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Mutilazioni genitali femminili

I contenuti assistenziali

 

Il flusso migratorio dai paesi in via di sviluppo (PVS) è stato, almeno in parte, caratterizzato fin dall'inizio in Italia da una migrazione tipicamente femminile, che ha interessato soprattutto alcune etnie (filippina, eritrea, latino-americana) e ha contribuito in misura notevole a caratterizzare i bisogni sanitari.

Indagini condotte in altri paesi europei (in Francia, per l'immigrazione dall'Africa del Nord; in Germania, dove si registra una massiccia presenza turca; in Inghilterra, che vede soprattutto immigrati asiatici) mostrano come queste fasce di popolazione vadano incontro ad un rischio sanitario elevato e come sia quindi necessaria, da parte dei proifessionisti sanitari, "un'attenzione particolare che tenga conto non solo delle tradizioni, del bagaglio culturale e delle patologie presenti nei paesi d'origine, ma anche della impreparazione che il nostro sistema sanitario e le nostre conoscenze mostrano di fronte al nuovo".

In ambito perinatale e di salute infantile questi aspetti rivestono sicuramente un'importanza centrale nel disegno di strategie di intervento sanitario rivolte all'assistenza ostetrica e pediatrica: esiste per queste popolazioni un rischio sanitario diretto, legato a determinanti socio-economici ambientali sia del paese d'origine che di quello di destinazione, cui si aggiunge comunque un rischio più strettamente culturale, legato alle difficoltà linguistiche e alla presenza di tradizioni e abitudini diverse, che influiscono nella comunicazione del disagio e nella possibilità che questo possa essere compreso dai professionisti della salute.

Nella loro valenza multipla, notevole importanza rivestono le mutilazioni genitali femminili (MGF) su donne e bambine immigrate; anche in questo ambito le informazioni sono scarse. Nel mondo 130 milioni di donne e ragazze sono state sottoposte a MGF [1]. La pratica, legata a una complessa serie di ragioni sociali, culturali ed economiche, comporta pesanti conseguenze da un punto di vista fisico, sessuale e psicosociale. Una parte consistente dei professionisti italiani ha una conoscenza minima ed una esperienza molto limitata di questo fenomeno, sia da un punto di vista culturale che sanitario.

Due documenti - prodotti dal Progetto sulle MGF del programma della Regione Emilia-Romagna di attivazione e riorganizzazione dei consultori familiari - sono disponibili in calce a questa pagina:

 
  • la indagine regionale finalizzata alla comprensione di alcuni temi nodali delle mutilazioni genitali femminili (il testo qui riprodotto non include gli allegati; una versione della bibliografia corredata di riassunti è disponibile alla pagina L'assistenza a donne con MGF: Per saperne di più);
  • il testo integrale delle raccomandazioni assistenziali per i professionisti.

 
Un ulteriore documento utile (2007) è descritto in MGF: una linea guida del Ministero della salute [2].

 

Data di pubblicazione: 11.12.2008

 
 
  1. SaperiDoc
Direzione generale cura della persona, salute e welfare
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