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Studio clinico controllato randomizzato (RCT) multicentrico in doppio cieco per valutare se la supplementazione con acido docosaesaenoico (DHA) assunto per bocca durante la seconda metà della gravidanza riduce la percentuale di donne con sintomi depressivi e migliora lo sviluppo neurologico dei loro bambini.
Sono state valutate 2320/2399 donne a 6 mesi dal parto e 694/726 bambini a 18 mesi di vita (perdite al follow-up 3-4%). L'adesione all'assunzione di DHA è stata misurata dosando la quantità di DHA nel sangue cordonale come percentuale di tutti i fosfolipidi plasmatici: la concentrazione è risultata significativamente maggiore in quello di donne nel gruppo intervento (7.22% vs 6.09%). L'assunzione di DHA non si associa a una riduzione nella frequenza di depressione post-partum valutata a 6 settimane e a 6 mesi, né considerando tutto il campione di donne arruolate (2399 donne) né nel sottogruppo di donne con diagnosi medica di depressione pregressa o in atto al momento dello studio (585 donne). L'analisi multivariata è stata condotta correggendo per centro di arruolamento, parità, età, storia di depressione, abitudine al fumo e indice di supporto sociale alla madre presentati (risultati in tabella). Nessun effetto, inoltre, si ha sulla percentuale di donne con diagnosi medica di depressione o in trattamento per questo. Per quanto riguarda lo sviluppo del bambino/a non si hanno effetti positivi rispetto allo sviluppo cognitivo, motorio e socio-emozionale misurato con punteggio standardizzato per i due sessi. Si registrano invece delle modifiche piccole, di incerto significato, su singoli item e diversi nei due sessi: peggiora lo sviluppo del linguaggio (rischio relativo RR di punteggio<85: 1.81; intervallo di confidenza al 95% IC95%: 1.06, 3.08) e il comportamento adattativo (differenza media pesata WMD: -3.55; IC 95%: -5.89, -1.20) nelle bambine del gruppo intervento, migliora lo sviluppo cognitivo nel bambino misurato in termini di rischio di un punteggio<85 (RR: 0.37; IC 95%: 0.17, 0.79) ma non come stima globale del punteggio standardizzato (WMD 0.83; IC 95%: -1.22, 2.88). Altri effetti sono una riduzione del rischio di nascita prima di <34 settimane di gestazione (RR: 0.49; IC 95%: 0.25, 0.94), un aumento del rischio di nascita o induzione di parto post-termine (RR: 1.28; IC 95%: 1.06, 1.54); di conseguenza si registra anche un aumento di peso alla nascita (WMD 68 g; IC 95%: 23, 114 g) e un minor rischio di peso alla nascita <2500 g (RR: 0.65; IC 95%: 0.44, 0.96). Nelle donne del gruppo intervento e nei loro neonati non si registrano effetti collaterali dovuti all'assunzione di DHA.
L'assunzione di 800 mg di DHA in gravidanza non riduce la percentuale di donne con depressione post-partum, né in generale né nel sottogruppo di donne con precedente diagnosi di depressione o con depressione in atto. Inoltre non migliora lo sviluppo cognitivo e linguistico del bambino, mentre riduce il rischio di parto pretermine e aumenta quello di parto post-termine (spontaneo o indotto). I risultati del DOMInO trial quindi non supportano la supplementazione routinaria in gravidanza con DHA.
Tabella. Associazione fra assunzione di DHA e depressione post-partum (analisi multivariata).
