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Donazione del sangue del cordone ombelicale

 

Vantaggi, limiti e futuro del sangue cordonale

 

Rispetto ad altre fonti di cellule staminali emopoietiche, il sangue del cordone ombelicale (SCO) presenta una serie di vantaggi come la semplicità della raccolta che non comporta alcun rischio per i donatori (madre e neonato/a).

La raccolta avviene subito dopo la nascita della neonato/a tramite puntura indolore della vena del cordone ombelicale da parte di personale addestrato. Il sangue contenuto nel cordone e nella placenta viene successivamente crioconservato nelle banche. Un fattore critico della raccolta è rappresentato dal tempo trascorso tra la nascita e il taglio del funicolo ombelicale. Un clampaggio immediato favorisce una raccolta più abbondante di SCO [1] ma può associarsi a un ridotto apporto di ferro nei neonati [2]. Uno studio svedese condotto nel periodo 2012-2013 ha valutato l'effetto del ritardo nel taglio del cordone di 1 minuto [3]. Sono state valutate 308 unità di SCO raccolte prima e dopo il cambio di pratica nella recisione del funicolo.  Il taglio del cordone a un minuto non si associa a una modifica del livello di ferro del neonato e permetta la raccolta di una quantità di SCO adeguata: il volume totale risulta lievemente ridotto (differenza media 8.1 ml; 95 % CI, 1.3-15.0 ml; p = 0.02) mentre non lo è la quantità di cellule raccolte (p = 0.1).  

La componente cellulare raccolta è influenzata da numerosi altri fattori quali l'etnia, il peso alla nascita, l'età gestazionale [4], il sesso, la modalità di parto, il ph del sangue cordonale [5,6,7].

I vantaggi dell'uso del SCO comprendono un'alta tolleranza del mismatch HLA e un relativamente basso rischio di reazione di rigetto verso l'ospite [8]. Altri vantaggi sono:

 

I fattori più rilevanti nella scelta di una unità di SCO per un paziente che necessita di trapianto di cellule staminali emopoietiche sono la quantità di cellule staminali finali e la corrispondenza dell'antigene leucocitario umano (Human LeukocyteAntigen - HLA) [8]. Gli HLA sono antigeni espressi da numerosi tipi di cellule, inclusi i leucociti, che hanno un ruolo fondamentale nel riconoscimento del self e quindi nella risposta immunitaria. Nell'ambito dei trapianti la tipizzazione degli antigeni del sistema HLA permette di definire la compatibilità tra individui geneticamente correlati e non [11].

Esistono tuttavia dei limiti nell'utilizzo del SCO legati alla natura stessa del sangue cordonale:

 

Studi eseguiti a partire dall' anno 2005 riportano che gli esiti in pazienti adulti e ragazzi trapiantati con due unità di SCO provenienti da diversi donatori sono equiparabili a quelli di pazienti trapiantati con una dose sufficiente di cellule staminali emopoietiche da donatore adulto [12-15]. Uno studio del 2014 non evidenzia benefici aggiuntivi per i pazienti trapiantati con due unità di SCO da differenti donatori qualora sia disponibile una singola unità quantitativamente adeguata [16]. L'impiego di due unità di SCO provenienti da due diversi donatori come strategia per aumentare la dose di cellule nel trapianto è associato a un miglioramento dell'attecchimento e a una riduzione della mortalità correlata al trapianto in confronto ai controlli storici con singole unità, con sopravvivenza senza malattia maggiore rispetto ai trapianti con cellule staminali ematopoietiche provenienti da altre fonti e con diverso grado di compatibilità. Questa recente strategia è stata implementata nella pratica clinica con risultati eccellenti [8].

Uno studio retrospettivo [17] ha valutato l'efficacia del trapianto con due unità di SCO di diversa origine rispetto al trapianto di cellule derivanti da midollo osseo e con diverso grado di compatibilità in 536 pazienti adulti. L'esito primario era la sopravvivenza libera da malattia a 5 anni dal trapianto. Lo studio ha dimostrato che la sopravvivenza libera da malattia varia da 51% (IC 95%: 41, 59) per i pazienti trapiantati con doppio cordone a 33% per i pazienti che hanno ricevuto midollo compatibile; il rischio di una ricaduta è decisamente inferiore in chi ha ricevuto il trapianto da doppio SCO rispetto alle altre fonti di cellule staminali.

Un'altra strategia per migliorare gli esiti di trapianti di cellule staminali emopoietiche da SCO, che sta ottenendo buoni risultati, è l'espansione in vitro di cellule progenitrici  emopoietiche [18-21].

Un ulteriore approccio per superare il limite del numero ridotto di cellule staminali emopoietiche nella singola unità di SCO, con risultati ad oggi non conclusivi, mira a migliorare l'homing delle cellule emopoietiche, cioè la migrazione di queste cellule verso il midollo osseo [22,23].

