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Interruzione volontaria di gravidanza in Italia

Dati epidemiologici

 

Nel 2020, la relazione del Ministro della salute sull'attuazione della Legge 194/78 per la tutela sociale della maternità e l'interruzione volontaria di gravidanza (IVG) contenente i dati dell'anno 2018 [1] riferisce che:

  • in totale sono state notificate 76.328 IVG, confermando il continuo andamento in diminuzione (-5.5% rispetto al 2017). Il valore è più che dimezzato rispetto al 1983 - anno in cui si è registrato il picco di IVG in Italia con 234.801 casi;
  • il tasso di abortività (numero di IVG rispetto a 1.000 donne di età 15-49 anni residenti in Italia) è pari a 6/1.000, con una riduzione del 4.0% rispetto al 2017 e del 65.1% rispetto al 1982. Il dato italiano è tra i valori più bassi a livello internazionale;
  • il rapporto di abortività (numero di IVG rispetto a 1.000 nati vivi) è pari a 173.8/1.000 nati vivi nel 2018 (17.4 per 100 nati vivi), con una riduzione di 1.9% rispetto al 2017 e di 54.3% rispetto al 1982. La lettura dei dati relativi al rapporto di abortività nel tempo deve tener conto del persistente calo della natalità in Italia;
  • l'IVG è diminuita in tutte le aree geografiche italiane;
  • il ricorso all'IVG è diminuito in tutte le classi di età, in particolare tra le giovanissime. Si conferma il minore ricorso all'IVG tra le giovani rispetto ad altri paesi dell'Europa occidentale;
  • dopo un aumento importante nel tempo, le IVG tra le donne straniere negli ultimi anni hanno mostrato una tendenza alla diminuzione e rappresentano il 30.3% del totale;
  • continua ad aumentare la percentuale di interventi effettuati precocemente: il 50.9% degli interventi è stato effettuato entro le 8 settimane di gestazione;
  • la procedura d'urgenza è scelta nel 21.3% dei casi con una tendenza in aumento;
  • per il rilascio del documento/certificazione necessari alla richiesta di IVG il servizio utilizzato nel 44.1% dei casi è il consultorio familiare;
  • è in aumento l'uso dell'aborto farmacologico che è stato adoperato nel 24.2% dei casi con ampia variabilità regionale;
  • sono in diminuzione i tempi di attesa tra rilascio della certificazione e intervento: entro 14 giorni dal rilascio del documento viene effettuato il 70.2% delle IVG; 
  • ha presentato obiezione di coscienza il 69% dei ginecologi, il 46.3% degli anestesisti e il 42.2% del personale non medico, valori in leggero aumento che presentano ampie variazioni regionali. Un'analisi dell'impatto di tali percentuali sulla disponibilità del servizio e sul carico di lavoro degli operatori non obiettori ha evidenziato che la numerosità dei punti IVG appare più che adeguata rispetto al numero delle IVG effettuate.
 

I dati contenuti nella relazione ministeriale sono declinati a livello regionale [2]; accesso diretto ai dati raccolti e inviati dalle regioni è possibile tramite il sito dell'Istituto nazionale di statistica (ISTAT) [3].
L'importante ruolo del consultorio nella prevenzione dell'IVG e il supporto alle donne che decidono di interrompere la gravidanza è stato evidenziato anche dalla recente indagine promossa dal Ministero della salute (Progetto CCM Azioni centrali 2017) e coordinata dall'Istituto superiore di sanità (ISS) [4].

 

Bibliografia

1. Relazione del Ministro della Salute sulla attuazione della legge contenente norme per la tutela sociale della maternità e per l'interruzione volontaria di gravidanza (legge 194/78). Dati 2018 [Testo integrale]
2. Relazione del Ministro della Salute sulla attuazione della legge contenente norme per la tutela sociale della maternità e per l'interruzione volontaria di gravidanza (legge 194/78). Dati 2018 - Tabelle regionali [Testo integrale]
3. ISTAT. Salute e sanità. Salute riproduttiva della donna [Sito web]
4. Ministero della Salute. Centro Nazionale per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie. CCM Programma 2017 [Testo integrale]

Data di pubblicazione: 22.06.2021

 
 
  1. SaperiDoc
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