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Promuovere l'allattamento

Rendere visibile il corpo della donna che allatta

Allattiamo insieme: il flashmob della regione Emilia-Romagna

 

"Woman's body language speaks eloquently, though silently, of her subordinate status" (Bartky SL 1998)* Il corpo della donna parla in modo eloquente, seppure silenziosamente, del suo stato subordinato
"Breasts are a scandal because they shatter the border between motherhood and sexuality" (Young IM 1998)** I seni sono uno scandalo perché infrangono il confine fra maternità e sessualità

 

La promozione dell'allattamento consiste anche nel rendere pubblica una pratica che la modernità ha relegato a atto poco visibile o addirittura da nascondere: sono pochi i libri, i film, le pubblicità che mostrano una donna nell'atto di allattare; una donna che allatta non è la prima immagine che viene comunemente alla mente quando si pensa e si vuole rappresentare un neonato [1]. La riflessione sociologica e femminista sull'allattamento è poco praticata, eppure il tema è stimolante.

Uno studio qualitativo condotto alla fine degli anni '90 in California aveva indagato, tramite interviste della durata di circa 90 minuti, il punto di vista delle donne (51 in tutto) rispetto all'atto di allattare in pubblico [2]. Erano incluse donne in allattamento o che avevano smesso di allattare nei 6 mesi precedenti l'intervista. Negli USA il seno è oggetto primariamente sessuale. La donna che allatta deve negoziare continuamente fra un ruolo sessuale e uno materno nutritivo e di cura; questa tensione è fortemente presente nelle narrazioni delle donne intervistate e può diventare elemento di stress, difficoltà e ostacolo all'allattamento. Il corpo della donna che allatta, rileva la ricercatrice, similmente a quanto occorre durante la gravidanza, è un bene pubblico e per questo esposto ai pubblici commenti. Ma, a differenza della gravidanza e del parto, l'allattamento è una attività che si protrae e che richiede la partecipazione attiva di un'altra persona. Quando allatta di fronte ad altre persone il corpo della madre diventa emblema della maternità, e la donna-madre diventa il perno della scena. Tutte le donne intervistate erano consapevoli che il loro gesto di allattare in pubblico avrebbe potuto creare reazioni negative.

Nel 1997 lo stato della California approvò una legge che sanciva la legittimità dell'atto di allattare in pubblico, che non poteva, quindi, essere definito atto osceno [3]. Ma la legge venne interpretata come un tentativo di normalizzare un atto che, prima della legge, era illegale. Anche se nessuna delle donne intervistate aveva fatto esperienza di essere allontanata da un luogo pubblico perché stava allattando, tutte percepivano un sentimento di ostilità nell'ambiente circostante, con segnali diretti o indiretti provenienti dalle persone presenti [2]. Per questo le donne riferivano di assumere atteggiamenti e comportamenti che favorissero un allattamento in pubblico discreto-cercando di diventare invisibili durante l'atto di allattare, coprendo seno e testa del poppante con un lenzuolino- oppure identificando luoghi appositi dove fosse più accettabile allattare, come a casa, in auto, nei camerini dei negozi di abbigliamento. Allattare sul luogo di lavoro, di fronte al proprio capo, in un grande magazzino o in chiesa era ritenuto non appropriato. Evitare sguardi indiscreti degli uomini era un altro tema ricorrente: mentre le donne riferivano di non essere in imbarazzo ad allattare di fronte al proprio partner, al contrario allattare di fronte al proprio padre o ad altri uomini poteva generare disagio. Anche l'atteggiamento del partner influenza la decisione della donna di allattare in pubblico. Le donne che allattano bambini più grandi, in grado di camminare e parlare, si sentono prede del giudizio dei presenti: per questo motivo insegnano al bambino a utilizzare un lessico famigliare, non noto agli esterni, per richiedere di poppare quando si è in un contesto sociale, per non creare imbarazzo.

