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Una revisione sistematica (RS) di studi clinici controllati randomizzati (RCT) condotti fra 1962 e 1993 ha mostrato che la pelvimetria clinica o radiologica aumenta il ricorso a taglio cesareo (TC) (4 RCT, 895 donne; odds ratio - OR 2.17, intervallo di confidenza - IC al 95%: 1.63-2.88) senza differenze negli esiti neonatali, come asfissia (1 RCT, 305 donne; OR 0.61, IC al 95%: 0.34-1.11), ricovero in unità di terapia intensiva neonatale (1 RCT, 288 donne; OR 0.13, IC al 95%: 0.01-2.16), deiscenza della precedente sutura uterina nelle donne con pregresso TC (2 RCT, 390 donne; OR 0.60, IC al 95%: 0.15-2.41) [1].
La linea guida elaborata dal Centro nazionale collaborativo per la salute materno-infantile (National collaborating centre for women's and children's health - NCC-WCH) del Regno Unito raccomanda di non utilizzare la taglia di scarpe, l'altezza materna o misurazioni fetali cliniche o ultrasonografiche nel predire un arresto del travaglio per sproporzione feto-pelvica, poiché due studi osservazionali ne hanno mostrato l'inutilità [2].
1. Pattinson RC. Pelvimetry for fetal cephalic presentations at term (Cochrane Review). In: The Cochrane Library, Issue 3. Chichester, UK: John Wiley & Sons, Ltd; 2004 [Medline]
2. National collaborating centre for women's and children's health. Caesarean section. Clinical guideline. London, UK: RCOG Press; 2004 [Testo integrale]
Data di pubblicazione: 11.12.2008