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In breve
La misurazione sistematica della translucenza nucale nel I trimestre non è raccomandata al di fuori dello screening con test combinato. Tuttavia, le linee guida sono concordi nel raccomandare approfondimenti diagnostici in caso di spessore della translucenza nucale superiore a 3.5 mm. Questo può essere un reperto transitorio e privo di significato patologico, ma può anche essere associato ad anomalie genetiche e strutturali a volte diagnosticabili in epoca prenatale.
La translucenza nucale (TN) è la manifestazione ecografica dell'accumulo sottocutaneo di fluido nella parte posteriore del collo fetale, visibile nel I trimestre di gravidanza.
Tale parametro è stato inizialmente introdotto come parte integrante dello screening per le trisomie dei cromosomi 13, 18 e 21 nel contesto del test combinato ed è misurato secondo caratteristiche dettagliatamente definite dalla Fetal Medicine Foundation (FMF) e dalla Società Italiana di ecografia in ginecologia e ostetricia (SIEOG) [1,2].
Attualmente le agenzie di salute e le società scientifiche non raccomandano la misurazione sistematica della TN al di fuori del test combinato o nelle donne che si sono già sottoposte ad altri tipi di screening per le aneuploidie (es. Non Invasive Prenatale Test -NIPT), tuttavia esse sono concordi nel raccomandare approfondimenti diagnostici qualora si osservi una TN aumentata tra la 11^ e la 14^ settimana di gestazione [2-9].
In letteratura sono utilizzati due diversi valori di cut off per la definizione di TN aumentata:
La causa dell'aumento della TN può essere individuata in alcuni meccanismi fisiopatologici quali difetti/disfunzioni cardiache, congestione venosa di testa e collo, alterata composizione della matrice extracellulare, fallimento del drenaggio linfatico, anemia e ipoprotidemia fetale [1]. Tali alterazioni possono essere presenti sia nelle più comuni trisomie (es. trisomia 21, 13 e 18) che in altri quadri malformativi fetali.
In caso di TN aumentata è raccomandato l'invio a un centro di riferimento per eseguire consulenza genetica, diagnosi invasiva per la valutazione delle anomalie genetiche e studio ecografico dell'anatomia fetale nel II trimestre con particolare attenzione all'anatomia cardiaca [3-9].
In tabella è riportata una sinossi dei principali risultati di studi relativi alle anomalie fetali diagnosticate in caso di TN ≥3.5 mm, considerato come il cut off più accurato per la predizione di anomalie fetali [10]. Si tratta di studi retrospettivi in cui la TN aumentata è stata riscontrata in corso di screening prenatale mediante test combinato.
Gli studi riportati mostrano che la possibilità di diagnosi di anomalie fetali varia a seconda delle metodiche di indagine utilizzate per gli approfondimenti genetici e strutturali. Negli studi in cui è stato eseguito solamente il cariotipo fetale [11,12], la presenza di anomalie cromosomiche è stata rilevata in 33.5-39.3% dei feti con TN aumentata (25.8-31.6% trisomie 21, 13 e 18; circa 5% cromosomopatie sessuali come sindrome di Turner e Klinefelter; circa 3% altre aneuploidie).
Negli studi in cui sono state utilizzate tecniche genetiche più sofisticate [10,13], quali i Chromosomal microarray analysis (CMA) e la valutazione delle anomalie monogeniche, la frequenza di anomalie genetiche diagnosticate sono salite a 44.6-49.0% dei feti con TN aumentata (31.9-34.2% trisomie 13, 18 e 21; circa 7% aneuploidie dei cromosomi sessuali; circa 7% altre alterazioni genetiche tra cui sindrome di De George e sindrome di Noonan).
L'utilizzo di tecniche approfondite per la ricerca di alterazioni genetiche in feti con TN aumentata è stato valutato anche in una revisione sistematica (RS) che stima la resa incrementale delle diagnosi di anomalie attraverso CMA rispetto al solo cariotipo tradizionale. La RS ha analizzato i risultati di 17 studi pubblicati tra il 2009 e il 2015 (8 studi su feti con TN ≥ 3.5 mm, 1 studio su feti con TN ≥ 3 mm, isolata o associata ad altre anomalie strutturali fetali, TN non specificata nei rimanenti studi). L'analisi aggregata di 16 studi su feti con TN aumentata isolata (n=1403) riporta che CMA permette un aumento delle diagnosi di anomalie genetiche pari a 4% (intervallo di confidenza al 95% IC 95%: 2.0-7.0%; I2=79%) rispetto al solo cariotipo. L'analisi aggregata di 10 studi su feti con TN aumentata associata ad anomalie strutturali (n=20) ha dimostrato che l'uso di CMA si associa ad un aumento delle diagnosi di anomalie genetiche pari a 7% (IC 95: 2.0-12.0%; I2=13%) rispetto al ricorso al solo cariotipo [14].