Nel tentativo di resistere alle pressioni esterne, le donne che proseguono l'allattamento oltre i sei mesi utilizzano giustificazioni medico-scientifiche, come ad esempio: allatto a lungo perché i medici dicono che faccia bene. Infine, le donne che hanno più di un figlio, maturano una maggiore consapevolezza e confidenza con il proprio corpo, per cui allattano il secondo figlio più a lungo e senza sentire vergogna [2].

Questi temi, che possono apparire lontani nel tempo e nello spazio, sono stati più recentemente confermati in uno studio condotto in Australia [4] e sono stati oggetto di ulteriori riflessioni negli Stati Uniti d'America [5]. Anche nel Regno Unito una survey recente ha rilevato che 63% delle donne intervistate si sente imbarazzata ad allattare in presenza di sconosciuti, 59% in presenza della famiglia del partner e 49% addirittura di fronte ai propri famigliari [6].

Pur essendo il contesto culturale in Italia non sovrapponibile a quello anglosassone, l'allattamento non è ancora visto come la norma e allattare in pubblico può ancora, occasionalmente, essere ritenuto poco conveniente [7]. Per questo motivo le iniziative di sensibilizzazione che rendono visibile l'allattamento sono importanti, per sostenere le donne nelle loro scelte e promuovere l'allattamento.

In quest'ottica, in occasione della Settimana dell'Allattamento Materno (SAM), la Regione Emilia-Romagna organizza dal 2013 il flashmob Allattiamo insieme, in collaborazione con le Aziende Sanitarie, i gruppi di sostegno e gli enti locali. Ogni anno l'invito per tutte le donne è: Indossa una maglietta bianca e vieni anche tu ad allattare. Il flashmob, a cui sono invitati a partecipare partner, amici e parenti, viene organizzato mediamente in una trentina di comuni della regione. Piazze, parchi, biblioteche, centri per le famiglie, sale comunali, partecipano secondo un calendario che prevede iniziative di informazione e sostegno.

Durante il flashmob le donne allattano le loro bambine e i loro bambini, si confrontano e possono trovare, se necessario, un sostegno professionale. A disposizione per fornire informazioni e rispondere alle domande ci sono referenti dei gruppi di sostegno, professioniste dei consultori, dei punti nascita e dei centri per le famiglie. Per l'occasione sono inoltre organizzate consulenze e conferenze, passeggiate, letture, confronti con esperte ed esperti, mostre, incontri pubblici. Il tutto nell'ottica della promozione per favorire una cultura dell'allattamento che rappresenti questa modalità come la norma.

Sul sito ER Salute il programma completo delle iniziative, con le foto e le iniziative degli anni passati.

 

Bibliografia

1. Volta A, Ciotti F. Di che cosa ha bisogno un bambino? Esperienza di disegno con i bambini di Reggio Emilia e Cesena nel 1984 e nel 2020. Comunicazione personale. Convegno ACP Parmapediatria, 19 febbraio 2022
2. Stearns CA. Breastfeeding and the good maternal body. Gender & Society 1999;13:308-3
3. Codice civile della California. Legge 157, capitolo 59, sezione 43.3 del 1997. Diritto personale ad allattare
4. Sheehan A, et al. It's okay to breastfeed in public but... International Breastfeeding Journal 2019;14:24 [Testo integrale]
5. Blakemore E. The cultural expectations of breastfeeding. JStor 2 febbraio 2016 [Testo integrale]
6. UNICEF UK. Removing the barriers to breastfeeding: a call to action. 2017  [Testo integrale]
7. Parma, allontanata perché allatta in ateneo. "Episodio deplorevole" [Testo integrale]

 

Citazioni

* Bartky SL. Foucault, femininity, and the modernization of patriarchal power. In The politics of women's bodies: Sexuality, appearance, and behavior, edited by R. Weitz. New York: Oxford University Press. 1998
** Young IM. Breasted experience: The look and the feeling. In The politics of women's bodies: Sexuality, appearance, and behavior, edited by R. Weitz. New York: Oxford University Press. 1998

 

Data di pubblicazione: 17.05.2022

 
 
  1. SaperiDoc
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