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Il sangue del cordone ombelicale (SCO) può essere raccolto sia in caso di parto vaginale che in caso di parto con taglio cesareo [1]. Dopo il taglio del cordone il SCO viene raccolto a caduta. Con questo sistema si riescono a ottenere da 60 a 150 ml di sangue. Il successo di un trapianto è correlato al volume raccolto e al numero totale di cellule presenti nel volume finale dell'unità di SCO.
Esistono due metodi [2] per raccogliere il sangue cordonale:
Una revisione sistematica [3] analizza i risultati di 4 studi randomizzati e di 33 studi osservazionali effettuati per confrontare l'efficacia della modalità di raccolta in utero con quella ex utero in rapporto al parto vaginale o cesareo e/o al tempo di clampaggio. Gli esiti considerati sono: volume raccolto e sterilità dell'unità. Il primo studio ha incluso 42 parti vaginali, per 23 di questi il volume medio raccolto con modalità in utero (83.26 ± 7.9 ml) risulta superiore rispetto al volume raccolto con modalità ex utero e tempo di clampaggio maggiore di 30 secondi (48.2 ± 4.04 ml; p inferiore a 0.005). Gli altri tre studi confrontano il volume di SCO raccolto dopo parto cesareo con la modalità in utero e ex utero ottenendo sempre volumi significativamente maggiori con la modalità in utero. Nove dei 33 studi osservazionali presi in considerazione non rilevano differenze statisticamente significative tra le due modalità di raccolta. È possibile che le differenti conclusioni raggiunte dagli studi siano influenzate da diversi fattori, quali il tempo di clampaggio e la posizione del neonato al momento della raccolta. Il rischio di contaminazione del prelievo è comunque basso con entrambe le modalità (circa 5%).
Sulla base di studi osservazionali i fattori intrapartum associati all'ottimizzazione della raccolta risultano essere il peso del bambino alla nascita, il pH del sangue cordonale [4,5] l'età gestazionale, l'etnia, la modalità di parto e il sesso [6].
Un ampio studio retrospettivo ha analizzato un campione di 5267 unità di SCO raccolte tra il 2007 e il 2009 da madri con gravidanza fisiologica con lo scopo di indagare i fattori favorenti la raccolta di unità SCO di alta qualità (conta totale di cellule nucleate post processamento>1.25×109, conta di CD34+e di CFU nel quartile superiore). I risultati suggeriscono che il sangue cordonale di neonati di razza caucasica, di età gestazionale compresa fra 34 e 37 settimane, di peso maggiore alla nascita (> 3500 g) e con unità SCO processate in tempi rapidi (entro 10 ore dalla raccolta) e con volume maggiori ( > 80 ml) abbiano più elevate possibilità di essere bancate [7].
Uno studio giapponese del 2010 condotto su un campione di 126 unità di SCO delle quali 105 raccolte dopo parto vaginale e 21 dopo taglio cesareo riporta una più alta concentrazione di cellule mononucleari/CD34(+) per singola unità se la donazione avviene dopo parto vaginale e da donna primigravida piuttosto che dopo taglio cesareo o da donna plurigravida [8].
Le linee guida del RCOC promuovono la raccolta ex utero per massimizzare la sicurezza materna e neonatale [9], mentre quelle canadesi del SOGC quella in utero che si associa a volumi ematici lievemente maggiori e con più alta concentrazione di cellule nucleate. La raccolta in utero non necessita di personale aggiuntivo in sala parto - a differenza della modalità ex utero che viene eseguita in una stanza a parte da personale dedicato- e deve essere eseguita mantenendo invariata l'attenzione sul benessere materno e neonatale nell'immediato dopo parto nonostante comporti un carico di lavoro aggiuntivo [2].
Più precoce è il taglio del cordone ombelicale, maggiore è il numero di cellule che si ottengono e, di conseguenza, maggiore è la probabilità di successo della donazione. Per il neonato donatore, però, il taglio immediato del cordone ombelicale comporta l'assenza dei benefici legati a un taglio tardivo, in particolare il maggiore livello di emoglobina e ferritina, vantaggio che si protrae fino ai 6 mesi di vita del neonato e anche oltre. Questo beneficio è particolarmente importante per i nati in quei paesi dove la carenza di ferro durante l'infanzia è endemica [10].
