"Il tuo dono, la loro felicità. Aiuta un'altra coppia da avere un figlio". E' il titolo scelto per la campagna di comunicazione della Regione Emilia-Romagna per la donazione di gameti per fecondazione eterologa. La campagna del Servizio sanitario regionale spiega chi può donare, come diventare donatore odonatrice, e ribadisce come la donazione dei gameti sia gratuita e anonima.Tutti gli accertamenti, le visite e gli esami a cui saranno sottoposti idonatori sono gratuiti. Se dipendente, chi dona avrà diritto a permessi retribuiti: si applicano per analogia le disposizioni sulla donazione del sangue e del midollo osseo.
La Regione Emilia-Romagna, con la delibera 1487 del 2014, ha recepito il Documento della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome del 4/9/2014 in materia di fecondazione eterologa, determinando i criteri di accesso alle procedure di procreazione medicalmente assistita di tipo eterologo e i requisiti autorizzativi dei Centri che svolgono attività di pma in Emilia-Romagna. La delibera ha stabilito, in coerenza con gli indirizzi operativi sanciti dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, che i criteri di accesso a carico del Servizio sanitario regionale sono l'età della donna che si sottopone all'eterologa, e cioè fino al compimento del 43° anno, e il numero di cicli di trattamento, fino a 3. Si è anche stabilito che i donatori sono esentati dalla compartecipazione alla spesa per gli esami e le visite inerenti la valutazione di idoneità alla donazione.
La donazione di gameti, come sancito dal Documento della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, in Italia è consentita ai soggetti di sesso maschile di età non inferiore ai 18 anni e non superiore ai 40 anni, e ai soggetti di sesso femminile di età non inferiore ai 20 anni e non superiore ai 35 anni.
Per quanto riguarda i donatori di gameti maschili, sono candidabili coloro che, "in modo spontaneo e altruistico" decidono di donare i propri gameti e non si stanno sottoponendo a loro volta un trattamento di fecondazione assistita; coloro che, invece, si stanno sottoponendo a loro volta a un trattamento di fecondazione assistita e, infine, individui che hanno congelato gameti in passato e non volendo utilizzarli decidono di donarli.
Per quanto riguarda la parte femminile, è necessaria una premessa: la donazione degli ovociti richiede una stimolazione ovarica a base di ormoni, con monitoraggio e recupero degli ovociti. Comporta quindi, a differenza della donazione di gameti maschili, un disagio maggiore e più accessi alla struttura sanitaria, elemento critico per le donne lavoratrici. In analogia con la parte maschile si possono candidare alla donazione donne che, "in modo spontaneo e altruistico" come ricorda il Documento, decidono di donare i propri gameti e non si stanno sottoponendo a loro volta a un trattamento di fecondazione assistita; donne che, a loro volta, si stanno sottoponendo a un trattamento di fecondazione assistita. Infine, donne che hanno congelato i propri ovociti in passato e, non volendo utilizzarli, decidono di donarli.
In Emilia-Romagna sono attivi 4 Centri pubblici per la procreazione medicalmente assistita di I livello (eseguono, cioè, solo l'inseminazione intrauterina) e 6 Centri pubblici di II e III livello (fecondazione in vitro - FIVET e ICSI, oltre che inseminazione intrauterina). Sono inoltre presenti 7 Centri privati di II/III livello e 4 Centri privati di I livello. Non sono presenti Centri privati accreditati (dati al 31 agosto 2016).