I parti plurimi hanno rappresentato in Italia, nel 2002, secondo il dato rilevato attraverso il Certificato di assistenza al parto (CeDAP) e comprensivo di 64% dei punti nascita esistenti, 1.6% di tutte le gravidanze e 11.5% delle gravidanze con procreazione medico-assistita [1].
Nelle gravidanze gemellari mortalità e morbosità perinatali risultano aumentate vs gravidanze singole (natimortalità nelle gravidanze multiple 2%, singole 0.5%; mortalità neonatale nelle gravidanze multiple 2.5%, singole 0.3%; paralisi cerebrale rischio relativo - RR in gemelli 4.63, intervallo di confidenza - IC al 95%: 3.32-6.46). Almeno in parte, questa maggiore frequenza di esiti avversi può essere spiegata dalla associazione fra gravidanze multiple e: nascita pretermine, basso peso alla nascita, ridotto accrescimento uterino di uno dei gemelli, gemellarità monocoriale e twin-to-twin transfusion syndrome (TTTS), essere il secondo gemello.
Il Centro nazionale collaborativo per la salute materno-infantile (National collaborating centre for women's and children's health - NCC-WCH) del Regno Unito riporta - senza quantificare - che in gravidanze gemellari altrimenti fisiologiche, a termine, in cui il primo gemello è cefalico, mortalità e morbosità perinatali del secondo gemello risultano aumentate [2].
La valutazione della efficacia del TCe nella assistenza al parto multiplo si basa su prove deboli. Una revisione sistematica (RS) (uno studio clinico controllato randomizzato - RCT e tre studi di coorte retrospettivi, 1932 nati) ha mostrato, in gemelli nati da TC elettivo (TCe) vs parto vaginale, una frequenza inferiore di punteggio di Apgar <5 al quinto minuto (odds ratio - OR 0.47, intervallo di confidenza - IC al 95%: 0.26-0.88), ancora minore nei casi con primo gemello in presentazione podalica (OR 0.33, IC al 95%: 0.17-0.65), senza differenze significative nella mortalità perinatale o neonatale (ma le dimensioni del campione non sono adeguate per mostrare una differenza), nella morbosità neonatale o nella morbosità materna [3].
Nelle gravidanze multiple è stata registrato un rischio aumentato di mortalità materna (20.3 per 100.000 gravidanze bigemellari e 215 per 100.000 gravidanze trigemellari vs 11.2 per 100.000 gravidanze singole); l'effetto della modalità del parto su questo esito non è conosciuto [2].
Poiché non sono disponibili prove dell'efficacia del TCe nel migliorare l'esito del secondo gemello, la linea guida NCC-WCH raccomanda di non proporre routinariamente un TCe al di fuori di un contesto di ricerca clinica. Nelle gravidanze gemellari in cui il primo gemello non è cefalico, pur in assenza di prove di efficacia, la pratica corrente consiste nel proporre il TCe [2].
Il TCe fra 36 e 37 settimane e 6 giorni, confrontato con il TCe fra 38 e 40 settimane, è associato con un aumento del rischio relativo di disordini respiratori neonatali in uno o entrambi i gemelli (uno studio osservazionale; RR 5.94, IC al 95% 0.78-45.01); viene quindi raccomandato - nelle gravidanze fisiologiche - di non ricorrere al TCe prima di 38 settimane di età gestazionale [2].
[Non sono state qui considerate condizioni particolari come il ricorso a taglio cesareo elettivo in complicazioni quali il ridotto accrescimento uterino di uno dei gemelli o la gravidanza gemellare monocoriale]
1. Ministero della salute. Dipartimento della qualità. Direzione generale sistema informativo. Certificato di assistenza al parto (CeDAP). Analisi dell'evento nascita - anno 2002. Roma: Ministero della salute; 2004
2. National collaborating centre for women's and children's health. Caesarean section. Clinical guideline. London, UK: RCOG Press; 2004 [Testo integrale]
3. Hogle KL, Hutton EK, McBrien KA, Barrett JF, Hannah ME. Cesarean delivery for twins: a systematic review and meta-analysis. Am J Obstet Gynecol 2003;188:220-7 [Medline]