In tabella sono inoltre riportati gli studi [10,15] che prendono in esame anche le diagnosi di alterazioni strutturali ecograficamente rilevabili, osservate in 12.4-15.0% dei feti con test genetici normali: in circa la metà dei casi queste alterazioni sono state diagnosticate nel I trimestre.
Sulla base degli studi analizzati si conclude quindi che la presenza di TN ≥ 3.5 mm è associata ad anomalie genetiche e strutturali, di cui le trisomie 13, 18 e 21 sono le più comuni (25.8-34.2%), mentre le altre anomalie fetali possono essere presenti e diagnosticabili in epoca prenatale in percentuale variabile a seconda delle tecniche di indagini di approfondimento utilizzate (da 7.8 a 27.2%) [10-13,15].
1. Nicolaides KH, Bedocchi L. L' ecografia delle 11-13+6 settimane di gravidanza. Fetal Medicine Foundation, Londra 2004 [Testo integrale]
2. Società Italiana di ecografia in ginecologia e ostetricia. Manuale metodologico per ecografia ostetrica e ginecologica. Editeam 2021 [Testo integrale]
3. Salomon et al. ISUOG updated consensus statement on the impact of cfDNA aneuploidy testing on screening policies and prenatal ultrasound practice. Ultrasound Obstet Gynecol 2017;49:815-6 [Medline]
4. Audibert F et al. No. 348-Joint SOGC-CCMG Guideline: Update on Prenatal Screening for Fetal Aneuploidy, Fetal Anomalies, and Adverse Pregnancy Outcomes. J Obstet Gynaecol Can 2017;39:805-17 [Medline]
5. American College of Obstetricians and Gynecologists' Committee on Practice Bulletins—Obstetrics; Committee on Genetics; Society for Maternal-Fetal Medicine. Screening for Fetal Chromosomal Abnormalities: ACOG Practice Bulletin, Number 226. Obstet Gynecol 2020;136:e48-69 [Medline]
6. Simpson et al. ACR Appropriateness Criteria® Nuchal Translucency Evaluation at 11 to 14 Weeks of Gestation. J Am Coll Radiol 2020;17:S447-58 [Medline]
7. Società Italiana di ecografia in ginecologia e ostetricia. Linee guida per ecografia ostetrica e ginecologica. Roma; Sistema Nazionale Linee Guida dell'istituto Superiore Di Sanità, novembre 2021 [Testo integrale]
8. Simula N et al. Committee Opinion No. 418: The Complete 11-14 Week Prenatal Sonographic Examination. J Obstet Gynaecol Can 2021;43:1013-21 [Medline]
9. Bilardo CM et al. ISUOG Practice Guidelines (updated): performance of 11-14-week ultrasound scan. Ultrasound Obstet Gynecol 2023;61:127-43 [Medline]
10. Bardi F et al. Is there still a role for nuchal translucency measurement in the changing paradigm of first trimester screening? Prenat Diagn 2020;40: 197-205 [Medline]
11. Kagan KO et al. Relation Between Increased Fetal Nuchal Translucency Thickness and Chromosomal Defects. Obstet Gynecol 2006; 107:6-10 [Medline]
12. Berger VK et al. The utility of nuchal translucency ultrasound in identifying rare chromosomal abnormalities not detectable by cell-free DNA screening. Prenat Diagn 2020;40:185-90 [Medline]
13. Hui L. et al. Reexamining the optimal nuchal translucency cut off for diagnostic testing in the cell-free DNA and microarray era: results from the Victorian Perinatal Record Linkage study. Am J Obstet Gynecol 2021;225:527.e1-12 [Medline]
14. Grande M et al. Genomic microarray in fetuses with increased nuchal translucency and normal karyotype: a systematic review and meta‐analysis. Ultrasound Obstet Gynecol. 2015;46(6):650‐658 [Medline]
15. Miranda J et al. Should cell-free DNA testing be used in pregnancy with increased fetal nuchal translucency? Ultrasound Obstet Gynecol 2020;55:645-51 [Medline]
Data di pubblicazione: 07.07.2023