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Le MGF sono una pratica tramandata dalle famiglie e dalle comunità, non sono dunque una scelta personale ma sono investite del valore di una norma sociale o di una regola culturale. Tale norma viene in diversa misura interiorizzata dalle donne, le quali possono percepire la dismissione della pratica come una vergogna e come rischio di estromissione dal gruppo di appartenenza.
Le prestazioni di cura e gli interventi di prevenzione devono tenere in considerazione il rischio che l'abbandono della pratica possa esporre le ragazze a sanzioni sociali ed emarginazione. Così diventa davvero importante conoscere i numerosi e diversi significati simbolici e funzioni sociali che le pratiche di MGF rivestono nelle culture di origine.
Va ricordato che i meccanismi sociali volti al controllo del corpo, in particolare della sessualità femminile, sono diffusi in tutte le regioni del mondo. Anche in Italia, basti ricordare, da un lato, la stigmatizzazione che può suscitare una sessualità libera e autonoma, d'altro lato, e paradossalmente, l'incitamento alla esibizione del corpo femminile nei media o alla norma della eterna giovinezza che porta molte donne, anche giovanissime, a ricorrere alla chirurgia estetica.
Le pratiche di mutilazione genitale fanno parte di ciò che l'antropologia ha chiamato il sistema rituale di iniziazione alla identità di genere. Esse infatti sono spesso ritenute necessarie perché una ragazza possa essere considerata una donna completa e rispettabile, per questo le MGF/E rientrano nei compiti di una madre nei confronti delle proprie figlie, per evitare la loro emarginazione e garantire loro un futuro di rispetto e inclusione.
Le mutilazioni dei genitali di una ragazza, così come altre pratiche di modificazione del corpo, costituiscono anche una marcatura simbolica del corpo che garantisce il senso condiviso dell'identità di genere e la continuità intergenerazionale, all'interno della famiglia e della comunità allargata.
La pratica è dunque considerata una questione al femminile, trasmessa di generazione in generazione. In realtà l'opinione degli uomini è importante, soprattutto quella dei membri della famiglia e degli anziani della comunità. Per questo, recentemente, i programmi d'intervento a contrasto mirano a coinvolgere anche gli uomini nei processi di sensibilizzazione.
In alcune comunità la pratica delle mutilazioni definisce anche l'appartenenza alla comunità stessa. Le cicatrici lasciate dalle mutilazioni dei genitali, così come da altre scarificazioni rituali, svolgono un ruolo importante nel conservare la memoria del gruppo sociale trasmessa, appunto, attraverso i corpi delle donne. L'essere stata "tagliata" diventa un elemento distintivo di appartenenza al gruppo.
In queste realtà, una ragazza non può essere considerata adulta e pronta per il matrimonio a meno che non sia stata sottoposta alla pratica. L'antropologa Carla Pasquinelli (in "Infibulazione: il corpo violato". Meltemi eds, Roma, 2007) sottolinea come le mutilazioni dei genitali femminili siano una componente fondamentale del matrimonio in Africa, entrando a far pare della "ricchezza della sposa" (brideprice o bridewealth): purezza a inviolabilità (sostituire con purezza e inviolabilità) sono infatti il compenso per la dote che viene versata dalla famiglia dello sposo alla famiglia della sposa in occasione del matrimonio.
Malgrado quello che a volte si suppone, le MGF/E non hanno alcuna valenza religiosa e tanto meno hanno alcuna relazione diretta con il mondo islamico; esse sono praticate trasversalmente da cristiani, ebrei, animisti, musulmani, ecc.
Le ricerche in diversi paesi a tradizione escissoria restituiscono trasversalmente due aree principali di significato delle pratiche di MGF/E:
Le MGF/E, in quanto pratiche legate alla costruzione dell'identità di genere, dei ruoli maschili e femminili, sono strettamente intrecciate alle dinamiche di potere.
La pratica può essere percepita come un mezzo per assicurarsi dei "benefici" nei confronti del potere maschile, in particolare per garantirsi un buon matrimonio, la maternità, la libertà di movimento e l'accettazione sociale.
Ma le MGF/E svolgono anche un ruolo chiave nelle gerarchie femminili. Alcune ricerche sottolineano come la fedeltà delle donne nel mantenere questa pratica sia collegata alla perpetuazione del potere della genealogia femminile, in particolare delle donne anziane, le quali sono detentrici di reti di relazioni e privilegi sociali.
In questo senso, sottoporre la propria figlia alle MGF/E può significare garantirle non solo l'accettazione del mondo maschile, ma anche di quello femminile, ossia il suo inserimento in reti sociali più ampie presiedute dalle donne anziane. Nelle comunità migranti questo può significare un aiuto importante per trovare lavoro, avere assistenza nel maternage, sostegno finanziario, ecc.
Leggi anche alcuni approfondimenti sulla società Sande (presente per lo più in Liberia) una società segreta a cui solo le donne possono accedere. È grazie all'ingresso di questa organizzazione che le donne occupano una posizione di potere importante e fondano il loro prestigio sulla gestione dei saperi sul corpo e in particolare sulle pratiche di mutilazione genitale femminile:
Dal lato degli uomini, le MGF/E, come altre pratiche imposte socialmente, sono anche un modo per assicurarsi il controllo del corpo delle donne e della sessualità femminile. In alcuni casi estremi, esse possono essere collegate a forme di persecuzione legate al genere, come stupro, matrimoni forzati, violenza legata a questioni di onore e violenza domestica. Per questa ragione l'UNHCR, l'Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, ha inserito le MGF/E nella lista delle azioni che possono essere utilizzate a fini di persecuzione e che, dunque, possono giustificare la richiesta di asilo.
Ultimo aggiornamento: ottobre 2023