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In tutte le società l'allattamento è una delle pratiche fondamentali per garantire il mantenimento della salute dei bambini.
Pur essendo definito come norma biologica per la specie umana [1,2] l'allattamento non è universalmente ritenuto come standard da raggiungere e sostenere per ogni nato - basti pensare, ad esempio, che in molti paesi europei non esiste un sistema nazionale di monitoraggio. Eppure, i dati di efficacia sono innumerevoli, coerenti, replicati nel tempo e dimostrano che i bambini nutriti con sostituti del latte materno (latte formulato) si ammalano e muoiono di più [3] di quelli allattati, sia nei paesi ricchi [4] che in quelli poveri [5].
Gli svantaggi del ricorso al latte formulato per i lattanti, i genitori -la madre in particolare- e la società in generale sono conosciuti da anni [3-9], e nuovi dati su ulteriori rischi associati all'utilizzo di latte formulato continuano ad emergere [10-12]. Questi rischi non sono confinati al piano biologico e nutrizionale, ma coinvolgono anche quello affettivo, relazionale [13,14], nonché economico [15-19]. Per esempio: nel Regno Unito se le donne che allattano a una settimana continuassero ad allattare fino al quarto mese di vita del bambino si risparmierebbero 11 milioni di sterline all'anno grazie alla riduzione dei ricoveri dovuti a gastroenteriti, polmoniti, otiti medie acute ed enterocoliti necrotizzanti [18]. Inoltre, se raddoppiasse il numero di donne che continua ad allattare a 7-18 mesi di vita del bambino, il risparmio dovuto alla minore incidenza di tumori al seno sarebbe pari a 31 milioni di sterline l'anno [18]. In Australia, se si introducessero gli alimenti complementari attorno al 6° mese di vita, in accordo alle raccomandazioni dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (World Health Organization - WHO), si risparmierebbero fra 60 e 120 milioni di $ australiani all'anno per la riduzione di ricoveri per infezioni gastrointestinali, polmoniti, otiti medie acute, eczema ed enterocoliti necrotizzanti [19]. Sulla base dei rischi per la salute di madre e bambino il WHO raccomanda, come misura di salute pubblica, di nutrire i bambini con latte materno, senza aggiungere altro (allattamento esclusivo) per i primi sei mesi di vita e di continuare ad allattare poi fino ai due anni di vita e oltre, affiancando al latte materno altri cibi, semisolidi prima e solidi poi (allattamento complementare), nel rispetto delle scelte della famiglia [1,20].
I tassi di allattamento esclusivo sono però lontani da quanto raccomandato da WHO, anche se in evidente miglioramento nel tempo: in regione Emilia-Romagna il Rapporto annuale sulla prevalenza dell'allattamento rileva che a 5 mesi di età nel 2020 erano allattati esclusivamente 45% dei bambini (erano 16% nel 1999) [21]. A livello globale i dati di prevalenza sono: 44% dei neonati è allattato entro la prima ora dopo il parto, 40% dei lattanti è in allattamento esclusivo a 6 mesi, 45% dei bambini a 2 anni è allattato [20].
Iniziative volte a promuovere e sostenere l'allattamento sono contenute in programmi sviluppati in maniera congiunta da WHO e UNICEF e riguardano sia le pratiche di assistenza alla donna e al neonato in ospedale (Baby-Friendly Hospital Initiative) che nel territorio (Baby-Friendly Community Initiative). Il successo di queste iniziative, però, dipende in larga misura anche dall'impegno dei singoli paesi nel campo della protezione dell'allattamento, che si attua, fra l'altro, con le leggi su maternità e allattamento, con la possibilità (non solo fisica, ma anche culturale) di allattare ovunque lo si desideri, con il favorire una cultura dell'allattamento che rappresenti questa modalità come la norma. Infine, la protezione dell'allattamento si attua tramite l'applicazione del Codice internazionale sulla commercializzazione dei sostituti del latte materno. In estrema sintesi, il Codice proibisce qualunque forma di pubblicità diretta o indiretta dei sostituti del latte materno e dei prodotti necessari alla loro utilizzazione per permettere ai genitori di prendere decisioni relative all'alimentazione dei propri figli basate su informazioni accurate e indipendenti da interessi commerciali. Questo al fine di salvaguardare la salute di mamme e bambini.
