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Protezione dell'allattamento

Che cosa è il Codice Internazionale?

 

Oltre 40 anni fa, nel 1981, è stato pubblicato dall'Organizzazione Mondiale della Salute (World Health Organization - WHO) congiuntamente a UNICEF internazionale il Codice internazionale sulla commercializzazione dei sostituti del latte materno [1].

Il Codice è stato sviluppato per proteggere le madri, le famiglie e i professionisti dalle pressioni commerciali delle ditte produttrici di latte formulato, pressioni di provato impatto negativo sull'allattamento e quindi sulla salute di madre e lattante. Come recita il preambolo al Codice, "la commercializzazione dei sostituti del latte materno richiede un trattamento speciale che rende le pratiche usuali di marketing inadatte a questi prodotti". Le sempre più pervasive tecniche di marketing, anche attraverso il digitale, confermano la correttezza e l'attualità di quell'idea di quaranta anni fa [2]. Risoluzioni successive dell'Assemblea Mondiale della Sanità (AMS) hanno chiarito alcuni punti del Codice e altri ne hanno aggiunti; le Risoluzioni hanno lo stesso valore del Codice; da qui in poi parlando di Codice si farà riferimento al Codice e alle successive Risoluzioni.

Il Codice si applica a tutti i latti in formula sia in polvere che liquidi, le formule speciali, i cosiddetti latti di proseguimento, tutti i prodotti che possano in tutto o in parte sostituirsi al latte materno, (come tisane, the, acqua minerale, preparati liofilizzati, omogeneizzati, creme, biscotti), i biberon e le tettarelle. La successiva Risoluzione AMS del 2016 specifica e chiarisce che il Codice si applica agli alimenti commercializzati per lattanti e bambini piccoli fino ai 36 mesi.

Il Codice è stato adottato da WHO come requisito minimo per proteggere la salute infantile e con l'auspicio che venga messo in pratica integralmente. Tutti gli stati membri di WHO, avendo firmato il Codice, si sono anche impegnati a tradurlo in leggi nazionali. Anche gli USA, unico dei paesi membri a non firmare il Codice nel 1981, hanno successivamente modificato la loro posizione con la ratifica della Risoluzione del 1994, con la quale la AMS rinforzava il Codice [3]. Il Codice è stato anche firmato dalle maggiori compagnie produttrici di alimenti per l'infanzia, che si sono impegnate a rispettarlo indipendentemente dalle leggi nazionali.

Il codice si articola in 11 articoli: le principali indicazioni sono relative a [1,3-6]:

Pubblico in generale (articolo 5 del Codice)

  • Non ci deve essere alcuna pubblicità o altra forma di promozione al pubblico di prodotti che rientrino nel campo di applicazione del Codice.
  • Alle gestanti e alle madri non devono essere donati articoli e materiale omaggio che possa promuovere l'uso di sostituti del latte materno o di biberon e tettarelle.
  • Sono vietati i campioni omaggio dei prodotti coperti dal Codice alle gestanti, alle madri ed alle loro famiglie.
  • È vietata ogni forma di contatto diretto, anche via internet, tra rappresentanti o impiegati delle ditte e gestanti, madri o famiglie.
 

Materiale informativo ed etichette (articoli 4 e 9 del Codice)

  • Il materiale informativo per le famiglie deve indicare in maniera inequivocabile la superiorità dell'allattamento e la difficoltà di invertire la decisione di non allattare.
  • Lo stesso materiale informativo deve spiegare chiaramente le implicazioni anche sociali ed economiche della decisione di non allattare, oltre ai rischi per la salute.
  • Le donazioni di attrezzature e di materiali informativi da parte delle compagnie deve avvenire soltanto su richiesta e dietro approvazione scritta di una competente autorità governativa; tali attrezzature e materiali possono avere il nome o il logotipo della compagnia, ma nessun riferimento ai prodotti della stessa.
  • Le etichette dei prodotti non devono scoraggiare, con scritte o figure, l'allattamento e devono spiegare in maniera comprensibile alle madri l'uso appropriato dei latti formulati.
  • Governi e autorità sanitarie devono informare i genitori, i professionisti della salute e chi si occupa di bambini del fatto che il latte formulato in polvere non è sterile e potrebbe contenere microrganismi patogeni. Tale informazione dovrebbe essere riportata anche sulle etichette del latte formulato in polvere.
  • Dovrebbero essere vietate le affermazioni circa presunti benefici nutrizionali e per la salute (health claims), sia nel materiale informativo che sulle etichette.
 

Strutture sanitarie ed operatori sanitari (articoli 6 e 7 del Codice)

  • Non si deve fare alcuna promozione dei sostituti del latte materno nelle strutture sanitarie, compresa l'esposizione di manifesti o altri materiali forniti dalle ditte.
  • Non vi devono essere donazioni o vendite a basso prezzo dei prodotti contemplati dal Codice alle strutture sanitarie o a singoli professionisti.
  • Non devono essere offerti dalle compagnie ai professionisti della salute incentivi economici o materiali allo scopo di promuovere prodotti contemplati dal Codice; i contributi individuali per viaggi di studio, borse di studio, ricerche o consulenze devono essere dichiarati sia dalla ditta che dal beneficiario all'istituzione alla quale quest'ultimo è affiliato.
  • Il sostegno finanziario e altri incentivi da parte delle compagnie per i professionisti che lavorano con l'alimentazione infantile non dovrebbero creare conflitto d'interesse con la promozione dell'allattamento.
  • La ricerca sull'alimentazione dei lattanti e dei bambini deve sempre contenere una dichiarazione sul conflitto d'interesse ed essere soggetta a revisione indipendente.
 

Attuazione e Monitoraggio (articolo 11 del Codice)

  • È responsabilità dei governi adottare provvedimenti per dare piena attuazione ai princìpi e alla finalità del Codice, secondo le modalità previste dalla propria legislazione.
  • I produttori e i distributori dei prodotti coperti dal Codice devono collaborare con i governi in questa azione e informare i dipendenti addetti al marketing dell'esistenza del Codice e delle responsabilità da esso derivanti.
  • Le organizzazioni non governative, i gruppi professionali, le istituzioni e gli individui impegnati in questo settore devono avere un ruolo nel richiamare l'attenzione dei produttori e distributori sulle attività incompatibili con il Codice, nel monitorarne cioè l'applicazione nel proprio paese.
  • Ogni due anni il direttore generale di WHO fa una relazione all'AMS sullo stato di attuazione del Codice, fornendo eventualmente supporto ai paesi che vogliano adottare misure adeguate a darne attuazione.
 

In Italia il monitoraggio del Codice è svolto da IBFAN Italia, organizzazione senza fini di lucro, che ogni quattro anni produce un rapporto sulle violazioni registrate nel nostro paese [7].
Ogni paese legifera per dare applicazione al Codice: ci sono paesi che lo hanno recepito e attuato completamente, altri che lo applicano almeno in parte (per saperne di più).

 
 

Data di pubblicazione: 21.06.2022

 
 
  1. SaperiDoc
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