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Prevenzione in auto

Il trasporto del bambino, gli studi

Il corretto utilizzo di mezzi di contenimento (seggiolini, rialzi e cinture) è in grado di ridurre le conseguenze negative, in termini di trauma grave o mortalità, degli incidenti: la riduzione del rischio di morte è pari a 70% nei lattanti fino a un anno di età e a 47%-54% nei bambini di età compresa fra 1 e 4 anni [1]: sulla base di questi dati molte leggi hanno sancito l'obbligatorietà dell'utilizzo di adeguati mezzi di ritenzione per il trasporto dei bambini in auto. Nonostante ciò, il loro mancato impiego o il loro utilizzo non corretto è ancora frequente. Nel 2009 in Connecticut è stata condotta una osservazione diretta su 101 donne (età media 29.4 anni, range 15-45 anni) e i loro bambini alla dimissione dall'ospedale dopo il parto. La survey ha dimostrato che ogni madre, durante le fasi di preparazione per il trasporto in auto, compie in media 2.5 errori (range 0-7): gli errori consistevano nel non corretto posizionamento e agganciamento del bambino nel seggiolino (52% degli errori osservati) o nel non corretto posizionamento e agganciamento del seggiolino in auto (restante 48%). In particolare, 29% degli errori consisteva nel non agganciare correttamente il seggiolino nell'auto. Il rischio di non utilizzare correttamente i mezzi di contenimento è risultato più frequente nelle madri non bianche e con basso livello di scolarizzazione [2].

Uno studio - condotto fra il 1998 e il 2002 negli USA utilizzando i dati dei rimborsi assicurativi in seguito a incidenti con autoveicoli - ha indagato l'associazione fra utilizzo non ottimale dei mezzi di contenimento in auto e rischio di trauma addominale (definito come un trauma addominale di gravità uguale o superiore a due in una scala da zero a sei). La modalità di contenimento in auto veniva definita ottimale se coerente con le indicazioni dell'American Academy of Pediatrics - AAP (seggiolini omologati per i bambini fino a 4 anni, rialzo con cintura associata ad adattatore per bambini di età compresa fra 4 e 8 anni, cintura con tre punti di ancoraggio per bambini dagli 8 anni) e subottimale quando invece veniva utilizzato qualunque tipo di cintura in assenza di adeguato seggiolino nei bambini fino agli 8 anni di età e la cintura esclusivamente addominale per i bambini di età superiore agli 8 anni. La ricerca ha riguardato 10.927 incidenti con autoveicoli che hanno coinvolto 17.132 bambini e ragazzi di età inferiore ai 16 anni. Fra la rilevante quota di bambini e ragazzi (83.555 soggetti, pari a 41% del totale) assicurata in maniera non ottimale sono stati registrati 140 traumi addominali (0.17%), mentre fra i soggetti correttamente ancorati sono occorsi 62 traumi addominali (0.05%). Il rischio di trauma addominale risulta quindi più che triplicato fra i bambini e i ragazzi non correttamente ancorati (odds ratio - OR: 3.51; intervallo di confidenza al 95% - IC 95%: 1.87, 6.60) [3].

 

Per indagare i fattori associati a traumi cranici clinicamente rilevanti - che rappresentano la prima causa di morte associata a incidente stradale - è stato intervistato al telefono un campione di 19.075 bambini di età compresa fra 4 e 15 anni, coinvolti in incidenti automobilistici occorsi fra il 2000 e il 2007 in 15 stati degli USA. I fattori significativamente associati a trauma cranico clinicamente rilevante (definito come presenza di concussione, frattura cranica o emorragia intracranica) sono risultati il capovolgimento della vettura (OR: 8.6; IC 95%: 6.4, 11.6); il non utilizzo di mezzi di contenimento (OR: 3.1; IC  95%: 2.3, 4.3); l'impatto laterale (OR: 2.4; IC 95%: 1.7, 3.3) e l'età del conducente <25 anni (OR: 1.4; IC 95%: 1.1, 1.8) [4].
 
Il rischio associato alla posizione del bambino all'interno dell'abitacolo è stata valutata in uno studio che ha considerato gli incidenti mortali che hanno coinvolto bambini fino a 7 anni di età [5]. La maggior parte degli incidenti automobilistici osservati in questa fascia di età sono stati incidenti frontali (41.6%), seguiti da quelli laterali (16.5%) e infine da ribaltamento dell'auto (5.0%); il rischio di morte è risultato più elevato per quest'ultima tipologia di incidente (1.37%), minore in caso di impatto laterale destro (0.47%) e ancora minore se l'impatto laterale era avvenuto sul lato sinistro (0.34%), indipendentemente dalla posizione che il bambino aveva nel sedile posteriore. Rispetto all'occupare uno dei sedili anteriori, posizione gravata da più elevato rischio di morte in caso di incidente (0.53%), occupare uno dei sedili posteriori è risultato, in generale, più sicuro, con mortalità pari a 0.30%; in particolare, il rischio è minore per chi, nei sedili posteriori, siede nella parte centrale (0.27%) e maggiore per chi siede nel sedile più a destra (0.35%) [5].

Una survey condotta in USA fra i medici di pronto soccorso pediatrico ha indagato la frequenza e la correttezza con cui vengono fornite informazioni alle famiglie per prevenire gli incidenti con autoveicoli. All'indagine hanno risposto 274 dei 1024 professionisti interpellati (24%). La maggior parte degli intervistati (85%; IC 95%: 81, 89) ritiene importante dare, alla famiglia e al bambino che afferiscono al pronto soccorso in seguito a un incidenti con autoveicolo, informazioni utili a prevenire il ripetersi degli incidenti, ma mentre 36% (IC 95%: 31, 42) è consapevole di quali siano (coerentemente alle indicazioni di AAP) le corrette informazioni da condividere in tali circostanze, soltanto 8.6% (IC 95%: 4, 13.0) dei professionisti fornisce effettivamente queste informazioni [6].

 
 
 

Data di pubblicazione: 13.03.2013

 
 
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