosomia (definita come peso ≥4.000 grammi) è 6,5%.
Almeno una manovra di rianimazione (ventilazione manuale, intubazione, massaggio cardiaco, somministrazione di adrenalina o altro farmaco) è stata praticata in 2,5% dei neonati.
Il tasso di natimortalità è pari a 3 per 1.000 nati (101 casi, stabile negli ultimi anni).

 

Bibliografia

1. Perrone E, Formisano D, Gargano G et al. La nascita in Emilia-Romagna. 17° Rapporto sui dati del Certificato di Assistenza al Parto (CedAP) - Anno 2019.  Bologna: Regione Emilia-Romagna, 2020. [Testo integrale]





 
 
 
 
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