Anche per questo motivo, alle nostre latitudini dalla donazione del sangue cordonale sono escluse le gravidanze patologiche e quelle che terminano prima di 37 settimane. Altri fattori che controindicano la raccolta comprendono gravi complicazioni ostetriche al momento del parto come eclampsia, emorragia o asfissia perinatale [2]. Per le medesime ragioni la donazione non dovrebbe essere proposta alla donna con feto di basso peso o proveniente da paesi in via di sviluppo, in cui sono endemiche alcune patologie del sangue che si associano ad anemia. La tensione fra le due diverse esigenze-la donazione e la garanzia di una riserva di ferro per il neonato-viene risolta nella linea guida nazionale per l'accreditamento delle banche di sangue cordonale, dove viene raccomandato di non tagliare il cordone prima di 60 secondi dalla nascita [11].
La donazione di SCO è un comportamento altruistico i cui potenziali benefici ed eventuali rischi/disagi devono essere illustrati e discussi prima della donazione [12], informando la madre circa i riflessi sul bambino di un clampaggio ritardato e dell'impatto che questo produce sul volume di sangue raccolto per donazione SCO [2]. A tal scopo il personale sanitario dovrebbe effettuare il colloquio preferibilmente nel corso del terzo trimestre di gravidanza per lasciare tempo ai genitori di riflettere e porre domande.
1. Sparrow RL, et al. Influence of mode of birth and collection on WBC yields of umbilical cord blood units. Transfusion 2002;42:210-5 [Medline]
2. Armson A et al. Umbilical Cord Blood: Counselling, Collection, and Banking. SOGC CLINICAL PRACTICE GUIDELINE - Volume 37, ISSUE 9, P832-844, September 01, 2015 [Testo integrale]
3. Khodabux CM et al. The use of cord blood for transfusion purposes: current status. Vox Sang 2009;97:281-93 [Medline]
4. Aufderhaar U et al. The impact of intrapartum factors on umbilical cord blood stem cell banking. J Perinat Med 2003;31:317-22 [Medline]
5. Manegold G. et al. Cesarean section due to fetal distress increases the number of stem cells in umbilical cord blood. Transfusion 2008;48:871-6 [Medline]
6. Cairo MS et al. Characterization of banked umbilical cord blood hematopoietic progenitor cells and lymphocyte subsets and correlation with ethnicity, birth weight, sex, and type of delivery: a Cord Blood Transplantation (COBLT) Study report. Transfusion 2005 Jun;45(6):856-66 [Medline]
7. Kristin MP et al. Optimizing donor selection for public cord blood banking: influence of maternal, infant, and collection characteristics on cord blood unit quality, Transfusion 2014 Feb;54(2):340-52 [Medline]
8. Atsuko O et al. Influence of obstetric factors on the yield of mononuclear cells, CD34+ cell count and volume of placental/umbilical cord blood. J Obstet Gynaecol Res. 2010 Feb;36(1):52-7 [Medline]
9. RCOG. Umbilical cord blood banking. Scientific Impact Paper No. 2 - June 2006 [Testo integrale]
10. Yang Z et al. Effects of delayed cord clamping on infants after neonatal period: A systematic review and meta-analysis. Int J Nurs Stud. 2019 Apr;92:97-108 [Medline]
11. Conferenza Stato-Regioni. Accordo, ai sensi dell'articolo 6, comma 1, del decreto legislativo 6 novembre 2007, n. 191, tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano sul documento recante: «Linee guida per l'accreditamento delle Banche di sangue da cordone ombelicale». (Rep. Atti n. 75/CSR del 20 aprile 2011). G.U. Serie Generale, n. 113 del 17 maggio 2011 [Testo integrale]
12. McDonald SJ et al. Effect of timing of umbilical cord clamping of term infants on maternal and neona-tal outcomes. Cochrane Database Syst Rev. 2013 Jul 11;2013(7):CD004074 [Medline]
Data di pubblicazione: 22.12.2022