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Studio controllato randomizzato per valutare l'effetto dell'assunzione di cibo durante il travaglio su esiti perinatali.
Non si sono riscontrate differenze significative tra i due gruppi in nessuno degli esiti considerati. Non si sono verificati casi di aspirazione polmonare. Dall'analisi finale sono state escluse 17 donne (8 nel gruppo di intervento e 9 in quello di controllo) perchè non elegibili.
L'assunzione di cibo durante il travaglio in gravide a basso rischio non influenza in senso positivo o negativo la modalità del parto, la durata del travaglio, la comparsa di vomito o gli esiti neonatali.
Tabella. Esiti nei due gruppi: intervento (cibo/acqua) e controllo (solo acqua), in valore percentuale se non altrimenti specificato.
Esiti |
Cibo/acqua (n= 1219) |
Solo acqua (n= 1207) |
Rischio relativo IC 95% |
---|---|---|---|
Parto vaginale |
44 |
44 |
0.99 (0.91, 1.09) |
Parto vaginale operativo |
27 |
26 |
1.04 (0.91, 1.19) |
Taglio cesareo |
30 |
30 |
0.98 (0.87, 1.12) |
Vomito |
35 |
34 |
1.05 (0.94, 1.17) |
Uso di ossitocina |
53 |
56 |
0.95 (80.88, 1.02) |
Durata del travaglio (media geometrica, min) |
597 |
612 |
0.97 (0.92, 1.02) |
Apgar a 5 min <=7 |
1.3 |
1.8 |
0.72 (0.38, 1.36) |
Terapia intensiva neonatale |
5.0 |
5.2 |
0.96 (0.68, 0.35) |
I testi della scheda di presentazione dello studio sono a cura di Daniela Spettoli
Tre RCT di piccole dimensioni non riportano differenze nella modalità del parto o negli esiti neonatali [1-3]. Uno studio che ha incluso 297 donne ha registrato una durata del travaglio maggiore in quelle che avevano consumato cibo [4] e un altro RCT di 201 donne ha mostrato un aumento di tagli cesarei (rischio relativo 2.9, IC 95%:1.29, 6.54) [5], dato non confermato da uno studio successivo dello stesso autore [6].
Referenze
1. Scrutton MJL et al. Eating in labour. A randomised controlled trial assessing the risks and benefits. Anaesthesia 1999;54:329-34
2. Kubli M et al. An evaluation of isotonic 'sport drinks' during labor. Anesth Analg 2002;94:404-8.
3. Tranmer JE et al.The effect of unrestricted oral carbohydrate intake on labor progress. J Obstet Gynecol Neonatal Nurs 2005;34:319-28
4. Yiannouzis C. Randomised controlled trial measuring the effects on labour of offering a light, low fat diet. In: The Midwifery Research Database (MIRIAD), a sourcebook of information about research in midwifery; 1997. Eds Cheshire: Books for Midwives Press. p. 196-7
5. Scheepers HC et al. A double-blinded randomised, placebo controlled study on the influence of carbohydrate solution intake during labor. BJOG 2002;109:178-81
6. Scheepers HC et al. Carbohydrate solution intake during labor just before the start of the second stage: a double-blind study on metabolic effects and clinical outcome. BJOG 2004;111:1382-7
E' lo studio con il campione di maggiori dimensioni (i precedenti RCT includono tutti insieme meno di 1000 donne) che conferma la mancata influenza del consumo di cibo in travaglio su esiti materni e neonatali.
Validità interna
Disegno dello studio: la generazione della randomizzazione era adeguata, mentre l'allocazione, per la natura stessa dell'intervento, non poteva essere nascosta. I dati erano raccolti da ostetriche opportunamente formate e l'assunzione di cibo era ben categorizzata. Non è possibile escludere bias perché i professionisti incaricati nelle decisioni della conduzione ostetrica non sempre erano all'oscuro del gruppo in cui le donne erano allocate.
L'aderenza al protocollo è stata 71% nel gruppo d'intervento e 80% nel gruppo di controllo, ma l'analisi dei dati secondo il principio dell'intenzione al trattamento (intention to treat), ha permesso di considerare questo aspetto nei risultati.
Esiti: rilevanti, binari e misurabili obiettivamente, tranne la durata del travaglio definita in modo dettagliato. L'estrema rarità dell'incidenza di aspirazione polmonare in ostetricia priva lo studio di potenza statistica per poter cogliere differenze in questo evento.
Trasferibilità
Popolazione studiata: lo studio è stato condotto in un ospedale universitario londinese.
Tipo di intervento: il razionale del digiuno durante il travaglio è proteggere la gravida dal rischio di aspirazione polmonare nell'eventualità di un'anestesia generale per parto operativo d'emergenza. Non sono mai state prodotte prove d'efficacia che dimostrino una riduzione di questa complicanza associata al digiuno. L'incidenza di aspirazione polmonare è crollata negli ultimi due decenni in conseguenza del crescente ricorso all'analgesia regionale, che non comporta intubazione. Contemporaneamente sono stati osservati un maggiore utilizzo di farmaci gastroprotettori più efficaci e una maggiore frequenza, documentata in letteratura, di donne che assumono cibi solidi in travaglio. Poiché l'assunzione di una dieta leggera durante il travaglio in una donna a basso rischio non presenta benefici né rischi, la prescrizione del digiuno in travaglio dovrebbe essere abbandonata e la scelta di consumare o meno cibo ipolipidico a basso residuo dovrebbe lasciata alla donna. In ogni unità di assistenza al travaglio-parto queste prove di efficacia andrebbero discusse fra tutti i professionisti coinvolti, compresi gli anestesisti.