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Protezione dell'attamento

Che cosa possono fare i professionisti?

 

I professionisti sono interlocutori fondamentali nell'applicazione dei princìpi contenuti nel Codice internazionale sulla commercializzazione dei sostituti del latte materno.
Anche le ditte produttrici di sostituti del latte materno li hanno identificati come un canale privilegiato per far arrivare alle donne e alla società in generale i messaggi di promozione dei loro prodotti; le ditte sanno bene, infatti, che la professionalità dell'operatore di salute qualifica il loro messaggio, trasformandolo da pubblicità in consiglio di salute. I professionisti devono quindi mettere in atto iniziative volte a proteggere, promuovere e sostenere l'allattamento. I professionisti che lavorano nei punti nascita possono per esempio aderire all'iniziativa degli Ospedali amici dei bambini (Baby Friendly Hospital Initiative) e vigilare affinché i princìpi contenuti nel Codice vengano osservati. Sia l'Organizzazione Mondiale della Sanità (World Health Organization - WHO) [1] che UNICEF [2] hanno stilato delle guide sul ruolo dei professionisti nell'applicazione del Codice, in cui si sottolinea l'attività fondamentale dei professionisti che, indipendentemente dalla legge del paese in cui si trovano a esercitare la propria professione, sarebbero tenuti a rispettare, per etica professionale e nel solo interesse della tutela della salute dei loro assistiti, quanto previsto dal Codice.

Ma il Codice può coinvolgere anche altre professioni: in Italia, ad esempio, c'è l'iniziativa Farmacia Amica dell'Allattamento Materno (FAAM), partita dalla rete delle farmacie comunali di Verona nel 2007 in collaborazione con l'associazione il Melograno [3]. Le farmacie, in quanto luogo di vendita dei sostituti del latte materno, possono facilmente compiere violazioni del Codice, per esempio facendo sconti e promozioni sul latte formulato o distribuendo coupon e gadget collegati all'acquisto di sostituti del latte materno e strumenti per il loro utilizzo (biberon e tettarelle). Le farmacie che aderiscono al progetto FAAM non espongono al pubblico sostituti del latte materno e strumenti per il loro utilizzo, affiggono poster e immagini di madri che allattano, mettono a disposizione delle madri uno spazio per allattare, cambiare e pesare il lattante, formano il proprio personale secondo gli standard OMS/UNICEF, stabiliscono una rete con gli altri operatori che assistono le donne dopo la gravidanza, per segnalare eventuali problemi e attivare il necessario sostegno alla donna in difficoltà.

Similmente all'iniziativa Ospedali amici dei bambini e Comunità amica dei bambini anche le FAAM si sono dotate di un codice in 9 punti:

  1. avere un protocollo scritto sull'alimentazione dei lattanti e dei bambini in linea con le linee d'indirizzo del Ministero della salute e con il Codice internazionale;
  2. formare tutto il personale all'applicazione del protocollo;
  3. informare tutte le donne sui benefici del latte materno e sugli svantaggi dell'alimentazione artificiale;
  4. sostenere e incoraggiare le madri per iniziare e mantenere l'allattamento materno;
  5. allestire uno spazio per accogliere le madri con i loro bambini;
  6. promuovere l'immagine della madre che allatta ed evitare di promuovere quella della madre che usa il biberon;
  7. consegnare alle madri, all'atto della vendita, i sostituti del latte materno solo su loro specifica richiesta;
  8. acquistare i sostituti del latte materno senza aderire a campagne di sconto e rifiutare qualunque gadget promozionale da consegnare alle madri;
  9. promuovere e attivare nella comunità iniziative e progetti in rete con altri attori sociali che tutelano l'allattamento materno.
 

Nei primi due anni dell'iniziativa a Verona hanno aderito al progetto 15 farmacie e 63 farmacisti sono stati formati secondo gli standard OMS/UNICEF [4]. 
Dal 2017 le FAAM sono citate nella Guida all'Applicazione dei Passi, al passo 10 (per gli Ospedali) e al passo 7 (per le Comunità) essendo state inserite negli standard delle Iniziative "Insieme per l'Allattamento" [5].

Anche i professionisti che insegnano nei corsi di laurea possono scegliere di rispettare il Codice, organizzando il cosiddetto Corso di Laurea Amico dell'Allattamento (CdLAA) [6]. In questo caso i passi sono cinque:

  1. aderire agli Standard del CdLAA e inserirli nel Piano di studio del Corso di Laurea;
  2. preparare i docenti a sviluppare gli standard formativi (vedi sotto) e le iniziative collegate all'interno dei propri moduli di insegnamento;
  3. formare le/gli studenti in modo che abbiano le conoscenze e le abilità necessarie al sostegno delle madri;
  4. creare ambienti accoglienti per favorire la pratica dell'allattamento;
  5. rispettare il Codice Internazionale sulla Commercializzazione dei Sostituti del Latte Materno e tutte le successive Risoluzioni pertinenti.
 

I 6 Standard del CdLAA hanno obiettivi formativi e argomenti specifici:

  • descrivere come funzionano la lattazione umana e l'allattamento;
  • sostenere le madri nell'avvio e nel proseguimento dell'allattamento;
  • gestire le sfide che potranno insorgere;
  • facilitare e proteggere la relazione madre-bambino;
  • diffondere la cultura dell'allattamento e di una corretta alimentazione per madre e bambino attraverso una comunicazione efficace;
  • promuovere l'Iniziativa UNICEF "Insieme per l'Allattamento" e il Codice Internazionale.

Al momento hanno ricevuto la definizione di CdLAA diversi corsi di ostetricia e di infermieristica pediatrica.

I professionisti, oltre a iniziative di rete come quelle qui descritte, possono anche monitorizzare che nelle strutture dove operano sia data applicazione ai princìpi contenuti nel Codice e nella legislazione italiana e mettere in atto, durante lo svolgimento della loro attività, comportamenti coerenti con lo spirito del Codice.

 
 

Data di pubblicazione: 21.06.2022

 
 
  1. SaperiDoc
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