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A fronte della articolata variabilità e multiformità delle forme di mutilazione/modificazione dei genitali femminili diffuse in diverse parti del mondo, le agenzie internazionali hanno tentato di costruire delle tipologie ritenute funzionali ad individuare i target a rischio sanitario.
La più nota è la classificazione standardizzata, messa a punto a Ginevra da un gruppo tecnico congiunto OMS/WHO nel 1995 e successivamente aggiornata, secondo la quale il tipo più comune è l'escissione della clitoride e delle labbra (circa l'80% dei casi), mentre la forma più estrema, l'infibulazione, è meno diffusa (circa il 15% dei casi).
Più in generale, l'OMS riconosce quattro tipi principali di pratiche di MGF:
Tipo I: escissione del prepuzio con o senza escissione di una parte o di tutta la clitoride (clitoridectomia)
Tipo II: escissione della clitoride con totale o parziale escissione delle piccole labbra, con o senza escissione delle grandi labbra (escissione)
Tipo III: escissione di una parte o di tutti i genitali esterni e restringimento dell'orifizio vaginale, con o senza escissione della clitoride (infibulazione)
Tipo IV: tutti gli altri interventi praticati sugli organi genitali femminili a fini non terapeutici; comprende punture, perforazioni o incisioni del clitoride o delle labbra; allungamento per trazione del clitoride o delle labbra; cauterizzazione mediante bruciatura del clitoride e del tessuto circostante; abrasione del tessuto intorno all'orifizio vaginale o incisione della vagina; introduzione in vagina di sostanze corrosive o vegetali allo scopo di provocare sanguinamento o restringimenti della vagina stessa.