- Home
- /
- Strumenti
- /
- Cartella del neonato
- /
- Informazioni per il neonato
- /
- Prendersi cura del neonato
Dopo la nascita. La Cartella del Neonato della Regione Emilia-Romagna
Informazioni per il neonato
Prendersi cura del neonato
Fin dalla nascita c’è un rapporto continuo fra il neonato e l’ambiente esterno, i genitori e le persone che si prendono cura di lui. Ed è proprio questo scambio
continuo e reciproco di odori, contatto, sguardi, suoni, movimenti e atteggiamenti che influenza l’adattamento del neonato.
La relazione si costruisce col tempo: all’inizio potrebbe non essere immediato né facile interpretare le esigenze del neonato, si impara piano piano a conoscersi
reciprocamente.
Ogni bambino è diverso dagli altri, ha una sua personalità che si riflette sul modo con cui interagisce con l’ambiente e con le persone che si prendono cura di lui. Gli organi di senso sono già sviluppati alla nascita: il neonato vede ed è in grado di seguire un volto o un oggetto che si muove davanti a lui quando sufficientemente vicino (a circa 20-25 cm di distanza); il neonato sente e distingue le voci, riconoscendo quelle già ascoltate quando era in utero; ha un’ottima sensibilità tattile; anche il gusto e l’odorato sono sviluppati, riconosce i sapori e l’odore del latte materno.
Inoltre, il bambino è in grado di esprimere soddisfazione o disagio. Una posizione aperta e attenta da parte degli adulti che lo accudiscono è utile per comprendere i segnali che il neonato manda.
Motricità del neonato: un modo di interagire e comunicare
L’attività motoria è già presente nel feto fin dalle prime settimane di gravidanza ed è caratterizzata da una varietà e complessità di movimenti, alcuni dei quali sono utili per la vita in utero, altri serviranno al momento del parto e altri, infine, per adattarsi nell’ambiente esterno.
Il neonato conserva infatti dei riflessi o comportamenti arcaici, movimenti automatici che mette in atto in risposta a determinati stimoli (tattili, visivi, sonori, ecc.). Uno di questi è il riflesso di Moro, in cui il neonato allarga le braccia ed estende le gambe quando si trova improvvisamente privo di sostegno. Occorre quindi, quando si accudisce il neonato, muoverlo con delicatezza senza movimenti bruschi, avendo l’avvertenza di tenere una mano sotto la testa e in generale cercando di contenerlo (con le mani e le gambe raccolte verso il centro del corpo). Questo “scatto” non è patologico ed è destinato a scomparire nell’arco dei primi mesi di vita.
Un altro è il riflesso di raddrizzamento: se il neonato avverte una pressione sulla pianta del piede si raddrizza oppure striscia in avanti (se è prono, cioè a pancia in sotto). Questo è il motivo per cui se posizionato su un piano troppo piccolo potrebbe correre il rischio di cadere dal piano d’appoggio. È importante quindi non lasciarlo solo su un piano non protetto da cui potrebbe cadere (fasciatoio, letto,…).
Altri riflessi tipici del neonato possono essere utili soprattutto al momento della poppata. Il riflesso dei punti cardinali, ad esempio, si ottiene sfiorando gli angoli della bocca: il neonato gira la testa nella direzione dello stimolo cercando di avvicinare le labbra e la lingua alla ricerca del capezzolo per alimentarsi.

Il riflesso dei punti cardinali, di raddrizzamento e di piazzamento (comportamenti innati) aiutano il neonato, posizionato prono sul corpo semireclinato della mamma, a raggiungere il seno, stimolando la fuoriuscita di latte e favorendo un corretto attaccamento al seno che previene le lesioni del capezzolo. Quando invece il neonato viene tenuto “pancia all’aria” questi riflessi vengono ostacolati dalla forza di gravità; non viene favorito l’avvicinamento al seno, con maggiore probabilità di formazione di ragadi (lesioni del capezzolo).
Tipico del primo periodo neonatale è il riflesso di prensione, per cui se si stimola il palmo della mano con un dito il neonato tenderà a stringere la presa con una certa intensità. Può essere piacevole per chi si prende cura del neonato attivare queste reazioni e osservarle, per conoscerlo meglio e interagire più piacevolmente con lui/lei.
I neonati molto prematuri, o che abbiano avuto problemi al momento del parto, potrebbero esprimere alcuni riflessi o comportamenti innati in maniera esageratamente forte o, al contrario, quasi assente: in questi casi saranno i professionisti del punto nascita a consigliare la maniera più adatta di interagire con il bambino per evitare che si affatichi o, al contrario, che sia poco stimolato.
In ogni caso l’attenta osservazione dei segnali del tuo bambino possono guidarti a stabilire una relazione proficua per entrambi. Il contatto pelle a pelle prolungato può, sia in caso di bambino prematuro che di bambino nato a termine, facilitare la conoscenza reciproca e lo sviluppo di una serena relazione fra genitori e bambini.