Il potenziale dei trapianti di cellule staminali da SCO non è ancora stato completamente esplorato, nel futuro è verosimile attendersi ulteriori miglioramenti in questo campo [8].

Le linee guida canadesi sottolineano l'impatto economico sul sistema sanitario della raccolta e conservazione in banche pubbliche delle unità di SCO. La riduzione dei costi rimane una sfida per il futuro per poter permettere un maggior utilizzo delle staminali da SCO da parte dei centri trapianto [24].

 

Bibliografia

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2. Andersson O et al. Effect of delayed versus early umbilical cord clamping on neonatal outcomes and iron status at 4 months: a randomized controlled trial. BMJ. 2011;343:d7157  [Medline]
3. Frandberg S et al. High quality cord blood banking is feasible with delayed clamping practices. The eight-year experience and current status of the national Swedish cord blood bank. Cell Tissue Bank. 2016;17:439-48 [Medline]
4. Kristin MP et al. Optimizing donor selection for public cord blood banking: influence of maternal, infant, and collection characteristics on cord blood unit quality. Transfusion 2014;54:340-52 [Medline]
5. Cairo MS et al. Characterization of banked umbilical cord blood hematopoietic progenitor cells and lymphocyte subsets and correlation with ethnicity, birth weight, sex, and type of delivery: a Cord Blood Transplantation (COBLT) Study report. Transfusion 2005;45:856-66 [Medline]
6. Aufderhaar U et al. The impact of intrapartum factors on umbilical cord blood stem cell banking. J Perinat Med 2003;31:317-22 [Medline]
7. Manegold G et al. Cesarean section due to fetal distress increases the number of stem cells in umbilical cord blood. Transfusion 2008;48:871-6 [Medline]
8. Berglund S et al. Advances in umbelical cord blood cell therapy: the present and the future. Expert Opin Biol Ther 2017;17:691-699 [Medline]
9. Barker JN et al. Searching for unrelated donor hematopoietic stem cells: availability and speed of umbilical cord blood versus bone marrow. Biol Blood Marrow Transplant 2002;8:257-60 [Medline]
10. Gluckman E et al. Cord blood transplantation: state of the art. Haematologica 2009;94:451-4 [Medline]
11. ADMO - Associazione donatori di midollo osseo. [Sito web] Ultimo accesso 22/12/2022
12. Barker JN et al. Transplantation of 2 partially HLA-matched umbilical cord blood units to enhance engraftment in adults with hematologic malignancy. Blood 2005;105:1343-7 [Medline]
13. Verneris MR et al. Relapse risk after umbilical cord blood transplantation: enhanced graft-versus-leukemia effect in recipients of 2 units. Blood 2009;114:4293-4299 [Medline]
14. Brunstein CG et al. Alternative donor transplantation after reduced intensity conditioning: results of parallel phase 2 trials using partially HLA-mismatched related bone marrow or unrelated double umbilical cord blood grafts. Blood 2011;118:282-8 [Medline]
15. Labopin M et al. Cost-effectiveness and clinical outcomes of double versus single cord blood transplantation in adults with acute leukemia in France. Haematologica 2014;99:535-540 [Medline]
16. Wagner JE Jr et al. One-unit versus two-unit cord-blood transplantation for hematologic cancers. N Engl J Med 2014;371:1685-94 [Medline]
17. Brunstein CG et al. Allogeneic hematopoietic cell transplantation for hematologic malignancy: relative risks and benefits of double umbilical cord blood. Blood 2010;116:4693-9 [Medline]
18. Shpall EJ et al. Transplantation of ex vivo expanded cord blood. Biol Blood Marrow Transplant 2002;8:368-76 [Medline]
19. Delaney C et al. Notch-mediated expansion of human cord blood progenitor cells capable of rapid myeloid reconstitution. Nat Med 2010;16:232-6 [Medline]
20. Horwitz ME et al. Umbilical cord blood expansion with nicotinamide provides long-term multilineage engraftment. J Clin Invest. 2014;124:3121-8 [Medline]
21. Wagner JE Jr et al. Phase I/II trial of stemregenin-1 expanded umbilical cord blood hematopoietic stem cells supports testing as a stand-alone graft. Cell Stem Cell 2016;18:144-55 [Medline]
22. Brunstein CG et al. Intra-BM injection to enhance engraftment after myeloablative umbilical cord blood transplantation with two partially HLA-matched units. Bone Marrow Transplant 2009;43:935-40 [Medline]
23. Frassoni F et al. The intra-bone marrow injection of cord blood cells extends the possibility of transplantation to the majority of patients with malignant hematopoietic diseases. Best Pract Res Clin Haematol 2010;23:237-44 [Medline]
24. Armson A et al. Umbilical Cord Blood: Counselling, Collection, and Banking. SOGC CLINICAL PRACTICE GUIDELINE. 2015.Vol 37;9:832-844 [Testo integrale]

 
 
 
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