Testata per la stampa
 

Protezione dell'attamento 

Protezione dell'allattamento: un impegno di tutti

 

Se si rendesse disponibile un nuovo vaccino che prevenisse un milione o più di morti infantili all'anno, e che fosse oltretutto poco costoso, sicuro, somministrabile per bocca, e non richiedesse la catena del freddo, diventerebbe immediatamente un imperativo di salute pubblica. L'allattamento può far questo ed altro, ma richiede una sua catena calda di sostegno - e cioè assistenza competente alle madri perché possano aver fiducia in sé stesse e per mostrare loro cosa fare, e protezione da pratiche dannose. Se questa catena calda si è persa nella nostra cultura, o ha dei difetti, è giunto il tempo di farla funzionare
A warm chain for breastfeeding. Lancet 1994;344:1239-41

 

Perché allattare?
L'allattamento crea le migliori condizioni, fisiche e psichiche, per l'inizio della vita umana. L'allattamento ha un valore incomparabile per la salute della mamma e del bambino e, contemporaneamente, offre al neonato il cibo migliore e la protezione naturale di cui ha bisogno, oltre a soddisfare il bisogno di contatto fisico con la madre. Nessun latte di formula eguaglia il latte materno che, oltre a essere l'unico alimento specifico per i neonati, è sufficiente da solo, senza bisogno di alcuna aggiunta di altri cibi, a soddisfare ogni loro esigenza, non solo nutritiva, dalla nascita e fino al 6° mese di vita compiuto. Anche successivamente, quando il bambino comincia a mangiare altri alimenti, l'allattamento mantiene un importante ruolo per il benessere di mamma e bambino.
Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (World Health Organization - WHO) l'allattamento dovrebbe essere esclusivo per sei mesi e dovrebbe continuare, con l'aggiunta di altri alimenti sicuri e appropriati, fino ai due anni e oltre, in accordo con i desideri di mamma e bambino (Assemblea Mondiale della Salute, Risoluzione n. 54.2 del 2001).

 

Allattamento: la prima protezione viene dalla legge
Fino al compimento del primo anno di vita del bambino, la madre che lavora può fruire di due periodi di riposo di un'ora, anche cumulabili nella giornata, con diritto di uscire dal luogo di lavoro, per provvedere alle esigenze del bambino (Legge n. 1204/1971).
Se l'orario di lavoro giornaliero è inferiore a sei ore, le spetta un solo periodo di riposo di un'ora, comprese le ore di allattamento. I riposi non sono cumulabili in giornate diverse. In caso di parto gemellare i periodi di riposo sono raddoppiati.
Agli effetti della retribuzione, le ore di assenza per riposi giornalieri sono considerate ore di lavoro ordinario. (Per maggiori informazioni sito INAIL alla sezione: quando arriva un bambino).

Dal 2012 la legge ha iniziato a riconoscere anche il ruolo del padre, come elemento per una genitorialità responsabile, istituendo in via sperimentale, la cosiddetta paternità obbligatoria, in aggiunta e non sostitutiva della maternità, corrispondente a 1 giorno di astensione dal lavoro [articolo 4, comma 24, lettera a), della legge 28 giugno 2012, n. 92].

Dieci anni dopo, nel 2021, la legge è arrivata a garantire 10 giorni di paternità obbligatoria [articolo 1, comma 363, lettera a), della legge 30 dicembre 2020, n. 178 (legge di bilancio 2021)].

 

