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Diagnosi prenatale di malattie genetiche

Rischio di aborto associato a diagnosi prenatale invasiva

 

La corretta stima del rischio di perdita fetale dopo procedura invasiva è complessa dipendendo da: rarità dell'evento, presenza di un rischio di base variabile in funzione dell'epoca gestazionale, tipo di procedura utilizzata, aumentato rischio di aborto spontaneo nei feti che presentano anomalie strutturali ecografiche, esperienza dell'operatore, epoca di pubblicazioni degli studi.
L'unico studio randomizzato controllato (RCT) che ha valutato il rischio di aborto dopo amniocentesi è stato realizzato nei primi anni '80 in Danimarca [1]. Lo studio ha arruolato 4606 gravidanze a basso rischio: nel gruppo di studio esposto ad amniocentesi (n=2302) sono stati registrati maggior numero di aborti rispetto al gruppo di controllo non esposto ad amniocentesi (n=2304 donne), ovvero 1.7% versus 0.7%, (p value <0.01). Il rischio aggiuntivo calcolato è di 1%, ma con una stima piuttosto imprecisa: rischio relativo (RR): 1.41, intervallo di confidenza al 95% (IC95%): 0.99, 2.00 [2-3]. Non è ipotizzabile, nel futuro, la conduzione di un ulteriore studio randomizzato di elevata qualità e con campione adeguato, per affinare la stima del rischio di amniocentesi [2].

Una revisione sistematica (RS), con ricerca della letteratura aggiornata al 2014, che per ridurre il rischio di bias ha incluso solo studi pubblicati a partire dal 2000 e relativi a più di 1000 procedure, ha calcolato il rischio di perdita fetale entro 24 settimane di gestazione dopo amniocentesi e villocentesi [4]. La RS ha incluso 21 studi; la metanalisi limitata agli studi che presentavano un gruppo di controllo (7 per amniocentesi e 3 per villocentesi) ha valutato 42.716 donne sottoposte ad amniocentesi (324 perdite fetali) con gruppo di controllo pari a 138.657 donne (942 perdite fetali) e 8.899 donne sottoposte a villocentesi (207 perdite fetali) con 37.388 controlli (534 perdite fetali). Il rischio di aborto dopo procedura è risultato pari a 0.81% (IC 95%: 0.58, 1.08%) per amniocentesi e 2.18% (IC 95%: 1.61, 2.82%) per villocentesi. Nelle donne del gruppo di controllo che non si sottopongono né ad amniocentesi né a villocentesi il rischio di aborto è rispettivamente pari a 0.67% (IC 95%: 0.46, 0.91%) e 1.79% (IC 95%: 0.61, 3.58%). Il rischio aggiuntivo collegato alle procedure di diagnosi prenatale invasiva non risulta, quindi, essere significativamente aumentato né per amniocentesi né per villocentesi (differenza assoluta di rischio (ARR) per amniocentesi: 0.11%; IC 95%: -0.04, 0.26% e ARR per villocentesi: 0.22%; IC95%: -0.71, 1.16%) [4]. 

Una RS con metanalisi ha aggiornato la ricerca della letteratura al 2019 [5], anche in questo caso sono stati considerati solo studi pubblicati a partire dal 2000, escludendo gli studi che non presentavano un gruppo di controllo. La metanalisi ha incluso 12 studi per amniocentesi (n=63.723 gruppo di intervento e 33.0469 gruppo di controllo) e 7 per villocentesi (n=13.011 nel gruppo di intervento e 23.2680 nel gruppo di controllo). Il rischio aggiuntivo legato alle procedure è pari a 0.30% (IC 95%: 0.11, 0.49) dopo amniocentesi e non significativo dopo villocentesi (0.20%; IC 95%: -0.13, 0.52). Questa RS ha anche valutato la differenza di rischio confrontando sottogruppi di donne che avevano un diverso rischio di base di aneuploidie fetali ("basso": basso rischio al test di screening non invasivo; "intermedio": età materna avanzata; "alto": alto rischio al test di screening) e ha osservato che il rischio aggiuntivo delle procedure invasive non è significativamente aumentato quando il confronto avviene tra gruppi simili, sia per amniocentesi (AAR: 0.12%, IC 95%: -0.05; 0.30%) che per villocentesi (AAR -11; IC 95% : - 0.29, 0.08%) [5].

I rischi di perdita fetale sono inoltre correlati all'esperienza dell'operatore e della struttura in cui si eseguono le procedure invasive [2,6]. Al fine di mantenere una buona pratica clinica il Royal College of Obstetricians and Gynaecologists (RCOG) raccomanda a ogni operatore di eseguire almeno 20 amniocentesi o villocentesi l'anno, di mantenere le competenze comunicative con le pazienti, eseguire audit sui casi di complicanze post-procedura e rivedere le procedure se il tasso di aborti sia superiore a 3% all'anno [2]. La International Society of Ultrasound in Obstetrics and Gynecology (ISUOG) riporta che il rischio di perdita fetale è inferiore nei casi in cui un operatore esegua oltre 100 procedure l'anno e raccomanda di rivalutare le competenze di un professionista che presenti un tasso di aborto consecutivo o di fallimento del campionamento dei villi coriali rispettivamente superiore a 8% e 5% all'anno, o un tasso di aborto consecutivo dopo amniocentesi superiore a 4% annuo. Ripetuti tentativi di campionamento aumentano il rischio di perdita fetale [6]. In caso di gravidanze gemellari è possibile che il rischio correlato alla diagnostica prenatale invasiva aumenti (pari a 1% secondo le linee guida inglese e americana), anche se i dati sono pochi, limitati a gravidanze con due feti e derivanti da studi osservazionali raramente dotati di gruppo di controllo [2,6,7]. Le linee guida raccomandano, in caso di gravidanze gemellari, di affidare la procedura a un professionista con più esperienza, specialmente se l'aborto selettivo di uno dei feti è tra le opzioni considerate dalla donna [2,6].

 
 

Bibliografia

1. Tabor A et al. Randomised controlled trial of genetic amniocentesis in 4606 low-risk women. Lancet 1986;1:1287-93
2. Navaratnam K et al. The Royal College of Obstetricians and Gynaecologists. Amniocentesis and chorionic villus sampling. Green-top Guideline No. 8. BJOG 2022; 129:e1-15 [Testo integrale].
3. Alfirevic Z et al. Amniocentesis and chorionic villus sampling for prenatal diagnosis. Cochrane Database Syst Rev. 2017 Sep; 2017: CD003252. [Medline]
4. Akolekar R et al. Procedure-related risk of miscarriage following amniocentesis and chorionic villus sampling: a systematic review and meta-analysis. Ultrasound Obstet Gynecol 2015;45:16-26 [Medline]
5. Salomon LJ et al. Risk of miscarriage following amniocentesis or chorionic villus sampling: systematic review of literature and updated meta-analysis. Ultrasound Obstet Gynecol 2019;54:442-51 [Medline]
6. Ghi T et al, on behalf of the International Society of Ultrasound in Obstetrics and Gynecology. ISUOG Practice Guidelines: invasive procedures for prenatal diagnosis in obstetrics. Ultrasound Obstet Gynecol 2016;48:256-68 [Testo integrale]
7. American College of Obstetricians and Gynecologists' Committee on Practice Bulletins—Obstetrics, Committee on Genetics, Society for Maternal-Fetal Medicine. Practice Bulletin No. 162: Prenatal diagnostic testing for genetic disorders. Obstet Gynecol 2016;127:e108 [Medline]

 
 

Data di pubblicazione: 14.03.2024

 
 
  1. SaperiDoc
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