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Non è indicato eseguire di routine un test di controllo dopo il trattamento se la/il paziente ha eseguito correttamente tutto il ciclo di terapia raccomandato, se i sintomi sono regrediti e se non vi è stata una nuova esposizione [1-4].
E' invece consigliato un test di controllo in caso i sintomi persistano, se lo schema terapeutico non è stato rispettato o se si sospetta un rischio di reinfezione. A tale scopo l'agenzia sanitaria scozzese consiglia di documentarsi, mediante un'intervista al paziente - anche telefonica - sull'avvenuta adesione al trattamento e sul rischio di reinfezione [4].
Quando l'infezione riguarda una donna in gravidanza il test di controllo è sempre raccomandato, per la minor efficacia dei regimi di trattamento utilizzabili e per le possibili sequele legate alla persistenza dell'infezione [1-4].
La ripetizione del test va effettuata a distanza di almeno 3 settimane dal completamento della terapia (alcune agenzie raccomandano cinque settimane) per evitare i falsi positivi legati alla presenza di microrganismi non vitali [1-4].
Visto l'alto tasso di reinfezione nei soggetti in cui la Chlamydia è già stata diagnosticata, è raccomandata la ripetizione di un test di screening nel periodo successivo (3-12 mesi oppure anche prima in caso di nuovo partner) [1-4].
1. Centers for Disease and Control and Prevention. Sexually transmitted diseases treatment guidelines 2010. MMWR 2010;59(RR12):1-110 [Testo integrale]
2. Public Health Agency of Canada. Canadian guidelines on sexually transmitted infections. Ottawa: Public Health Agency; 2010 [Testo integrale]
3. British Association of Sexual Health and HIV (BASHH). 2006 UK national guideline for the management of genital tract infection with Chlamydia trachomatis. London (UK): BASHH; 2006 [Testo integrale]
4. Scottish Intercollegiate Guidelines Network (SIGN). Management of genital Chlamydia trachomatis infection. A national clinical guideline n. 109. Edinburgh (Scotland): SIGN; 2009 [Testo integrale]
Data di pubblicazione: 11.12.2008