Che cosa altro si fa per proteggere, promuovere e supportare l'allattamento?
A livello internazionale, fra le azioni più rilevanti c'è stata l'approvazione del Codice internazionale sulla commercializzazione dei sostituti del latte materno, siglato nel 1981 da WHO e UNICEF, dai paesi membri del WHO e dalle maggiori ditte produttrici di alimenti per l'infanzia. L'obiettivo del Codice è quello di assicurare ai bambini una nutrizione sicura e adeguata, proteggendo l'allattamento materno dalle pratiche inappropriate di commercializzazione e distribuzione dei sostituti del latte materno. In Italia  i princìpi del Codice sono stati recepiti attraverso il DM n. 82 del 9 aprile 2009, che regolamenta la produzione, composizione, etichettatura, pubblicità e commercializzazione degli alimenti per lattanti e degli alimenti di proseguimento. La legge italiana vieta, ad esempio, che le donne vengano contattate direttamente dalle ditte che producono o distribuiscono i sostituti del latte materno per promuovere la vendita di latte di formula per i neonati da 0 a 6 mesi di vita (latte di tipo 1), così come vieta la pubblicità o le promozioni di questo tipo di alimento. Vieta inoltre che le donne ricevano materiale che promuove, anche in maniera occulta, l'uso di latte artificiale (come ad esempio le valigette omaggio, ancora distribuite, nonostante il divieto, in alcune maternità, o attraverso la rete della grande distribuzione alimentare). La legge vieta, infine, che sulle lettere di dimissione consegnate alle donne dopo il parto ci sia uno spazio predisposto per l'indicazione del latte formulato: eventuali prescrizioni - limitate a quei bambini per i quali sia stata accertata l'effettiva necessità di assumere latte artificiale - devono essere aggiunte singolarmente.
Accanto al Codice si colloca la Baby Friendly Hospital Initiative, l'iniziativa di WHO e UNICEF degli Ospedali amici dei bambini, per promuovere e supportare l'allattamento al momento della nascita negli ospedali. Questa si basa su 10 azioni specifiche (detti i 10 passi) e nella cessazione della distribuzione gratuita o a basso costo dei sostituti del latte materno alle strutture sanitarie (applicazione del Codice internazionale sulla commercializzazione dei sostituti del latte materno).
In Italia sono 30 gli Ospedali amici dei bambini (dato aggiornato a gennaio 2022), altri ospedali sono in fase di valutazione e accreditamento.
La protezione e il sostegno all'allattamento si concretizza, infine, sul territorio, con la Baby Friendly Community Initiative (Comunità amiche dei bambini), nata dall'idea di adattare l'Iniziativa degli ospedali amici dei bambini anche ai servizi territoriali socio-sanitari, e contribuire a sostenere l'allattamento nella comunità locale.

Ciuccio e biberon ostacolano l'allattamento?
Secondo il WHO il latte materno è sufficiente da solo a soddisfare ogni bisogno del neonato fino al sesto mese. Quel da solo significa allattamento esclusivo: il lattante non solo non ha bisogno di aggiunte di formula (latte formulato), tranne rarissime eccezioni, ma neppure di altri cibi o bevande (acqua, tisane, ecc.) somministrati con biberon e tettarelle. Questi sono infatti liquidi non nutritivi (non hanno le proteine, le calorie, gli zuccheri e tutti gli altri elementi vivi contenuti nel latte materno) e possono interferire con l'alimentazione del neonato: una quantità anche piccola di questi liquidi può dare comunque un senso di sazietà al bambino, che richiederà così meno latte. E questo è un danno per il bambino. Infatti solo il latte materno è specifico per il lattante e si adatta alle sue esigenze anche nel corso della stessa poppata: all'inizio è leggero e dissetante e successivamente diventa più grasso e nutriente.
L'uso di ciucci (succhiotti) o biberon, soprattutto nelle settimane immediatamente successive al parto, può ostacolare l'allattamento, tanto che uno de i 10 passi adottati negli Ospedali amici dei bambini riguarda proprio il divieto a utilizzarli in ospedale. Il rischio è quello che il bambino si confonda: la modalità di succhiare al seno è infatti molto diversa da quella che si attiva quando si succhia la tettarella del biberon o il ciuccio. Se il neonato, confuso, non si attacca bene al seno, la poppata non è efficace e lo stimolo a produrre il latte si riduce. La produzione del latte materno viene, infatti, naturalmente attivata proprio dalla suzione (più il bambino si attacca al seno e più latte viene prodotto).

Segnalazioni di violazioni del codice

Ognuno può dare un contributo concreto alla protezione dell'allattamento. Spesso, chi viola il Codice e la legge italiana in merito alla commercializzazione dei sostituti del latte materno non ne è neppure consapevole, soprattutto nel caso di piccoli negozianti o farmacisti che, ad esempio, espongono promozioni di latte di tipo 1. Informare queste persone che il loro comportamento è in contrasto sia con il Codice che con la legge è importante. Le violazioni del Codice sono numerose nonostante tutti i paesi membri del WHO e le maggiori aziende produttrici di alimenti per l'infanzia si siano impegnate a rispettarlo. La International Baby Food Action Network (IBFAN) si occupa di raccogliere le violazioni e pubblicarle periodicamente nel rapporto Breaking the rules. In Italia l'associazione di volontariato IBFAN Italia pubblica ogni 4 anni un analogo rapporto dal titolo Il Codice violato, che raccoglie le violazioni segnalate e documentate nel nostro paese.

Ognuno di noi può segnalare una violazione: per saperne di più e capire come inviare una segnalazione visita il sito IBFAN Italia.

 

Per saperne di più:

La Leche Legue (in italiano)
 
MAMI - Movimento allattamento materno italiano (in italiano)
 
International Baby Food Action Network (IBFAN)
 
il sito di IBFAN - ITALIA (in italiano)
 

 

 

 
 
 
Chiudi la versione stampabile della pagina e ritorna al sito