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La terapia antitubercolare è indicata in gravidanza?
In caso di malattia tubercolare attiva il trattamento deve essere iniziato tempestivamente dopo la diagnosi. In caso di infezione tubercolare, alcune linee guida suggeriscono la possibilità di procrastinare l’inizio della profilassi dopo il parto, ad eccezione dei casi di recente contatto o immunodepressione.
La posologia e la tempistica del trattamento antitubercolare dipendono dallo stadio della malattia, dalla eventuale resistenza ai farmaci e dalla presenza di comorbidità. Le modificazioni fisiologiche della gravidanza alterano significativamente la farmacocinetica di tutti i principi attivi e questo può comportare cambiamenti nel metabolismo dei farmaci contro la tubercolosi [1].
Poiché la malattia tubercolare attiva è contagiosa e associata a diversi esiti avversi in gravidanza, è raccomandato il trattamento tempestivo della donna. La terapia di prima linea per le donne in gravidanza, in assenza di farmaco-resistenze, è la stessa utilizzata al di fuori della gravidanza e prevede la combinazione di isoniazide, rifampicina, pirazinamide ed etambutolo per 2 mesi e di rifampicina e isoniazide per i successivi 4 mesi, con supplementazione di piridossina (vitamina B6) [1-2].
L’indicazione e le tempistiche del trattamento dell’infezione tubercolare (TBI) in gravidanza, invece, differiscono in base a diversi fattori: contesti ad alta o bassa incidenza, recenti contatti con individui contagiosi, presenza di comorbosità [3].
L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di non rimandare la terapia dopo il parto nelle donne in gravidanza sottoposte a screening con esito positivo, ma di offrirla a tutte, dopo esclusione di malattia attiva [4]. Center for Disease Control and Prevention, invece, riporta che il trattamento può essere ritardato a 2-3 mesi dopo il parto per la maggior parte delle donne, ma non deve essere mai procrastinato nei casi di recente contatto con individui contagiosi o immunodepressione materna; in questi casi deve essere iniziato tempestivamente, anche quando la donna si trova nel primo trimestre di gravidanza [5-6].
La profilassi raccomandata in caso di infezione tubercolare prevede la somministrazione per alcuni mesi di isoniazide (accompagnata da supplementazione con piridossina) e/o rifampicina, secondo diversi possibili schemi terapeutici [4-5].
Bibliografia
- Istituto Superiore di Sanità. Gravidanza fisiologica. PRIMA PARTE. Sezione 2 – Screening delle infezioni in gravidanza 2023. Linea guida 1/2023 SNLG. [Testo integrale] Ultimo accesso 23.07.2025
- World Health Organization. WHO recommendations on antenatal care for a positive pregnancy experience: screening, diagnosis and treatment of tuberculosis disease in pregnant women. Evidence-to-action brief. Highlights and key messages from the World Health Organization’s 2016 global recommendations. Geneva: 2022. [Testo integrale] Ultimo accesso 23.07.2025
- Mathad JS, et al. Tuberculosis infection in pregnant people: current practices and research priorities. Pathogens. 2022;11:1481 [Medline]
- World Health Organization. WHO consolidated guidelines on tuberculosis Module 1: Prevention-tuberculosis preventive treatment, second edition. Geneva: WHO, 2024. [Testo integrale] Ultimo accesso 23.07.2025
- US Center for Disease Control and Prevention. Latent tuberculosis infection: a guide for primary health care providers. CDC:2020 [Testo integrale] Ultimo accesso 23.07.2025
- Gould AP, et al. Less common bacterial, fungal and viral infections: review of management in the pregnant patient. Drugs Context 2021;10:2021-4-3. [Medline]