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Interruzione volontaria di gravidanza
Come sottolineato dal Consiglio d’Europa, anche dove IVG è una pratica illegale la necessità di ricorrere a questo tipo d’intervento non si riduce, ma si impedisce l’accesso alla procedura in condizioni di sicurezza [3]. Qualunque donna con una gravidanza indesiderata che non possa avere accesso a una IVG sicura è a rischio di ricevere una IVG non sicura. Il tasso di IVG non sicure è maggiore in quei contesti in cui la contraccezione e le IVG sicure sono limitate o non disponibili [4]. Nel mondo la percentuale di morti materne che può essere attribuita ogni anno a una IVG non sicura va da 4.7% a 13.2%. Oltre ai decessi e alle lesioni gravi permanenti che peggiorano la qualità della vita, le IVG non sicure hanno un impatto economico importante sulle donne, le loro famiglie, le comunità e i sistemi sanitari.
Se eseguita correttamente in un setting che ne riconosca la legittimità i rischi di una IVG sono minimi [5]. Come per ogni atto medico esiste comunque una bassa probabilità di complicanze che aumenta proporzionalmente all’età gestazionale in cui viene praticata l’IVG e a seconda della metodica utilizzata: chirurgica o farmacologica. Avere praticato una IVG non pregiudica la fertilità futura [6].
Anche nei paesi in cui l’aborto è previsto dalla legge le procedure illegali e in condizioni di non sicurezza non sono del tutto scomparse. La causa è da ricercarsi nella persistenza di condizioni che impediscono alle donne di esercitare effettivamente questo diritto: la mancanza di visibilità del servizio o la sua inadeguatezza per indisponibilità di strutture e medici, la necessità di ripetute consultazioni e accertamenti sanitari, i tempi di attesa, la mancanza di privacy, l’atteggiamento scoraggiante di alcuni professionisti sanitari, a volte i costi elevati, possono ostacolare l’accessibilità a una procedura sicura e appropriata [7].
Queste considerazioni rappresentano le ragioni per cui l’IVG continua a costituire una necessità assistenziale e il suo monitoraggio un indicatore di qualità dei servizi sanitari.
Per i professionisti
Bibliografia
1. Royal College of Obstetricians and Gynecologists. National audit of induced abortion. London: RCOG; 2000 [Testo integrale]
2. Relazione del Ministro della Salute sulla attuazione della legge contenente norme per la tutela sociale della maternità e per l’interruzione volontaria di gravidanza (legge 194/78). Dati definitivi 2018. [Testo integrale]
3. Parliamentary Assembly of the Council of Europe. Access to safe and legal abortion in Europe – Resolution 1607 (2008) [Testo integrale]
4. WHO – Preventing unsafe abortion [Sito web]
5. RCOG – Best practice in comprehensive abortion care. Best practice paper n.2 – June 2015 [Testo integrale]
6. National Health Service (NHS) – Abortion Risks [Sito web]
7. Toute l’Europe.eu. Le droit à l’avortement dans l’Union européenne. Marzo 2021 [Sito web]