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Nel nostro come in altri Paesi è frequente la somministrazione di acido folico nel corso della gravidanza per la prevenzione dell'anemia megaloblastica. Una revisione sistematica (RS), pur evidenziando una riduzione della proporzione di donne con bassi livelli di emoglobina e eritropoiesi megaloblastica a fine gravidanza, sostiene che non vi sono prove di efficacia relative ai benefici o rischi associati alla profilassi con acido folico per la salute materna e del neonato [1]. Nella revisione, la maggior parte degli studi prevedeva la somministrazione di 5 mg/die di acido folico (diversamente dai 15 mg/die comunemente utilizzati). L'assenza di segnalazioni di complicanze nel lungo periodo di utilizzo non esime da un atteggiamento prudenziale nell'impiego di alti dosaggi in epoca preconcezionale e durante la gravidanza.
Segnalazioni di un possibile aumento di gravidanze multiple associato all'impiego di acido folico in epoca periconcezionale non sono confermate da uno studio condotto in Cina [2], né da quello condotto dopo la fortificazione negli Stati Uniti [3], ma il problema richiede comunque l'attivazione di un sistema di sorveglianza.
1. Haider BA, et al. Folate supplementation in pregnancy (Protocol). Cochrane Database of Syst Rev2008;(1):CD006896
2. Berry RJ, et al., for the China-US Collaborative Project for Neural Tube Defect Prevention. Prevention of neural-tube defects with folic acid in China. N Engl J Med 1999;341:1485-90 [Medline]
3. Mathews TJ, et al. Spina bifida and anencephaly prevalence - United States, 1991-2001. MMWR Recomm Rep 2002;51:9-11 [Medline]
Data di pubblicazione: 11.12.2008