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Malattia infiammatoria pelvica
PID: una diagnosi difficile
La PID è la causa più frequente di ricovero ginecologico negli USA. L’esatta prevalenza di questa patologia è probabilmente sottostimata, sia per il suo decorso spesso asintomatico, che per la difficoltà, anche in presenza di segni e sintomi, di porre una diagnosi definitiva [1,2]. Infatti:
- i segni clinici possono essere lievi o assenti, quando presenti mancano di sensibilità e specificità con un valore predittivo positivo (VPP) rispetto alla laparoscopia di 65-90%;
- i test per la ricerca dell’infezione da Chlamydia o Gonococco nel tratto genitale inferiore sono raccomandati, poiché se positivi supportano la diagnosi, ma l’assenza di infezione in questo tratto non esclude una PID;
- la laparoscopia è considerata il migliore test diagnostico (VPP 90%), ma è una procedura invasiva che non può essere utilizzata routinariamente, inoltre non identifica i casi caratterizzati da flogosi intratubariche o endometriti;
- l’aumento del tasso di eritrosedimentazione o della PCR possono supportare la diagnosi;
- la biopsia endometriale e l’ecografia possono aiutare la diagnosi, particolarmente delle endometriti, ma non sono raccomandati di routine.
La diagnosi differenziale comprende:
- gravidanza ectopica
- cisti ovarica complicata
- appendicite acuta
- endometriosi
- dolore funzionale
Bibliografia
1. British Association for Sexual Health and HIV. National guideline for the management of pelvic inflammatory disease. London (England): BASHH;2005. [Testo integrale]
2. Centers for Disease and Control and Prevention. Sexually transmitted diseases treatment guidelines 2006. MMWR 2006;55(RR11):1-96 [Testo integrale]