È stato pubblicato il Rapporto nascita 2008 della Regione Emilia-Romagna, prodotto elaborando e analizzando i dati di carattere socio-demografico e sanitario compresi nei Certificati di assistenza al parto (CedAP) [1].
In Emilia-Romagna nel 2008 si sono verificati 41.380 parti e sono nati 42.038 bambini, in un contesto in cui i tassi di natalità e di fecondità (numero medio di figli per donna) sono in costante aumento e dal 2007 hanno superato i valori medi nazionali. L'Istat, infatti, ha stimato nel 2008 un tasso di natalità nazionale di 9,6 nati e un tasso di natalità regionale per l'Emilia-Romagna di 9,7 nati ogni 1000 abitanti. A questo aumento ha contribuito l'aumento della popolazione immigrata, con un numero di madri straniere che negli ultimi cinque anni è cresciuto da 17,1% a 26,5%.
Oltre la metà (54,2%) delle donne che hanno partorito nel 2008 sono al primo parto; l'età media delle madri al momento del parto è risultata di 31,5 anni, stabile rispetto all'anno precedente. Le madri con età uguale o superiore a 35 anni sono state 31% nel 2008 (erano 30% nel 2007, 25,5% nel 2003). È rimasto costante il numero delle mamme minorenni (intorno allo 0,3%). È aumentato il numero di padri (20%) con età compresa tra 40 e 49 anni (15% nel 2003).
Le madri non coniugate sono state 30% del totale (erano 28,7% nel 2007). In particolare, negli ultimi sei anni le donne conviventi sono aumentate da 19,7% a 27,2%.
Dal Rapporto emerge che le donne che hanno partorito nel 2008 in Emilia-Romagna in 70,6% dei casi sono occupate (4% disoccupate); in 30,8% dei casi hanno una scolarità medio-bassa (licenza elementare o di scuola media inferiore), in 23,2% sono laureate o hanno un diploma universitario.
Cresce il ruolo dei consultori familiari nell'assistenza in gravidanza: si rivolgeva infatti al consultorio meno di un quarto (23,4%) delle gravide nel 2003, 30,6% nel 2007; nel 2008 sono state seguite in consultorio quasi un terzo (32,7%) delle gravide
I punti nascita in Emilia-Romagna sono 31, ma oltre due terzi (65,1%) dei parti è avvenuto in 11 punti nascita, all'interno di strutture medio grandi (che assistono ogni anno mediamente 1500 parti), mentre 126 (0,3%) sono i parti a domicilio.
In sala parto, in 91,9% dei casi, la donna ha accanto a sé una persona di fiducia, prevalentemente il padre del bambino.
Il ricorso all'analgesia epidurale parto ha interessato 7,8% dei parti; quello ad altro tipo di analgesia farmacologica 1,2% dei parti.
La frequenza superiore di analgesia epidurale (11%) si riscontra nelle strutture di maggiori dimensioni (con oltre 1500 parti all'anno).
Costante il numero di parti cesarei nell'ultimo biennio: 30,1% nel 2008, 30% nel 2007.
Il Rapporto prosegue l'analisi del contributo delle diseguaglianze all'esito della gravidanza iniziata nella precedente edizione e contiene una nuova sezione, che descrive le caratteristiche di gravidanza e parto per distretto sanitario e Azienda sanitaria di residenza.