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I Rapporti Nascita

La nascita in Emilia-Romagna 2023

 

È stato pubblicato il Rapporto sulla nascita in Emilia-Romagna nel 2023, 21esima edizione della elaborazione annuale dei Certificati di Assistenza al Parto (CedAP) [1]. Nel 2023 le nascite sono state 29.112 (28.709 parti), in riduzione dopo un contenuto movimento di ripresa registrato nei tre anni precedenti. Il tasso di natalità è pari a 6,4 per 1.000.

Di seguito alcuni degli elementi che emergono dal rapporto (all'indirizzo http://salute.regione.emilia-romagna.it/siseps/sanita/cedap/documentazione/pubblicazioni sono disponili il testo completo e gli allegati).


Popolazione
La quota di madri con cittadinanza straniera è 30.7%, stabile rispetto all'anno precedente. L'età media al momento del parto è pari a 31 anni per le straniere e 33 anni per le italiane.

 

Le donne al primo parto costituiscono il 51.3% del totale. Rispetto alle donne italiane, la frequenza di multipare è maggiore fra le madri straniere (63.2% vs 42.2%). Il tasso di fecondità delle donne straniere è superiore a quello delle italiane (1.87 vs 1.09), ma in riduzione nel tempo (era 2.20 nel 2013).
La quota di madri con una scolarità bassa (licenza elementare o di scuola media inferiore) è pari a 21.7%, mentre il 38.2% risulta laureata o con diploma universitario; la scolarità dei padri risulta, nel complesso, inferiore a quella delle madri e in 12.8% dei casi entrambi i genitori hanno una scolarità bassa.
Ha una attività lavorativa il 68.1% delle madri, in modesto aumento rispetto all'anno precedente; 8.5% delle madri risulta disoccupata o in cerca di prima occupazione e un ulteriore 22.4% è casalinga.
Riguardo agli stili di vita, il 6.2% delle partorienti ha fumato nel corso della gravidanza, pressoché stabile negli ultimi dieci anni. Le madri in sovrappeso sono il 31.4% e le obese l'11.5%, in modesto calo rispetto all'anno precedente.

Gravidanza
Sono ricorse a tecniche di procreazione medicalmente assistita 3.8% delle donne, valore stabile rispetto al 2022, ma in netto incremento rispetto al periodo pandemico (2.7%) quando fu sospesa o ridotta l'attività dei centri specializzati.
La quota di donne che si rivolge prevalentemente al consultorio familiare pubblico in gravidanza è 60.3%, in aumento negli ultimi dieci anni.Il servizio pubblico assicura l'assistenza alla quasi totalità delle donne con cittadinanza straniera (90.7% di questa popolazione) e a oltre una donna su due con cittadinanza italiana (56.0%), una percentuale in netto aumento negli anni (era 33.2% nel 2013).
Il test combinato - non invasivo - per la diagnosi di aneuploidie fetali è stato eseguito da 74.2% delle donne, mentre ha effettuato almeno un'indagine prenatale invasiva il 3.8% del totale, in diminuzione negli anni, probabilmente per la crescente offerta di test non invasivi per la diagnosi prenatale (informazione non rilevata nel flusso CedAP).
Il 38.1% delle donne ha partecipato a un corso di accompagnamento alla nascita; il dato è il più alto registrato negli ultimi dieci anni e in netta ripresa dopo il forte calo registrato nel 2020 (23.9%).
Le donne con gravidanza fisiologica assistite dall'ostetrica sono 32.5%; salgono a 38.5% tra le donne seguite prevalentemente in consultorio. Le donne con gravidanza a decorso fisiologico a conduzione medica sono 39.6% e quelle con decorso patologico sono 30.6%, quasi il doppio rispetto al 2016 - primo anno di rilevazione dell'informazione.
Fra le donne che hanno partorito in regione nel 2023 il 13.8% ha eseguito la vaccinazione anti-influenzale e il 61.3% la vaccinazione anti-pertosse, valori in modesto aumento rispetto all'anno precedente.

Parto
Il 70.0% dei parti è avvenuto nei 9 punti nascita dotati di unità di terapia intensiva neonatale; i punti nascita con meno di 500 parti/anno, attivi all'inizio del 2023 sono 3 e hanno assistito il 2.8% di tutti i parti.
Dopo l'incremento osservato nel periodo pandemico a causa delle limitazioni di accesso alle strutture sanitarie, la quota di donne senza partner o altra persona di fiducia durante il travaglio e il parto si è ridotta a valori sovrapponibili a quelli del 2019 (6.1%).
Il tasso di parti pretermine è pari a 5.6%; negli ultimi dieci anni si osserva un andamento in riduzione soprattutto dei parti avvenuti tra 34+0-36+6 settimane di gestazione.
Il 33.7% delle donne con travaglio è stata assistita dall'ostetrica in autonomia, in riduzione dal 2016 - primo anno di rilevazione dell'informazione.
Il travaglio di parto è indotto in 33.9% dei casi, in aumento negli anni (era 25.4% nel 2013); l'indicazione più frequente all'intervento, anche quest'anno, è la patologia materna (35.0%). L'analgesia epidurale è stata impiegata in 33.9% dei parti.
Il tasso di taglio cesareo è 22.5%, in costante riduzione nell'ultimo decennio (era 28.0% nel 2013), in particolare nelle classi di Robson I e IIa (nullipare con gravidanza singola a termine, feto in presentazione cefalica, rispettivamente con travaglio a inizio spontaneo e indotto) e V (pre-cesarizzate).
I parti senza "alcun intervento medico", considerati fisiologici per tutto il loro decorso, sono 34,3%, in diminuzione nel tempo, in parte riconducibile al contestuale aumento dei travagli con induzione ed epidurale. 

Neonati
I nati di peso inferiore a 2.500 grammi sono 5.9%, quelli di peso inferiore a 1.500 grammi 0.7% e i nati con peso ≥4000 grammi 6.4%. Oltre il 90% delle nascite prima di 34+0 settimane di gestazione o con peso

 

Bibliografia

1. Perrone E et al. La nascita in Emilia-Romagna. 21° Rapporto sui dati del Certificato di Assistenza al Parto (CedAP) - Anno 2023. Bologna: Regione Emilia-Romagna, 2024

[Testo integrale] (5.25 MB).
 
 
 
 
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