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Episiotomia

Frequenza e determinanti dell'episiotomia

Come conseguenza della pubblicazione di studi sull'efficacia del ricorso routinario all'episiotomia è stata registrata una diminuzione nella frequenza di questo intervento negli Stati Uniti (da 63.9% in 1980 a a 33% in 2000) [1], in Canada (da 55% in 1989 a 25.4% in 1998) [2], nel Regno Unito (da circa 46% nelle primipare in 1993-4 a 12% in 2003-4) [3,4] e in Svezia (da 33.7% in 1989 a 24.5% in 1995) [5].

In Italia non vengono prodotte elaborazioni su scala nazionale e gli unici dati di cui disponiamo sono contenuti nella Indagine conoscitiva sul percorso nascita 2002, realizzata dall'Istituto superiore di sanità (ISS) in collaborazione con 60 aziende sanitarie locali di 15 regioni e province autonome [6]. In questa indagine la popolazione in studio era composta da campioni rappresentativi di donne che avevano partorito nel 2001 e in cui sono stati somministrati 7640 questionari con un tasso di rispondenza di 87%. Questa indagine campionaria ha fornito una stima di interventi di episiotomia nei parti spontanei (non comprensiva quindi dei casi di impiego di ventosa o forcipe) di 60.4% al Nord, di 66.1% al Centro (odds ratio OR 1.28; 95% IC 1.09-1.50) e di 79.0% al Sud (OR 2.47; 95% IC 2.05-2.98; centro e sud confrontati rispetto al Nord).

E' d'altra parte noto come determinanti non clinici contribuiscano al ricorso all'episiotomia.

In una ricerca condotta in Canada [7] fra 43 medici e 447 donne, precedentemente coinvolti in uno studio clinico controllato randomizzato sull'episiotomia, è stata indagata la correlazione fra le opinioni dei professionisti e il loro ricorso alle procedure nel corso del travaglio di parto. Fra le donne assistite da medici che non erano favorevoli al ricorso routinario all'episiotomia sono stati registrati un tasso superiore di perinei intatti, un numero complessivamente inferiore di traumi (spontanei o chirurgici) perineali, oltre a minore dolore perineale e maggiore soddisfazione con l'esperienza della nascita, rispetto alle donne assistite da medici che avevano una opinione favorevole nei confronti dell'utilizzo routinario dell'episiotomia.

All'Università di Pittsburgh sono stati esaminati i dati di tutte le 27.702 donne con feto singolo, nato vivo, in presentazione cefalica, di età gestazionale >37 settimane, che avevano partorito fra il 1995 e il 2000 [8]. Complessivamente sono state registrate 15.190 episiotomie (54.8%). Il principale predittore del ricorso all'episiotomia è risultato il rapporto di lavoro del medico: le donne assistite da medici in attività libero-professionale hanno registrato un rischio di subire una episiotomia sette volte superiore (OR 7.1; 95% IC 6.5- 7.7) rispetto alle donne assistite da medici dipendenti della struttura universitaria.

Data di pubblicazione: 11.12.2008

 
 
  1. SaperiDoc
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