Esito |
RR aggiustato (IC95%) |
p value |
---|---|---|
EPDS >12 a 6 settimane (tutte le donne) |
0.87 (0.68, 1.10) |
0.24 |
EPDS >12 a 6 mesi (tutte le donne) |
0.83 (0.66, 1.05) |
0.11 |
EPDS >12 a 6 settimane (donne con depressione pregressa o in atto) |
0.96 (0.71, 1.30) |
0.79 |
EPDS >12 a 6 mesi (donne con depressione pregressa o in atto) |
0.81 (0.60, 1.08) |
0.15 |
Depressione (nuove diagnosi mediche) |
0.80 (0.62, 1.02) |
0.07 |
Depressione (nuova o pregressa diagnosi) che necessita di trattamento |
0.93 (0.73, 1.18) |
0.55 |
I testi della scheda di presentazione dello studio sono a cura di Simona Di Mario
Una revisione sistematica (RS) ha identificato 7 RCT (612 donne) che hanno valutato l'efficacia della supplementazione con DHA durante la gravidanza sulla frequenza di depressione post-partum. Tre dei sette trial includevano solo donne gravide con diagnosi di depressione maggiore in atto o precedente la gravidanza, i restanti invece donne gravide sane. La metanalisi dei risultati mostra che la supplementazione con DHA non riduce la frequenza di depressione post-partum (differenza media standardizzata: -0.025; IC95%: -0.184, 0.134) [1]. Una revisione sistematica ha invece valutato l'effetto sulla durata della gravidanza della supplementazione con DHA in gravidanze a elevato rischio. La supplementazione riduce il rischio di parto <34 settimane di età gestazionale (2 RCT, 291 donne; RR: 0.39; IC95%: 0.18, 0.84) ma non quello <37 settimane (3 RCT, 523 donne; RR: 0.99; IC95%: 0.9-1.1) [2]. Infine una revisione sistematica (6 RCT, 1280 donne) ha concluso che le prove di efficacia disponibili (pochi studi, di piccole dimensioni e tanto eterogenei fra loro da non permettere una metanalisi dei risultati) non supportano l'ipotesi che la supplementazione con DHA nelle donne in allattamento migliori lo sviluppo psicomotorio, l'acuità visiva del neonato, o riduca la frequenza di depressione materna post-partum [3].
Referenze
1. Jans LA, et al. The efficacy of n-3 fatty acids DHA and EPA (fish oil) for perinatal depression. Br J Nutr 2010;104:1577-85
2. Horvath A, et al. Effect of supplementation of women in high-risk pregnancies with long-chain polyunsaturated fatty acids on pregnancy outcomes and growth measures at birth: a meta-analysis of randomized controlled trials. Br J Nutr 2007;98:253-9
3. Delgado-Noguera MF, et al. Supplementation with long chain polyunsaturated fatty acids (LCPUFA) to breastfeeding mothers for improving child growth and development. Cochrane Database Syst Rev 2010;12:CD007901
La supplementazione in gravidanza, dalla 20° settimana fino al parto, con 800 mg di DHA, uno degli acidi grassi polinsaturi contenuti nell'olio di pesce, non riduce la frequenza di depressione materna post-partum nè nel gruppo di donne non selezionate (2399 donne) nè nel gruppo con diagnosi di depressione precedente o in atto (585 donne). La supplementazione inoltre non modifica lo sviluppo psicomotorio del neonato valutato a 18 mesi. Il DHA è invece efficace nel modificare la durata della gravidanza (riduce il rischio di pre-termine e aumenta quello di post-termine). Il trial rileva inoltre che, in Australia, la stragrande maggioranza di donne gravide assume già questa supplementazione (64% delle donne eligibili erano escluse per questo motivo).
Validità interna
Disegno dello studio: RCT multicentrico, in doppio cieco, con chiari criteri di inclusione ed esclusione delle donne. Generazione della sequenza random e allocation concealment ben condotti e descritti. Cecità in fase di valutazione della depressione potenzialmente inficiata dal possibile residuo odore di pesce nel gruppo trattamento.
Esiti: ben descritti e valutati tramite scale validate (EPDS per la donna, BSID III per il bambino): la mancata conferma clinica della depressione rilevata con EPDS è però un limite che gli stessi autori riconoscono. Non si può escludere un bias di classificazione per gli esiti valutati soggettivamente (diagnosi clinica di depressione e valutazione da parte dei genitori dello sviluppo comportamentale e adattativi del bambino). Per ridurre il rischio di bias, i genitori e i valutatori fino ai 12 mesi di vita del bambino non erano a conoscenza di quali sarebbero stati valutati.
Trasferibilità
Popolazione studiata: le donne arruolate nel trial sono mediamente più giovani (29 anni vs 31.5 anni), hanno più spesso un diploma superiore (63% vs 44%), fumano più spesso durante la gravidanza (30% vs 8%) delle donne che partoriscono in regione Emilia-Romagna (La nascita in Emilia-Romagna 2009). Non abbiamo dati italiani per comparare la frequenza di depressione precedente o in atto (25% delle donne incluse in questo studio) ma dati internazionali indicano una prevalenza di depressione maggiore e stato ansioso depressivo pari a 10-13%.
Tipo di intervento: non proporre la supplementazione con DHA è semplice, fattibile e non comporta costi aggiuntivi, anzi prevede un risparmio per le donne. Ma, come nel caso di raccomandazioni negative, l'impatto della disseminazione di questa conoscenza è difficile da prevedere: l'informazione non indipendente proveniente dalle ditte produttrici e la promozione da parte dei distributori di supplementazioni potrebbero ostacolare questo intervento.