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INTERRUZIONE VOLONTARIA DI GRAVIDANZA

Metodiche

 

Oggi in Italia la donna può richiedere una interruzione volontaria di gravidanza (IVG) entro i primi 90 giorni di gestazione per motivi di salute, economici, sociali o familiari [1]. L'IVG può essere praticata anche dopo i primi 90 giorni quando la gravidanza o il parto comportino un grave pericolo per la vita della donna oppure quando siano state accertate gravi anomalie del feto con possibili conseguenze dannose sulla salute psicofisica della donna [1].
Dal 1978 l'IVG è regolamentata dalla Legge 194/78. Obiettivo primario della legge è la tutela sociale della salute della donna, della maternità e la prevenzione dell'aborto attraverso la rete dei consultori familiari [1,2].
La richiesta di IVG viene effettuata personalmente dalla donna. Nel caso delle minorenni, è necessario l'assenso da parte di chi esercita la potestà o la tutela. In caso di mancato assenso, e nel rispetto del limite temporale dei 90 giorni, è possibile ricorrere al giudice tutelare [2].
I consultori familiari esercitano un ruolo fondamentale nell'assistenza alle donne che decidono di ricorrere all'IVG: informano la donna dei suoi diritti, delle possibilità assistenziali offerte dal territorio, delle norme a tutela della madre lavoratrice, delle possibilità di sostegno in caso di proseguimento della gravidanza, dei percorsi per ottenere una IVG nei tempi e modi corretti in caso la donna abbia deciso di interrompere la gravidanza [2].

Esistono due modalità per eseguire una IVG: farmacologica e chirurgica. Queste vengono prese in considerazione in diverse linee guida nazionali: quella inglese del Royal College of Obstetricians and Gynecologists (RCOG) [3], quella francese dellaAssociation Nationale des Centres d'IVG et de Contraception (ANCIE) [4] e quella statunitense della National Abortion Federation (NAF) [5]. Sono inoltre disponibili le raccomandazioni sul tema dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) [6]. Questi documenti, pur presentando alcune differenze legate alla diversa normativa vigente nei paesi, concordano su molti aspetti relativi all'assistenza della donna che fa richiesta di IVG: in generale viene sottolineata l'importanza di ridurre i tempi di attesa per il primo colloquio e per la procedura.

Per quanto riguarda la fase pre-intervento, le informazioni alla donna devono essere fornite in una lingua a lei comprensibile, in modo chiaro, rispettando la sua riservatezza e la sua cultura e dandole la possibilità (in termini di tempo e di disponibilità all'ascolto) di formulare tutte le domande a cui bisognerà poi fornire adeguate risposte. La scelta sulla metodica da utilizzare deve essere della donna e non deve essere influenzata dal professionista.
Il professionista sanitario deve porre attenzione alla comunicazione verbale e non verbale al fine di evitare stigmatizzazione della donna che non dovrà sentirsi giudicata [6].
Nel corso della prima consultazione la donna va informata in maniera esaustiva, utilizzando anche materiale scritto, su:

 

Deve essere enfatizzata la disponibilità dei professionisti a chiarire dubbi o domande eventuali che potrebbero sorgere anche in seguito. Un' attenta anamnesi deve essere raccolta per valutare eventuali controindicazioni all'esecuzione dell'una o dell'altra metodica. L'epoca gestazionale va stabilita in base al colloquio con la donna e all'esame clinico. RCOG, OMS e NAF supportano la decisione informata della donna sulla metodica di IVG a cui fare ricorso [3,5,6].

In caso di IVG farmacologica OMS e RCOG indicano come routine non indispensabile - comunque utile se disponibile - una ecografia ostetrica pretrattamento e come non necessaria una profilassi antibiotica [3,6]. La donna dovrebbe ricevere informazioni rispetto alla bassa probabilità di gravidanza extrauterina in caso non venga eseguita una ecografia prima della somministrazione dei farmaci [3]. Dovrebbero essere offerti di routine antidolorifici (ex: FANS) oltre a rassicurazioni verbali sull'entità del dolore [6].
Se la donna lo desidera la contraccezione può essere iniziata immediatamente dopo l'IVG [5,6]. Su richiesta della donna si può applicare un impianto contraccettivo sottocutaneo il giorno dell'assunzione di mifepristone secondo RCOG e NAF [3,5] o il giorno di assunzione del misoprostolo come indicato da ANCIE [4].

Test di laboratorio non sono prerequisiti essenziali per poter procedere all'IVG, ma vanno valutati sulla base dell'epoca gestazionale, di eventuali fattori di rischio presenti in anamnesi e del tipo di intervento prescelto. Tra i test eventualmente utili ci sono:

 

RCOG sottolinea l'importanza di non ritardare l'esecuzione di IVG in attesa della determinazione del gruppo sanguigno e di assicurarsi la disponibilità delle immunoglobuline qualora necessarie [3].

Nella fase post-intervento dovrebbe essere offerta una precisa informazione, possibilmente scritta, sui segni clinici riscontrabili nei giorni successivi all'IVG, stile di vita consigliato e possibili complicanze [3,5,6]
In caso di necessità l'operatore sanitario ha il compito di fornire alla donna supporto emotivo, un percorso psicologico o di ricerca di sostegno attraverso la rete famigliare, amicale o sociale/associativa (gruppi di sostegno tra pari) [6].

In tabella vengono sintetizzati vantaggi e svantaggi legati all'una o all'altra procedura.

 
 

Bibliografia

1. Legge 22 maggio 1978, n. 194. Norme per la tutela sociale della maternità e sull'interruzione volontaria della gravidanza. (G.U. Serie Pregressa, n. 140 del 22 maggio 1978). [Testo integrale]
2. Relazione del Ministro della salute sull' attuazione della legge contenente norme per la tutela sociale della maternità e per l'interruzione volontaria di gravidanza (Legge 194/78). Dati definitivi 2018. [Testo integrale]
3. National Institute of Health and Care Excellence-NICE. Royal College of Obstetricians and Gynaecologists. Abortion care. NICE guideline [NG140]. 25 settembre 2019. [Testo integrale]
4. Association Nationale des Centres d'IVG et de Contraception-ANCIE. Guides et plaquettes d'information sur la contraception et interruption volontaire de grossesse édité par le Ministère de la Santé. 2020 [Testo integrale]
5. National abortion federation-NAF. Clinical Policy Guidelines for Abortion Care.2020. [Testo integrale]
6. World Health Organization-WHO. Safe abortion: technical and policy guidance for health systems - 2nd ed. Ginevra 2012. [Testo integrale]

 
 
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