Perché è necessario regolamentare il marketing del latte formulato e degli altri alimenti per l'infanzia e dunque applicare il Codice? Perché il latte formulato, inizialmente sviluppato per aiutare quei pochi neonati che non potevano essere allattati, è attualmente proposto a tutte le donne e a tutti i neonati, con campagne pubblicitarie che minano la fiducia delle donne e delle famiglie nelle capacità di allattare i bambini, diffondono l'idea che bambini nutriti con i sostituti del latte materno crescano altrettanto bene, o meglio, di quelli nutriti con latte materno e che utilizzare i sostituti sia più facile e conveniente: inducono quindi a non iniziare o ad abbandonare precocemente l'allattamento e a ricorrere al latte formulato. Stessa cosa per gli alimenti per l'infanzia: cibi semisolidi e solidi dovrebbero essere offerti ai lattanti a partire dai 6 mesi di vita affiancando, non sostituendo, il latte materno. Essendo però pubblicizzati come alimenti da usare dal quarto mese ed essendo spesso proposti con una modalità idealizzata -l'unico alimento sicuro per il tuo bambino- possono causare una minor durata dell'allattamento esclusivo.
1. Guideline: protecting, promoting and supporting breastfeeding in facilities providing maternity and newborn services. Geneva: World Health Organization; 2017. Licence: CC BY-NC-SA 3.0 IGO.
2. Epicentro. Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute. Allattamento [Pagine web]
3. Cattaneo A. The benefits of breastfeeding or the harm of formula feeding? J Paediatr Child Health 2008;44:1-2 [Medline]
4. Ip S, et al. Breastfeeding and maternal and infant health outcomes in developed countries. Evid Rep Technol Assess (Full Rep) 2007;153:1-186 [Medline]
5. Jones G, et al; Bellagio Child Survival Study Group. How many child deaths can we prevent this year? Lancet 2003;362:65-71 [Medline] https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/12853204/
6. Section on Breastfeeding. Breastfeeding and the use of human milk. Pediatrics 2012;129:e827-41 [Medline]
7. Robinson S, Fall C. Infant nutrition and later health: a review of current evidence. Nutrients 2012;4:859-74 [Medline]
8. Maio GR, FORESIGHT. Tackling obesities. Future choices - lifestyle. Change - evidence review. Government Office for Science. Cardiff University, Park Place, Cardiff, October 2007 [Testo integrale]
9. Task Force on Sudden Infant Death Syndrome, Moon RY. SIDS and other sleep-related infant deaths: expansion of recommendations for a safe infant sleeping environment. Pediatrics 2011;128:1030-9 [Medline]
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11. Altobelli E, et al. The impact of human milk on necrotizing enterocolitis: a systematic review and meta-analysis. Nutrients 2020;12:1322 [Medline]
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13. Hahn-Holbrook J, et al. Mothers are more sensitive to infant cues after breastfeeding compared to bottle-feeding with human milk. Horm Behav 2021;136:105047 [Medline]
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16. Bartick MC, et al. Disparities in breastfeeding: impact on maternal and child health outcomes and costs. J Pediatr 2017;181:49-55.e6. [Medline]
17. Lowson K, et al. The economic benefits of increasing kangaroo skin-to-skin care and breastfeeding in neonatal units: analysis of a pragmatic intervention in clinical practice. Int Breastfeed J 2015;10:11 [Medline]
18. Pokhrel S, et al. Potential economic impacts from improving breastfeeding rates in the UK. Arch Dis Child 2015;100:334-40 [Medline]
19. Smith JP, et al. Hospital system costs of artificial infant feeding: estimates for the Australian Capital Territory. Aust N Z J Public Health 2002;26:543-51 [Medline]
20. World Health Organization and the United Nations Children's Fund (UNICEF). Protecting, promoting and supporting breastfeeding in facilities providing maternity and newborn services: implementing the revised Baby-friendly Hospital Initiative 2018. Geneva, 2018. Licence: CC BY-NC-SA 3.0 IGO. [Testo integrale]
21. Di Mario S et al. Prevalenza dell'allattamento in Emilia-Romagna - anno 2020. Bologna: Regione Emilia-Romagna, 2021 [Testo integrale]
Data di pubblicazione: 21.06.2022